Certamente la tappa di oggi ha regalato ancora sorprese, di natura tecnica, in quanto il terreno argentino, affascinante e in questo caso anche molto umido, non cela avversità particolarmente rilevanti. Piuttosto, i problemi tecnici sono nuovamente protagonisti di una Dakar ancora senza favoriti. D’altro canto, non dobbiamo sottovalutare comunque la lunghezza della tappa, meno di 300 km per i camion, ma quasi 600 per le restanti categorie. Ci apprestiamo a comporre un mosaico con diversi tasselli, senza completarlo, per via della povertà delle informazioni a disposizione, considerando che le auto sono ben lontane dall’arrivo.

Per quanto concerne i camion, come si è detto, il traguardo è stato tagliato invece diverse ore fa, ma di fatto l’unico, ma quanto mai significativo colpo di scena, è avvenuto a dieci chilometri dal via, nel momento in cui De Rooy ha sofferto problemi al turbocompressore, tali da compromettere il funzionamento del Cursor montato sul Powerstar: per effettuare la riparazioni, è intervenuto invano il mezzo di Biasion, a fine tappa undicesimo, il quale è successivamente ripartito, seguito dall’olandese solo ed oltre un’ora dopo.
Sostanzialmente, nel fondo della classifica, si è svolta l’attività più intensa e significativa: quali speranze per De Rooy, adesso?
Disponendo del mezzo più competitivo, dovrà contare su una ripartizione dei problemi anche fra i Kamaz, ma anche su un recupero personale, basato sull’attacco e non sulla difesa: insomma, pochi calcoli.
Ed è così, in effetti, che Loprais si è concesso una vittoria di giornata, per soli sette secondi su Versluis, su MAN, il quale per la seconda volta quest’anno si lascia beffare nel corso degli ultimi km.
Terzo Karginov e quarto Kolomy, altra presenza inaspettata nelle zone alte della classifica, essendo temporaneamente secondo assoluto. Seguono Van Vliet, Nikolaev, Van den Brink, Van den Bosch e Smink: fra alcune prestazioni inaspettatamente positive dei GINAF, c’è il russo che ha ereditato la leadership. Considerando la consistenza alquanto irregolare del ritmo del russo, quest’anno non sempre convincente, rimane sicuramente aperta la porta della rimonta: in fondo, fino ad ora, l’allievo di Chagin non ha troppo brillato e sarà decisivo il suo atteggiamento nel finale di gara, nel quale dovrebbe rompere gli indugi per mettere in cassaforte la testa della gara.
Non si può comunque negare che fino ad ora, la costanza e l’affidabilità è stata una chiave importante nel consolidare i conduttori di classe, si pensi a Peterhansel fra le auto, ma manca ancora la parte più difficile, il deserto cileno, il quale sicuramente lascerà il segno con incisività sulla classifica.

Fra le auto, inoltre, segnaliamo l’arrivo, dopo quasi sei ore di intensa gara, sono giunti al traguardo Peterhansel e Terranova, mentre De Villiers, a lungo leader di giornata, è segnalato fermo: situazione dalla quale emerge Roma, probabile vincitore di giornata, seguito dal compagno francese. Bene anche Sousa, guidato da Carlos Ramalho, noto per le sue partecipazioni nel WRC, nella top five, il quale guida l’ambizioso progetto cinese della Great Wall, fino ad ora condotto in modo impeccabile.
Solo sesto Al Attiyah, in difficoltà durante tutta la tappa.