Dopo il doppio fallimento, fra il secondo posto del prestigioso Rally dei Faraoni e l’ottavo posto alla Baja Aragon, finalmente Nasser Al Attiyah centra un primo convincente risultato nell’ottica del suo piano di rilancio verso la Dakar 2015. Perché il qatariota, anzitutto, è brillante e flessibile. Ed è riuscito anche ad acquisire la virtù della pazienza, persa così tante volte nella travagliata avventura del WRC. Non è più il nobile byroniano, rimane pittoresco ma più virtuosista. E pragmatico.

Il fresco vincitore della Hungarian Baja, infatti, è un ospite di lusso, al punto che in quattro anni, ha cambiato quattro progetti. Dalla VW, fino alla Toyota, nel mezzo le esperienze con Hummer e Demon Jefferies. Corteggiato dalla Toyota di De Villiers, la casa giapponese in collaborazione con la sede sudafricana, ha messo a segno uno dei colpi più importanti del mercato, piuttosto ristretto fra i grandi professionisti.
Al Attiyah è ripartito stamattina con appena un minuto di distacco da Orlando Terranova, che nella prime PS era partito all’attacco, sfruttando il fondo fangoso, di difficile interpretazione. Ed è ancora più complessa da comprendere la “nuova arma” per il qatariota, che pur vantando doti di grande duttilità e versatilità, non ha mai costruito una solida relazione con un mezzo. Dal potente ma imprevedibile Hummer, oltre che inaffidabile, alla Mini, che vantava un grande Handling, fino all’Hilux, i cui trasferimenti di carico sono più difficili da gestire rispetto alla più agile e magra vettura della X Raid.

Tuttavia, oggi, Al Attiyah nei due passaggi sul cronometro ha segnato tempi eccellenti, nonostante il già citato fondo traditore, scivoloso e viscido. E altrettanto è riuscito a fare Terranova, avvantaggiato dalla posizione di partenza della prima giornata, latinamente stoico oggi, ma non abbastanza per arginare il travolgente qatariota. Sfruttando il secondo tratto veloce, su cui il suo Hilux si esalta, alla fine, l’ha spuntata il pilota Toyota per appena diciassette secondi, anticipando già un appassionato e fervido duello alla Dakar, che di tratti umidi, fangosi e impervi ne vanta diversi. La memoria non è traditrice: gli attraversamenti dei fiumi hanno costituito, negli ultimi anni, una fase cruciale nel tagliarsi spazi importanti di successo. Entrambi i protagonisti dell’evento riescono tuttora a tangere i sapori agrodolci di quei giorni. Una simulazione perfetta, insomma, per uno scenario ancora più aspro. Terzo è giunto Vasilyev, che consolida la leadership nel campionato Cross Country, ma pesantemente staccato dalla coppia di testa, privo di quella effervescenza che gli è propria. Quarto è infine Zapletal su Hummer H3.

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