“Sta arrivando un’altro equipaggio come si deve, pronti a darle di santa ragione a tutti gli avversari e far divertire il pubblico.
Al 1° Rally Delle Nuvole Infinite, parteciperanno gli agguerritissimi Lucie Vauthier e Gareth Roberts, una giovanissima francesina come direttore d’orchestra mentre alle note un biondino pazzo con i suoi strumenti preferiti: quaderno e interfono.
Partiranno da subito all’attacco e cercheranno di imporsi da subito, senza comunque perdere il divertimento e consapevoli di una agguerritissima concorrenza. Colin Mcrae navigato da Michael Park detto “beef”, equipaggio di grande esperienza e davvero ostici in auto, diranno la loro sin dalle primissime battute senza nulla togliere all’equipaggio Henri Toivonen e Sergio Cresto legatissimi, indivisibili e pericolosissimi, temibili anche grazie ad un’auto davvero mostruosa in PS.”

Mi sarebbe piaciuto un giorno scrivere un’articolo cosi, forse strano nella sua forma sintattica ma che riesca a far comprendere al pubblico che gran persone, hanno lasciato il mondo terreno non per seccatura o perchè non erano felici della loro situazione psicologica ma perchè facevano ciò che amavano…correre più forte di tutti in faccia al pericolo e con l’adrenalina a mille.
Credetemi quando si è già mezzi matti per questo sport e si ha anche l’occasione di salire per la prima volta su un’auto da corsa, più nulla potrà fermare la pazzia. I più matti arriveranno a pensare anche che “se morirò in corsa sarò più contento. meglio morire mentre mi diverto che morire a 90 anni da solo nel mio letto e in sofferenza” ve lo assicuro perché quello che vi sta scrivendo lo pensa e lo dice quando tocca i suoi picchi maggiori di pazzia.
Il motorsport è un mondo strano che presenta presone di tutti i tipi e con tante sfaccettature. Persone sicure di se ma anche altre con molte insicurezze ansie ma che dimenticano totalmente una volta allacciate le cinture e abbassata la visiera del casco, cambiando radicalmente. Solitamente le persone più schive, timide, introverse, poco sicure di se in gara diventano dei distruttori di gomme, macinatori di ingranaggi del cambio e dei generali pronti a dare sicurezza al più insicuro al mondo se sono alle note. Tutta gente ben consapevole dei rischi di questo sport, che ahime mette in gioco la cosa più importante di tutte, la vita. Non demordono mai e non hanno paura della morte o almeno cercano di non pensarci mai, perché anche se ogni curva potrebbe essere l’ultima per loro sarà comunque il momento migliore della loro vita

Un periodo nerissimo per il motorsport, gli incidenti gravi e mortali si susseguono ormai di settimana in settimana sembra essere tornati negli anni 60-70 quando si moriva con un niente e ogni domenica era un bollettino di guerra, forse non siamo nella stessa situazione di allora ma vicini.

Qualche mese fa nello stesso giorno ci furono due incidenti gravi e mortali in Francia e Belgio tra piloti e pubblico. Quest’ultimo weekend di Giugno nuovamente una duplice disgrazia:

16 giugno, 96° Targa Florio – Muore Gareth Roberts navigatore di Craig Breen, nella PS8 la prima della seconda tappa, impattando ad altissima velocità (si pensa 6° piena) un guard rails che penetra nella vettura.

16 Giugno, 29° Rallye des Vins Mâcon – L’equipaggio femminile Lucie Vauthier – Cécile Pages a bordo di una Citreon C2 R2 Max, nella PS1 sbandano colpiscono violentemente un muretto di un ponte che praticamente fermano la macchina li stessa con una decelerazione impressionante. La pilotessa Lucie Vauthier ha un trauma cranico, trasportata d’urgenza all’ospedale di Dijone non ce la farà, da pochissimo arrivata la notizia della sua morte.
la navigatrice Cécile Pages ferita grave invece sembra si potrà riprendere, ma ancora pochissimo si sa sulle sue condizioni.

Quando una massa di metallo è proiettata a 150 km/h su un muro, albero o qualunque altra cosa, c’è poco da fare. Anche con gabbie di sicurezza di ultima generazione e rollbar a 6 punti ci faremo comunque male davanti a una situazione del genere, potrebberò salvarci tenerci in vità, ma ne usciremo sicuramente con qualcosa di rotto. Purtroppo è nel DNA di questo sport, la velocità correlata cosi tanto alla morte e il dolore….ma non abbattiamoci, perché nonostante queste disgrazie dovremmo comunque ringraziare il celo dei tanti incidenti gravissimi che si sono conclusi con un graffio e della sicurezza che abbiamo nelle vetture. Dovremmo gioire anche delle tantissime soddisfazioni che ci lascia questo sport specie il rally che ci fa tornare a casa sempre con un sorrisone cosi.