La situazione rallystica in Italia non è delle più rosee, le gare continuano ad avere meno iscritti,purtroppo,sempre più spesso alcune non vengono nemmeno disputate,dicono che la crisi economica è globale ma basta spostarci oltreconfine e pare che i Rally godano di discreta salute.
Francia,Svizzera,Austria e Slovenia spesso sanno offrire ottime gare e se fino a qualche anno fa erano pochi i piloti e soprattutto gli spettatori che si spostavano, oggi,nonostante la crisi economica ma grazie ad internet, fuori dall’Italia possiamo trovare molti italiani a correre e seguire manifestazioni rallystiche.
Questo fine settimana era mia intenzione seguire Rally Jean Behra ,nei pressi di Nizza, e il Rally Race due gare simili nella validità che si potevano paragonare,purtroppo il Rally Race non si è disputato e il confronto tra un “Rallye Coupe de France – Nazionale” e un “Trofeo Nazionale” non ci sarà ma come vedrete il risultato era già scritto.
Allo Jean Behra erano 6 gli equipaggi italiani iscritti,in realtà Grassano non è partito, abbiamo voluto sentire il loro parere,come mai hanno scelto una gara francese.
Lo Jean Behra si svolge su due tappe,ha circa 112 km di ps speciali ( 9 tratti cronometrati compreso il Turini) gli iscritti tra moderno e storico sono solo 82,questo oltre all’affollamento del campionato francese di questo fine settimana è anche dovuto al recente Rally Antibes che si svolge nella stessa zona e che ha avuto oltre 120 iscritti.
Ma andiamo ad ascoltare i protagonisti tricolori e cosa ne pensano della situazione rallystica francese e il raffronto con l’Italia.
Con il N.23 troviamo Albino Condrò (Peugeot 205 Rallye)con Ciro Lamura,che purtroppo sarà costretto al ritiro dopo la ps 1 per un problema meccanico:
“Il mio giudizio è positivo non solo per la vicinanza ma per farla breve posso dire che a differenza dell’Italia c’e’ molta meno burocrazia,a parità di gara i chilometri di prove speciale sono superiori per cui in rapporto la spesa è minore se paragonata alle gare italiane,non per ultimo le ps oltre ad essere belle hanno nomi mitici come il Turini,sono prove in cui si corre il Montecarlo,prove selettive e dal fascino unico”
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Poco dopo troviamo il n.25 Elio Cortese (Renault Clio Williams FA7) coadiuvato da Domenico Verbicara:
“Una delle cose più belle è sicuramente l’ambiente,come in Italia oltre 20 anni fa,un clima di amicizia e semplicità. Questi piloti si costruiscono le macchine in casa e corrono con tutto e così che dovrebbe essere. Anche se sono italiano abito qua vicino per cui è un pò la gara di casa ,sono zone che conosco e mi è già capitato di correre gare francesi. Il costo dell’iscrizione se paragonato alla lunghezza della gara possiamo dire che è la metà rispetto all’Italia e se dimostri di saper andar forte l’appellativo di “Monsieur” sarà automatico. Il parco vetture è vario e il clima che si respira è davvero differente,di certo correrò ancora in Francia”.
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Il N.28 Grassano-Gallese sono assenti si passa al n.29 è Luigi Minelli con Laura Di Michele (Renault Clio FA7):
“Per me è la prima volta in Francia ma sono stato convinto dagli amici Condrò e Cortese,ho trovato un ottima organizzazione,l’ambiente è davvero amichevole con costi davvero accessibili,se paragonato ad un coppa Italia ha i km doppi. A livello burocratico è molto meglio,in Italia dovrei riaggiornare o comprare materiale nuovo qua invece posso correre e anche quando vai a verificare trovi un clima amichevole e non certi personaggi i quali vogliono dimostrare qualcosa. Molte di queste auto sono fatte in casa,gli stessi piloti le preparano e davvero un bell’ambiente credo che correrò sempre in Francia, in Italia dovrebbero adeguarsi.Il 1° pilota italiano all’arrivo avrà l’iscrizione del prossimo anno gratuita mentre il 2° e 3° scontata del 50%, vogliono i piloti italiani e l’ambiente è davvero amichevole. Ripeto 1° gara in Francia ma non ultima”.
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Subito dopo Paolo Saredi -“Lady Tuning” su Honda Integra ci dice: “A livello organizzativo vi sono costi inferiori,una certa elasticità burocratica che in Italia manca e le ps sono molto belle,devo dire meno sicurezza nel senso che vi sono meno commissari sulle ps ma questo non intacca il giudizio positivo delle gare francesi”
Ecco un equipaggio femminile,con il n.60 Federica Lio – Serena Giuliano su Fiat 600 Kit:
“Le prove oltre ad esser belle sono anche blasonate,io ho corso il Behra lo scorso anno e avendo vinto la classifica femminile ho avuto uno sconto sull’iscrizione e rispetto all’Italia le gare sono molto più lunghe,qua si svolge su due tappe con prove lunghe ,Turini compreso.Speriamo di ripetere il risultato dello scorso anno”.
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In tempo di mondiali di calcio direi che Francia batte Italia con un netto cappotto,la speranza e che qualcuno in Italia lo capisca quanto prima e che la tassa d’iscrizione sia proporzionale con il numero di km delle prove speciali altrimenti l’esodo oltre confine continuerà e non saranno solo piloti liguri.
Sulla ps “La Madone”,definita dai piloti la più difficile,gli italiani vincevano anche tra gli spettatori a St.Agnes erano in superiorità numerica rispetto ai francesi,forse è l’unica nota positiva a vantaggio dell’Italia.
Per la cronaca la gara è stata vinta dalla Renault Megane Kit di Frederick Casciani,gli italiani all’arrivo sono: Luigi Minelli 4° assoluto e vincitore dell’ultima ps (pari merito con Casciani), 28° assoluta Federica Lio e vincitrice della classifica femminile,32° Paolo Saredi.
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