Dal rally di Montecarlo, la cui tradizione e storia è unica nel calendario del WRC, riprende vita la serie mondiale, in continuità con il 2012, ma con premesse assai interessanti: sebbene la vittoria sia stata assegnata, neanche a dirlo, a Sébastien Loeb, è evidente che in assenza di quest’ultimo, se il livello delle gare in termini di competizione sarà più basso, certamente lo spettacolo sarà garantito. Il divertimento è stato puro, le nevicate abbondanti hanno coperto la maggior parte del percorso e ciò ha mescolato la classifica violentemente, creando solchi impressionanti nella classifica, ad esclusione proprio del nove volte iridato, il quale, anche in fase di gestione, non ha lasciato nulla ad Ogier, che a sua volta ha portato la Volkswagen, fresca di debutto, subito al secondo posto, autore comunque di una rincorsa interessante. Lo sfondo, perfetto per un Montecarlo da incorniciare, è stato macchiato dalle contraddizioni e dalle polemiche prima per un servizio di live timing pessimo, inefficiente, non degno di un mondiale rally, poi dall’annullamento delle ultime due prove, peraltro le più tecniche e affascinanti del Montecarlo, a causa di una presenza eccessiva di pubblico, evidentemente difficile da controllare. In seguito alla caduta di tre spettatori nel corso dell’ultima PS, forse gli organizzatori hanno optato per una decisione a scopo cautelativo, in virtù delle pessime condizioni della Lantosque-Luceram e della prova del Turini, lente, poco spettacolari ma soprattutto insicure. In fin dei conti, nonostante sia stata una scelta poco popolare, poco corretta nei confronti degli appassionati, ha accolto probabilmente le volontà dei piloti. La vicenda è ancora da chiarire, la sensazione è che le ultime fasi del rally siano state amministrate in modo superficiale, ma in questo caso, non prevale una ragione assoluta. Se non altro, resta un’edizione comunque di pregio, preambolo per una stagione che volta pagina, scrivendo una nuova storia.

CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI

Sébastien Loeb 10 e lode

Con un dieci e lode abbiamo chiuso il 2012, così apriamo il 2013, inevitabilmente: in palio c’è un trofeo il cui vincitore, indipendentemente dai risultati personali, mostra versatilità, doti strategiche e tattiche ed inoltre grandi abilità di guida in uno dei rally più difficili dell’Europa, unica gara del mondiale ad estendersi per ben quattro giorni, lunga oltre 450 chilometri. Loeb è proprio questo: dinamico al volante, ma anche al parco assistenza. E’ l’asfaltista per antonomasia, ma a Montecarlo, quest’anno, neve, ghiaccio e fango hanno trasformato il percorso, a tratti impraticabile: condizioni difficili rafforzate anche dalle temperature abbastanza basse. E senza dubbio, ad influire proprio sul solco abissale fra Loeb e Ogier, è stata proprio il fondo, sul quale vige la regola del perfezionista, del più accorto, insomma, di colui il quale incarna nella sua essenza la pulizia e la precisione al volante. Sintetizzando, Loeb respira a pieni polmoni, mentre gli altri inseguono con il fiato corto, fino a collassare, come abbiamo visto. Sembra un racconto dai vaghi toni astratti, ma il minuto e quaranta su Ogier, un distacco freddo e impersonale, contiene invece tutta la superiorità che io definisco tecnica del francese. D’altro canto, visto che è sempre più complesso raccontare le gare del nove volte iridato, è più corretto ragionare per numeri e impressioni: metà delle prove vinte per quanto concerne il primo aspetto, per il secondo, si pensi che anche in fase di “conserva”, ha conquistato la seconda ripetizione della Moulinet-La Bollene Vesubie, sulla quale invece la maggior parte dei drivers si sono arrampicati a fatica: fra statistiche e realtà concreta, nel mezzo c’è sempre Loeb. “PRINCEPS”

