La Peugeot correrà il campionato italiano rally 2011. La “prognosi” è stata sciolta nel pomeriggio in una saletta riservata dello stand della Casa del Leone al Motor Show, mentre stavamo chiacchierando con Paolo Andreucci, campione tricolore, davanti alla 207 Super2000 esposta alla rassegna bolognese.

I vertici francesi hanno dato l’ok al budget per il prossimo anno, per cui il campione toscano può iniziare a programmare il futuro.

“Io ancora non ho saputo niente – ammette Paolo sorridendo sornione – ma sono molto fiducioso, l’idea è di proseguire con la Peugeot dopo aver conquistato due titoli di fila”.

Il toscano, se solo lo volesse, potrebbe scatenare il mercato del tricolore rally…
“Cerco la stabilità – prosegue Andreucci, toscano nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1965 – sono in una squadra molto competitiva e vorrei proprio continuare questa esperienza per scoprire fin dove si può arrivare”.

Il detto popolare dice: non c’è il due senza il tre…
“Facile da dire a parole, diverso è riuscire nell’impresa. Ci proverò, ma ogni anno diventa sempre più difficile!”.

È il pilota più esperto: quest’anno ha collezionato il quinto titolo tricolore. Oltre ad essere velocissimo, ha saputo costruire intorno a sé un sistema di lavoro molto efficiente. Meticoloso, preciso e puntiglioso, cura ogni minimo dettaglio della preparazione della gara e della conoscenza della vettura…
“A volte passo per essere un rompiscatole, mentre cerco di fare il mio mestiere al meglio. Non è facile restare al vertice di una categoria molto combattuta. Quest’anno abbiamo vissuto uno dei campionati italiani rally più belli, per cui non si può abbassare la guardia”.

La forza di Paolo, che è navigato da Anna Andreussi sua compagna anche nella vita, è di saper imporre delle sferzate nelle speciali che ritiene decisive, sapendo poi amministrare con grande oculatezza i rischi…
“Con l’attuale sistema di punteggio che non premia la vittoria – ammette Andreucci – era importante evitare degli errori che potevano costare cari, dal momento che per il titolo erano validi sette risultati su otto. Il primo prende 10 punti e il secondo 8: con sole due lunghezze fra chi vince e il piazzato, per recuperare un ritiro ci volevano cinque vittorie. Era importante, quindi, saper amministrare il proprio potenziale, anche se i rally attuali sono ormai delle prove di velocità”.

Saper andare forte in certi momenti e saper gestire la vettura nelle fasi più difficili è una caratteristica che si impara con l’esperienza?
“Non c’è dubbio, e si fa tesoro dei propri errori. Quest’anno bisognava evitare dei passi falsi, mentre nel 2011 se verrà cambiato il punteggio, adottando quello in uso in Formula 1 e nel mondiale rally, si potrà andare di più all’attacco. Con sette lunghezze di margine per una vittoria si potrà prendere qualche rischio in più… E lo spattacolo avrà da guadagnarne…”.

La 207 Super2000 curata dalla Racing Lion ha collezionato quattro successi: sono previsti degli aggiornamenti per arginare la crescita di vetture più recenti come Ford Fiesta e Skoda Fabia?
“Non staremo certo con le mani in mano, anche se Ford e Skoda possono giocare delle cartucce a livello normativo che noi e l’Abarth abbiamo già sparato. Ogni vettura di Super2000 può avere delle varianti opzione, vale a dire delle modifiche tecniche concesse in deroga: loro possono giocarsele tutte, mentre noi no. Diciamo che sulla carta hanno più margini di crescita. Se miglioreranno un decimo al chilometro non sarà un gran problema, ma se il margine dovesse crescere a tre decimi, beh allora la musica potrebbe cambiare”.

La Peugeot nell’anno del duecentesimo anniversario ha colto il titolo piloti e quello costruttori anche se disponeva solo di una vettura di punta…
“Ai due galli nel pollaio non ho mai creduto. Alla fine c’è sempre uno che prevale sull’altro ed è difficile trovare un equilibrio. Anzi spesso le coppie… scoppiano!”.

L’ideale, quindi, è avere le gerarchie di squadra ben definite…
“Beh, diciamo che è più facile avere una buona gestione del team. Se bisogna avere un clima conflittuale per avere due piloti di punta è meglio correre da soli”.

La Rai ha avuto il merito di ridare visibilità al tricolore riprendendo in diretta alcune speciali. Si trattava di prove spettacolo molto brevi dove non era concesso il minimo errore di guida e invece se ne sono visti più del dovuto…
“Non esprimo un parere nuovo, ma io sono più dell’idea di mandare in onda degli high light, piuttosto che delle prove corte in diretta. Per assicurare la copertura dell’evento si scelgono tratti di strada che facilitano le riprese ma non esaltano lo stile di guida dei rally, ma anzi spesso evidenziano solo gli errori. Comunque qualunque cosa si faccia per promuovere il campionato è positivo”.

Ci sono all’orizzonte dei piloti giovani che possono ambire a ruoli di vertice?
“Scandola, Campedelli e anche Signor ha fatto bene quest’anno. Hanno talento, ma mancano ancora di un pizzico di esperienza. Ci sono anche altre promesse, ma prima di ottenere dei risultati dovranno farsi un po’ di gavetta nel tricolore”.
Intanto Paolo, il Re Leone, si liscia la criniera…