Il vero Egitto sta aldilà di un muretto. Il Pyramid Park Hotel del Cairo è un resort a misura di turista: su richiesta ti fanno anche gli spaghetti al ragù. Qui, un po’ viziati, i piloti sono parcheggiati in attesa della partenza del Rally dei Faraoni 2010. Insieme a loro ci sono le moto e le auto, arrivate in container al porto di Alessandria e ora sezionate freneticamente dai commissari di gara per le verifiche tecniche della vigilia. Perché fra poche ore si parte: la tredicesima edizione del Faraoni scatta nella prima mattina di lunedì all’ombra della Piramide di Cheope, l?unica delle sette meraviglie ancora in piedi. Pronti, via e ciao ciao civiltà per sei giorni di battaglia nel deserto.

DUNE, SABBIA E (QUALCHE) OASI
Sono 142 gli equipaggi al via al Faraoni 2010. Ad aspettarli, prima del traguardo di El Alamein di sabato prossimo, oltre 2.500 chilometri di vero deserto. Un percorso vario, suddiviso in sei tappe, durante il quale i partecipanti si cimenteranno sulla sabbia e sulla roccia, tra dune, valli, territori di depressione e qualche oasi. Fantastica anticipazione della Dakar, il Rally dei Faraoni è anche l?ultima gara del Mondiale di Cross Country. Luci della ribalta quindi su chi è ancora a caccia di un titolo, ma senza disdegnare i coraggiosi che, senza fini di classifica, vogliono soltanto dare gas al loro veicolo in questa gara nel cuore del deserto africano organizzata dall’italianissima Jvd.
NEL SEGNO DI MARC
Tra le 90 moto iscritte, gli occhi sono tutti puntati sulla KTM dello spagnolo Marc Coma che, nel 2010, ha trionfato in tutti gli altri quattro appuntamenti del Mondiale e a cui ora mancano solo due punti per portarsi a casa il titolo.“Abbiamo fatto tanto quest’anno e non voglio gettare al vento una stagione fantastica – dice il sorridente spagnolo che oltre a due Dakar qui in Egitto ha già vinto tre volte – Per questo non prenderò rischi: la priorità è il Mondiale”. Discorso che fila perché alle sue spalle c’è il polacco Jakub Przygonski, sempre su KTM, che le sue poche chance iridate qui se le vuole giocare fino alla fine. Su quattro ruote il grande favorito è invece il francese Jean Louis Schlesser, alla prima partecipazione egiziana, che a bordo del suo “Buggy Schlesser” cercherà di sfilare il titolo delle due ruote motrici alla Chevrolet del connazionale Eric Vigoroux.
ESORDIO HARD
La prima tappa non sarà interlocutoria perché, abbandonata con un trasferimento la suggestiva cornice della partenza, la vera gara comincerà una cinquantina di chilometri fuori dal Cairo. Un totale di 440 chilometri che inizieranno subito con un fuoripista su fondo misto di sabbia e pietriccio che troverà presto le prime dune del deserto. Importante punto di riferimento per i piloti saranno i pozzi di petrolio, presenti ovunque nel paesaggio circostante. Tre i checkpoint previsti prima dell?arrivo al bivacco di El Rammak, dove tutti monteranno le loro tende per il sudato ma breve riposo prima di riaccendere i motori per la seconda tappa.