Sébastien Ogier 9
Ogier è il Sébastien “in formato terreno”, tanto per riprendere in mano alcune espressioni degli appassionati: in questo senso, è stato protagonista, in quanto unico e vero inseguitore di Loeb in forma più contenuta, costituendo una sorta di collegamento fra il gruppo che si estende per tutta la zona punti e il leader, sul bordo del quale ci sono dei veri e propri buchi in termini cronometrici. Ad ogni modo, obiettivi raggiunti per il francese, ha raccolto la piazza d’onore e soprattutto l’arrivo al traguardo, fondamentali per indirizzare lo sviluppo della vettura, in una gara comunque atipica, che prevede di natura distacchi dinamici e contemporaneamente variabili. L’incisività, poi, è l’arma di Ogier, vero valore aggiunto di questa squadra, maturato, quindi capace di concretizzare, altrettanto efficace nel dettare tempi e ritmi: i due successi in prova, seppur condizionati anche dalle condizioni meteo favorevoli, hanno premiato la coppia Volkswagen-Ogier, la quale, già al debutto, funziona perfettamente. Ha provato a combattere, poi ha dovuto cedere, anche per rispettare i paletti posti alla vigilia. Questo, è anche un weekend in cui molti si cimentano in pronostici e previsioni; tuttavia, realisticamente, è parso evidente, anche nel confronto interno al team, che prima di instaurare un feeling perfetto con la vettura è necessario altro tempo. Intanto, possiamo dire buona la prima…COMBATTENTE

Dani Sordo 7/8
Si dice, in un detto popolare, che la classe, l’esperienza non è acqua: in effetti, Sordo, sul fondo nevoso, poco pulito, non hai brillato in modo sfavillante, non si è preoccupato di condurre una gara con istinto e passione, bensì con fredda tattica, da vero veterano qual è, consapevole delle insidie del Montecarlo. Direi infatti che alla base della sua performance, c’è una gestione accurata delle proprie possibilità, realistica nell’affrontare ciascuna prova, ma non per questo sottotono. Ho apprezzato, per l’appunto, la sfida fra Novikov e lo spagnolo, una vera perla da scrivere come istruzione di guida per il Montecarlo: a spuntarla, non è stato il più veloce, bensì il più lineare: scelta che non ha pagato per il russo, come vedremo, in virtù delle pessime condizioni meteo del sabato. Soprattutto, è prezioso il risultato in funzione non solo della classifica, nel quale si slancia in una buona terza posizione, ma principalmente stabilisce il proprio grado paritario nei confronti del team mate Hirvonen. Sordo è stato a lungo considerato il gregario per eccellenza; a dispetto di ciò, sebbene sia presto per stabilire gerarchie, c’è un terzo posto convincente. PRESTAZIONE CONCRETA

Mikko Hirvonen 6/7
Il finlandese della Citroen disputa un rally in sordina, anche se come è noto, ogni pilota ha preferenze e gare invece decisamente favorevoli. Tuttavia, ciò non può giustificare la debolezza di una performance inconsistente, priva di quella forza di colui il quale dovrebbe essere invece il leader di una squadra completa ed efficiente. L’eredità è grande, ma anche i mezzi, eppure anche sul manto nevoso e ghiacciato del Montecarlo, in alcuni passaggi vicino allo stato delle PS svedesi, nelle quali dovrebbe pertanto esaltarsi. Difficile, insomma, comprendere la tattica adottata, probabilmente l’opzione difensiva è apparsa conveniente per avviare la stagione, in attesa di tempi prosperi, a partire dal rally scandinavo. Resta un quarto posto, l’ennesima medaglia di legno, un Hirvonen sempre più “prendere o lasciare”, raccoglie più quanto possibile, “fa la differenza” solo nel tempo, non certo nell’immediato. CONSERVATIVO

