Una fresca giornata di ottobre riscaldata dalla passione. Il Rally Ronde della Val d’Orcia, disputato nel weekend del 25 e 26 ottobre 2014, ha portato una tale ventata di rumori, odori, emozioni da aver risvegliato la campagna intorno a Radicofani, immersa in un torpore pacifico e beato. In questo luogo magico, dove, scrutando l’orizzonte, ci si sente marinai di un oceano di colline che vanno dai colori più chiari del verde ai gialli più accesi, si è svolta una competizione intensa e rilassata allo stesso tempo . Il clima era quello delle grandi occasioni, ma si sa, la Toscana concede ad ogni evento un tocco di sana goliardia. I volti di piloti, navigatori ed addetti ai lavori erano infatti concentrati come sempre, ma non per questo non volavano sorrisi, abbracci e battute. L’anima dei rally, quelli veri, di una volta, ha pervaso i cuori di attori e spettatori, scavando nel profondo di ciascuno anche dopo la fine dei giochi.

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Ma la gara è stata altro: una giostra matta e rabbiosa svolta sugli 11 km della mitica speciale “Radicofani”, teatro delle grandi cavalcate rallistiche del passato. Qui ad avere la meglio, con piglio netto e perentorio, è stato il pilota veneto Luca Hoelbling, affiancato da Mauro Grassi alle note, il quale è riuscito ad aggiudicarsi una vittoria limpida, rafforzata dalla leadership assoluta iniziata a partire dalla PS2. Al porta colori della Car Racing è mancato solo il primato nel primo tratto cronometrato, quando tutti i piloti hanno fatto i conti con un tracciato mutato rispetto allo shake down, un terreno decisamente meno liscio e scorrevole che ha costretto a ripetute sostituzioni del fondo vettura. In queste condizioni variabili è emersa la Subaru gruppo N di Teemu Arminen, protagonista, come al Nido dell’Aquila, di una prestazione lampo assolutamente convincente, accompagnata da un finale di gara meno arrembante, stavolta anche a causa di problemi tecnici e di una foratura. Hoelbling comunque, seppure partito in seconda posizione, ha seguito a meno di mezzo secondo il finnico in attesa di sferrare l’attacco definitivo, arrivato alla seconda boucle. Da quel momento è stata una cavalcata solitario per il driver veneto a bordo della nera Ford Focus WRC, conclusasi anche con il miglio crono in 6’53.6.

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La piazza d’onore è stata appannaggio del leader provvisorio del campionato Raceday Ronde Terra, il veneto Luca Bertin, navigato da Giuseppe Zamboni a bordo di un Citroen C4 WRC dell’Hawk Racing Club. Per Bertin la gara ha avuto un andamento regolare e, a giudicare dal risultato finale, estremamente positivo.

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A quasi 40 secondi dalla vetta chiude il podio Mauro Trentin, raggiante per aver migliorato in modo netto il feeling con la propria cavalcatura, quella Peugeot 208 T16 che è animale ancora misterioso. I tempi stanno arrivando e l’affidabilità sembra non essere un problema. C’è di che essere felici, se pensiamo che per il trevigiano si tratta della seconda uscita con il Leone.

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Un’altra dose di applausi va poi rivolta al quarto incomodo del weekend toscano, ovvero Francesco Fanari che seppur fuori dal podio si può fregiare del primato in gruppo N dopo il quasi ritiro di Arminen. Il pilota di Spello ha portato a termine l’ennesima prova alla “Davide contro Golia” riuscendo a tenersi dietro auto più recenti e svariate WRC.

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Quinto all’arrivo il plurivincitore della gara toscana Alessandro Taddei, affiancato in abitacolo da Gaspari, autore di una prestazione in crescendo che lo ha visto agguantare anche un podio di tappa con il secondo crono nell’ultima ps di giornata. Peccato per i due secondi e tre decimi che lo hanno separato da Fanari, alla fine di un’entusiasmante testa a testa. Premio alla combattività per lui.

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Ritorno sulla terra per Maurizio Ferrecchi, navigato dall’esperto Imerito, il quale ha chiuso in sesta posizione assoluta davanti alla coppia Cobbe-Turco, anche loro a bordo di una Ford Focus WRC.

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In classe S2000 ha primeggiato il duo Cecchettini-Ciucci, primi con ampio margine dopo le schermaglie con Federico Della Casa, lo svizzero che a bordo dello stesso modello di Peugeot 207 è stato costretto al ritiro durante la disputa della PS3.

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In gruppo R il risultato finale ha arriso al lucchese Panzani, stella del progetto Aci Team Italia, alla ricerca del miglior feeling sulle strade bianche. Un apprendistato che ha riguardato tanto la superficie di gara quanto la vettura, una Citroen DS3 R3T, mezzo professionale nei confronti della quale il giovane driver toscano ha dimostrato di non patire alcun tipo di timore reverenziale. Bella la lotta di Panzani con Elia Chiaruzzi della Scuderia Malatesta, terminata anzitempo per il ritiro di quest’ultimo prima della disputa della PS3.

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