Sandro Munari è il pilota che ha fatto scoprire agli italiani il rally. Con le sue vittorie a bordo delle Lancia la disciplina rallystica è diventata, dopo la Formula Uno, quella più seguita dagli appassionati. Soprattutto agli inizi della sua carriera, i rally erano competizioni pionieristiche che venivano affrontate spesso con vetture molto vicine alla produzione di serie, con un minimo di preparazione volta a migliorare l’affidabilità e l’autonomia. Anche la formula delle gare era decisamente più selettiva con tappe lunghissime anche notturne che si alternavano a trasferimenti massacranti. Vincere un Rallye di Montecarlo aveva valore tecnico e di immagine persino superiore all’attuale vittoria di un intero campionato WRC. Munari ha fatto poker a Montecarlo vincendo il Rallye nel 1972 1975, 1976 e 1977.

In questo ambiente è cresciuto agonisticamente Munari, con la consapevolezza di essere il migliore e la necessaria umiltà che un campione deve avere per mettersi in discussione e migliorarsi costantemente. Di pari passo, si è passati da una piccola coupé derivata dalla produzione di serie come la Fulvia ad una macchina pensata e realizzata specificamente per vincere i rally come la Stratòs. Vittorie che sono arrivate con 4 Titoli Costruttori (1972, 1974,1975 e 1976) e soprattutto il primo a potersi fregiare del titolo di Campione del Mondo Rally nel 1977.

Munari in Lancia ha saputo costruirsi una leadership all’interno della squadra per la sua sensibilità di guida e per la capacità di interpretare in modo professionale il ruolo di pilota. Azzeccato il soprannome Drago, creatura che nella mitologia ha caratteristiche di astuzia, intelligenza, forza, aggressività e senso di conservazione, sottolineato anche dalla coincidenza che Munari è nato nel 1940 sotto il segno del Drago dell’oroscopo cinese.

Ho l’occasione di incontrare Sandro Munari a Balocco, dove tiene i corsi di guida della Abarth Driving School, Renzo Pellegrin (Cavarzerese come Munari) ed io siamo suoi ospiti durante l’intermezzo del pranzo che a causa delle pessime condizioni meteo si svolge più tardi del previsto.

Non è la prima volta che ho la fortuna di trovarmi con il grande campione, mi è capitato nel 2004 a Fiorano durante un raduno del Lancia Club e nel 2007 al Mirafiori Motorvillage dove ha presentato il suo secondo libro “Una vita di Traverso” (Giorgio NADA editore), ma ogni volta è sempre un emozione forte. Mi ricordo ancora quando alle scuole medie indicavo Munari come il mio pilota preferito nei rally e Fittipaldi in formula uno.

Conversando durante il pranzo cito l’aneddoto in cui Munari nel 1965 fece una prova sulla pista di Balocco. Era una giornata piovosa come quella corrente ed un ancor sconosciuto Munari insieme ad Arnaldo Cavallari, grazie ai buoni auspici di Angelini patron dl Jolly Club, provarono la Giulia GTA ufficiale per il Rally dei Jolly Hotel, antenato del Giro d’Italia automobilistico. Munari, sedutosi per la prima volta al volante della vettura su una pista assai impegnativa e mai vista prima in soli 5 giri fissava il cronometro ad un solo secondo dal tempo del collaudatore Alfa Romeo Teodoro Zeccoli. Munari si illumina al ricordo, anche se il peso del tempo trascorso si insinua nel suo sorriso.

Parliamo dei corsi Abarth Driving School, e subito ci viene chiarito un malinteso: non sono riservati ai soli possessori di vetture dello scorpione. Principalmente i clienti sono dipendenti di aziende a cui viene offerta la partecipazione come premio o come formazione per ottemperare alle richieste sempre più stringenti in materia di sicurezza sul lavoro.

Il corso si articola con una fase teorica ed alcune esercitazioni pratiche su Grande Punto Abarth con telemetria e videocamera on-board per verificare in modo preciso i risultati. Per le prove skid, invece si usano le normali 5oo. Tra gli argomenti trattati in aula, spicca un preciso discorso sull’alimentazione prima di mettersi al volante, tema più volte sottolineato da Munari nei suoi libri.

Interessantissima la prova di controllo della sbandata che si effettua sullo steering pad appositamente innaffiato (anche con la pioggia battente) su una Panda molto speciale: si tratta di una versione derivata dalla 4×4 alla quale è stata eliminata la trazione anteriore e bloccato il differenziale posteriore. In questo modo la transizione da sottosterzo iniziale (accentuato dal differenziale bloccato) a sovrasterzo è più brusca e l’allievo deve imparare a sentire la reazione ed a gestire con l’acceleratore l’angolo di sbandata.

Gli istruttori, vantano tutti significative esperienze nelle competizioni automobilistiche, specialmente nei rally.

Gli esercizi sono svolti contemporaneamente su tre differenti aree del comprensorio di Balocco e Sandro Munari sovrintende spostandosi da un’area all’altra su un pulmino marchiato Abarth. Al termine degli esercizi, una sfida tra i partecipanti, per fissare più profondamente grazie alla motivazione agonistica i concetti appresi durante il corso. I tre vincitori saranno premiati sul podio.

Dopo aver approfittato per collezionare alcuni autografi salutiamo Munari e con un po’ di invidia per i suoi allievi lasciamo il circuito.