In un batter d’occhio, senza neppure completare un respiro, si chiude un’altra Dakar sudamericana, ricca di emozioni e tranelli: i colpi di scena, talvolta giunti in un mix davvero inscindibile, hanno contribuito a trasformare questa Dakar in una gara il cui sapore è tutt’altro che amaro: un successo fra poche polemiche, forse talvolta giustiziere, come la storia narra, poco equo: se pensiamo a De Rooy, vero favorito di questa gara, che ha dominato, ma è stato tradito dal turbo del suo Powerstar. In effetti, quest’anno, ad eccezione dei camion, il rally è stato all’insegna dei “pronostici scontati”, come da previsione, hanno vinto Despres, Peterhansel e Patronelli. Per le analisi, comunque, ci saranno opportuni articoli, che saranno pubblicati nei prossimi giorni.

Fra le moto, vittoria di “Chaleco” Lopez su KTM, nella tappa di oggi, non particolarmente lunga, ma appesantita dal trasferimento, il quale, invece, ha dilatato notevolmente l’arrivo. Una beffa, concretamente, perchè alla soddisfazione di aver conquistato un altro successo personale, si contrappone la penalità subita ieri per la sostituzione del motore, la quale influisce per 15 minuti, sufficienti per cedere la seconda posizione a Faria. Rimane un risultato paragonabile alla vittoria, davanti al proprio pubblico il podio, anche in seguito all’incidente dell’anno scorso, è un collocamento nella classifica onorevole, che fa ben sperare per il futuro, essendo stato minaccioso rivale di Despres. Proprio a proposito del francese, oggi naturalmente più attento a non commettere errori, possiamo dire che la quinta vittoria è sembrata quanto mai facile, senza Marc Coma, ma fino a che punto il rally raid può essere definito tale?
Non dimentichiamo che alcuni protagonisti, come Barreda Bort, terzo stamane, hanno offerto prestazioni eccellenti.
Chiudono la top five assoluta Jakes e Pedrero Garcia, mentre il mattatore per cinque prove della gara, Pain, è solo sesto. Seguono i poco convincenti Rodrigues e Pizzolito, i quali si sono presentati alla Dakar con ambizioni maggiori.

Fra i quad, Patronelli non gioca al gatto e il topo, ma domina in modo semplice e lineare: sin dall’inizio ha costruito un margine così consistente da non essere spaventato da nulla: chiude il rally con un’ora e cinquanta minuti di vantaggio su Casale e Sonik, vera punta dell’Europa nel rally sudamericano nella categoria, di consueto “affare di famiglia” dei locali.

Capitolo auto, si mette in evidenza Roma, che ieri ha perso l’occasione di agguantare il podio, per coprire le spalle al leader Peterhansel, lasciando su un piatto d’argento, il terzo gradino a Novistkiy. Secondi e terzi Terranova e Alvarez, argentini dal grande potenziale, tuttavia disperso in eccessi di grinta. Seguono De Villiers, Chicherit e Gordon, altro piede pesante, fin troppo spesso autore di incidenti fra lo spettacolare e il disastroso. Nell’assoluta, se può gioire Sousa, sesto con l’Havel Great Wall, vettura in grande crescita, non può certo farlo Chicherit, come certamente Chabot, tanto veloci quanto poco concreti nel consolidare piazzamenti.
Insomma, Peterhansel, in una galleria di drivers di ottimo livello, ma troppo spesso incostanti, arriva a quota undici: come sempre, il punto di forza è stata una guida sobria e poco briosa, efficace ma non travolgente.

Fra i camion, Chagin, lo Tsar-coach Kamaz, può brindare: il trio Nikolaev-Mardeev-Karginov ha riempito il podio, lasciando a terra De Rooy, il quale non deve recriminare nulla a se stesso, tanta competitività, purtroppo bruciata da un evento tipico della Dakar. L’IVECO riparte per l’Europa senza bottino, ma con grandi basi per ripartire nel 2014, fra cui le notevoli innovazioni introdotte nella recente evoluzione del Trakker. Terzo di tappa Biasion, ci auguriamo che rilanci la sfida, puntando al prossimo anno, mentre Versluis, primo di giornata, è solo settimo con il suo MAN, ma in grande crescita, in altre parole, da tenere d’occhio.
Quinti e sesti Kolomy e Loprais, poco fortunati: l’assenza di camion di assistenza, è stata una carenza assai pesante.

Prossimo appuntamento, la settimana seguente, con un’analisi approfondita, in un viaggio dettagliato fra esperienze non solo sportive, ma anche di vita dei piloti.