Per destare il “gigante dormiente”, il questo caso specifico, il Rally 4 Regioni, un nome che manca dalla scena motoristica ormai da 25 anni, Roberto Rudy Dalpozzo e la TCS di Cesena, società promotrice di eventi, hanno effettuato una scelta soft riproponendolo, in questa prima edizione, in versione Regolarità Sport per auto storiche. Rudy ha voluto dedicare questo ritorno al ricordo del “padre padrone” di tale Rally: Siropietro Quaroni, con il quale ha collaborato per anni alla scelta del percorso e alla stesura del radar. Nelle sue 15 edizioni, il Rally 4 Regioni raggiunse picchi di gradimento impensabili, sfiorando persino la validità “mondiale”.

Sono trascorsi infatti ormai 35 anni dal giorno in cui la Lombardia sfiorò la possibilità di fare sua una prova valida per il Campionato Mondiale Rally. Era il 1976 quando il “4 Regioni” guadagnò in galloni di prova di riserva per il torneo iridato. Nato nel 1971 e balzato subito all’attenzione delle cronache sportive per la durezza, la tecnica e la spettacolarità che lo contraddistinse, ma anche grazie alla presenza fin da subito delle squadre ufficiali Lancia, Fiat, ai migliori piloti del panorama italiano e straniero ed alla vittoria nell’edizione inaugurale dei campioni nordici Lampinen-Davemport con la poderosa Fulvia HF, reduci dal terzo posto all’Acropoli. In soli cinque anni, Quaroni, allora presidente dell’Automobile Club di Pavia, riuscì a creare e poi a confezionare un evento rimasto negli annali del rallysmo. “Il fatto che in un lasso di tempo così breve riuscimmo ad ottenere un tale riconoscimento, vuol dire che si lavorò benissimo – ricordava Siropietro Quaroni in una delle sue ultime interviste concesse, prima di lasciarci prematuramente il 1° settembre 2007 – Quella del ‘76 fu senz’altro una delle edizioni più belle delle 15 organizzate, sottolineata oltretutto da una rilevante innovazione; unitamente alle comuni prove speciali vi fu l’inserimento delle Ronde. Fu in assoluto il primo rally in Italia ad adottarle. Erano tre: la Ronde Val di Nizza, la Ronde del Brallo e quella del Penice. Prove di oltre 50 chilometri da ripetere più volte e devo dire che fu un successo” – sottolineava con una punta di orgoglio. Oltre 1230 chilometri massacranti, 800 dei quali di prove speciali, tempi tiratissimi e pochissimo riposo. Gli addetti ai lavori definirono quell’edizione più veloce del Tour de Corse e più dura dell’Acropoli. Alcuni piloti invece, definirono Quaroni troppo “crudele”.

“Ho sempre asserito che: “se non si è campioni, al 4 Regioni non si vince” e così è stato. – affermava con quella fierezza che contraddistingue chi ha raggiunto l’obiettivo prefissato – Basterebbe guardare il suo albo d’oro per rendersi conto di quale levatura doveva essere un pilota per aspirare a scriverci il proprio nome”.

Per la cronaca, l’edizione ’76 registrò ben 158 iscritti e la vittoria arrise ai transalpini Darniche-Mahe con la Lancia Stratos dalla livrea blu Chardonnet, preparata da Maglioli a Biella, regina incontrastata dei rally dell’epoca. Bernard Darniche vinse dopo una lunga contesa con la Fiat 131 Abarth di Cambiagli-Sanfront. Successivamente, vincendo anche il Neige et Glace, il Touraine, lo Stoccarda, il Lyon-Charbonnieres, la Ronde des Vosges, Il San Martino di Castrozza, l’Antibes e il Baltic Rally in quell’anno l’accoppiata francese si aggiudicò il Campionato Europeo Conduttori. Ora il “4R” ritorna, i campioni di allora hanno dato la loro disponibilità per la grande festa alla quale chi vorrà partecipare avrà tempo sino alle ore 20 di lunedì 2 maggio per iscriversi alla gara in programma il 6-7 maggio.

 

Antonio Ciavarella

Sono il responsabile del progetto editoriale Rally.it. Inotre mi occupo di tutto quello che riguarda lo sviluppo e la grafica del portale.

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