Il progetto del 2005 era firmato da un’azienda inglese, Fenomenon, che rilevò da Lancia addirittura l’utilizzo del logo e del nome “Strato’s” (Lancia, infatti, non era coinvolta nel progetto), con l’obiettivo di realizzare una versione moderna della vettura; per la precisione, l’idea era di proporre un’auto “tutto terreni”, sensibilmente più alta da terra rispetto all’originale, da destinarsi ad una ricca clientela dei paesi emergenti.

Il nuovo progetto di Lancia Stratos, invece, è del tutto privato, e nasce da un’idea di Michael Stoschek, che con il figlio Massimiliano, ha fissato le linee guida per la realizzazione di un veicolo in esemplare unico, in allestimento dal 2008 presso la Pininfarina.

Michael Stoschek è il nipote di Max Brose, fondatore nel 1908 a Berlino di una società commerciale per gli accessori automobilistici; oggi il gruppo Brose è un’azienda familiare che produce componenti elettromeccanici per automobili (portiere, sedili, ecc.) con 16.000 dipendenti in 21 paesi, e un fatturato di oltre 3 miliardi di euro. Come collezionista (e pilota) di auto da rally storiche, Stoschek ha avuto già a che fare con la Lancia Stratos, in particolare, nel recupero, durato circa un decennio, della Stratos Marlboro gruppo 4 che partecipò al Tour de Corse 1974 con l’equipaggio Andruet-Biche.

L’idea della realizzazione di una moderna Stratos iniziò con la conoscenza di Christian Hrabalek, designer (e collezionista di Stratos) incontrato per la prima volta in Alta Badia nel 1986, in occasione un raduno mondiale di Lancia Stratos. Hrabalek era il fondatore della Fenomenon Holistic Design, e Stoschek fu coinvolto anche nell’acquisizione del marchio Stratos in occasione del progetto Fenomenon Stratos del 2005…

Nel definire una Nuova Stratos, occorreva non soltanto recuperare le forme originarie della vettua in chiave moderna, ma anche proporre un’idea di vettura sportiva ad alte prestazioni sfruttando le più recenti tecnologie disponibili. Secondo una metodologia ispirata a quella originaria, è stato dunque impiegato il telaio Ferrari 430 Scuderia, accorciandolo ed adattandolo ai nuovi scopi. Il corpo vettura è interamente in fibra di carbonio, garantendo un rapporto peso-potenza di 2,25 kg per CV, e una distribuzione dei pesi pari quasi a 50:50. Il primo test nel circuito di Balocco ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta, sebbene ancora siano molti i dettagli da affinare per giungere alla Stratos “definitiva”; tra l’altro, non è stato ancora deciso se realizzarne un unico esemplare, o una piccola serie di 25 veicoli, ovviamente ciascuno personalizzato in modo differente.

Per quel che riguarda il design, la difficoltà stava nello scegliere quanto mantenere delle forme originarie di Marcello Gandini (per l’epoca modernissime) e quanto reinterpretare in forma diversa. Ha prevalso l’idea di Michael Stoschek che, seguendo la linea della Ford GT40, ha voluto allontanarsi il meno possibile dalla “perfezione iconica” della linea originaria. Dalle prime idee iniziali, alle quali ha contribuito lo stesso Hrabalek, si giunse alla definizione del design nel 2008 in Pininfarina, sotto la guida di Jason Castriota, che però sarebbe di lì a poco passato in Bertone; il progetto fu quindi seguito da Luca Borgogno, completando anche la realizzazione degli interni, sotto la diretta supervisione di Stoschek. La nuova Stratos è dunque ancora nella fase di definizione, come illustrato dai constanti aggiornamenti nel sito ufficiale dedicato alla New Stratos; attendiamo con interesse di conoscere le forme definitive e le caratteristiche tecniche e stradali della nuova Stratos “finita”.

fonte: virtualcar.it