Si dice che l’essenziale sia invisibile agli occhi. Forse i rally rappresentano la massima sintesi di questa frase. Quello di Gaeta, 11, 12 13 giugno, lo sarà senz’altro. Si guiderà con il cuore ma anche con la ragione in un giusto mix di razionalità e fantasia uniti a padronanza del mezzo meccanico e sapienza nel gesto tecnico.

Mancano solo due settimane alla prima prova speciale in notturna ma già il numero degli iscritti a questo primo Rally di Gaeta – Memorial Danilo Della Posta – è considerevole e in costante aumento giorno dopo giorno. Piloti e navigatori di esperienza riconosciuta insieme a giovani talenti alla prima gara ma con tanta voglia di provarsi su un percorso che sin da oggi pare destinato a diventare un classico del panorama rallystico nazionale. Fatta eccezione per Ugo Moroni, il pilota di casa che ha l’indubbio vantaggio di conoscere tutte le curve che portano da Gaeta a Itri sin da quando era un bambino, per molti altri le sette prove speciali, per complessivi 72 chilometri, sono un’assoluta novità e lo resteranno fino a venerdì 11 giugno quando finalmente piloti e navigatori potranno effettuare la ricognizione sul percorso di gare.

Eccezion fatta, naturalmente, per quei piloti più “maturi” che forse ricorderanno, sulla seconda prova speciale, 12 chilometri da percorrersi tre volte, il “posaturo”, vecchia e selettiva prova dei Rally di Pico e Riviera d´Ulisse degli anni ’90. Proprio ieri mattina, a Gaeta, abbiamo incontrato due equipaggi di Ceccano giunti in città per l’iscrizione e che di certo, per ammissione dello stesso Moroni, saranno tra i più competitivi in gara. A cominciare da Mario Pizzuti, navigatore, professionista dal 1999, tra i più battaglieri del panorama rallystico nazionale e in gara con una Peugeot 207 Super 2000. “Da un’occhiata alle cartine del percorso di gara – spiega il navigatore ciociaro – ho l’impressione che saranno due prove molto selettive dove emergerà la qualità del pilota e l’abilità del navigatore.

Sono sicuro che sulla prova di Itri, che ho affrontato nel 2000 durante il Rally di Pico, anche se allora si gareggiava sul percorso inverso, si farà la differenza”. Uguale l’impressione di Pietro Silvaggi, pilota dal 1997, “E’ impegnativa”, coinvolto in una affascinante competizione con il fratello Riccardo che invece, come navigatore, sarà a bordo di una Clio Super 1600: “Il livello della prova di Itri potrebbe somigliare molto ad alcune prove del Rally del Salento che si correrà la settimana successiva a Gaeta”. Ottimista Francesco Bucciarelli, pilota tra i più accreditati per la vittoria finale, che regala un commento sulla prova in notturna: “Divertirà il pubblico ed è ottima per avvicinare le persone al mondo dei rally”. Per tutti l’obiettivo, però, resta uno: arrivare alla fine. E senza danni.