Bryan Bouffier 7/8
Dopo il secondo posto allo Janner Rally di eccellenza, ottima gara in preparazione del Montecarlo, si rilancia con lo stesso vigore in casa, con la volontà non solo di ben figurare, ma anche di raccogliere un risultato per emergere nel contesto mondiale, al quale diverse volte si avvicinato, toccandolo, ma senza entrarvi con decisione. L’occasione, quindi, offerta da Citroen, si è presentata ghiotta, l’opportunità per potersi aprire porte ben più ampie di quelle già spalancatesi fino ad ora. Come dire, firma una performance nel suo stile, è capace di sorprendere, di divertire, su asfalto viscido ostenta destrezza e ingegno, può cadere in modo improvviso, per rialzarsi con ancor più caparbietà. Quest’analisi, inoltre, va compiuta valutando la sua posizione di debuttante in una WRC: non è sempre facile avvicinarsi alle nuove vetture in tempi assai ridotti. Vince anche sulla prova del Turini, dominando nettamente e cogliendo così una prestazione di tutto rispetto, importante, se coniugata con una stagione 2013 positiva, per dare vita e forma ad un programma più articolato nel WRC. PROMOZIONE A PIENI VOTI

Mads Ostberg 6,5
L’uomo di punta Ford, che tanto abbiamo elogiato l’anno scorso per prestazioni addirittura superiori a quelle degli ufficiali in Ford, per l’impressionante costanza, inizia male la sua stagione con la casa dell’ovale blu da “semi-ufficiale”: mostra grande energia nel rimontare, nella fase centrale della gara è molto competitivo e sul ghiaccio, così come sul manto nevoso, si esalta recuperando costantemente, ma ha pagato a prezzo salato una certa inesperienza (ricordiamo che è il suo primo Montecarlo), la quale lo ha costretto a lottare contro la propria vettura, essendo il setup tutt’altro che ottimale. La poca precisione, anche diversi problemi tecnici, hanno sin dall’inizio inficiato, danneggiato l’esito conclusivo, corrispondente a un sesto posto più che buono, considerando il grave gap accumulato precedentemente. Punti importanti per ripartire in Svezia, magari con un altro spirito. SOTTOTONO

Martin Prokop 6
Il ceco, al secondo anno con Ford nel WRC, è autore dell’ennesima prova modesta, regolare, ma sempre al valico fra la zona punti e la zona superiore: è un pilota valido su tutti i fondi, asfalto, neve e terra, il livello è buono, ma manca il salto di qualità. Per certi versi, lo paragonerei a Matthew Wilson, capace di firmare piazzamenti nella top ten regolarmente, tuttavia in difficoltà nell’oltrepassare la soglia della top five. Così si può raccontare quest’esperienza al Montecarlo, poco briosa, da “temporeggiatore” abile, considerando le insidie del rally, ma troppo incolore per impressionare. E’ un sei di conferma, in attesa di un miglioramento su terra. OPACO

Michal Kosciuszko 6+
Il polacco cattura l’ultimo punticino a disposizione per la Mini del team Motorsport Italia, concludendo, sommariamente, il primo rally della carriera nella categoria maggiore con esito positivo. Senza menzionare, ancora una volta, i gravi problemi di sviluppo della vettura, a causa dei quali si evidenziano frequenti problemi al motore tuttora, come accaduto a Kosciuszko, l’andamento cauto, di chi cerca di entrare in punta di piedi , senza generare rumore, nel circus in modo progressivo. E’, pertanto, una prestazione apprezzabile, poco “appariscente”, ma già positiva, specie se messa in relazione con quanto fatto, ad esempio, da Prokop. Con una giusta dose di sobrietà, in funzione dei limiti del programma Mini, c’è la possibilità di emergere nel contesto rinnovato del WRC. ESORDIO DISCRETO

CLASSIFICA WRC2-S2000

Sepp Wiegand 8
Il rally di Montecarlo è un appuntamento di contrasti, che serve per misurare, in modo approssimativo, quali cambiamenti, in direzioni opposte, sono avvenuti fra una pausa e l’altra. In questo senso, Wiegand ha chiuso un 2012 di apprendistato, per aprire la pagina della vera competizione. All’esordio su una S2000, non riuscì a stupire, abbastanza lontano dai team-mates Skoda, poco vigoroso e in critica difficoltà su asfalto. L’opportunità del WRC2, una vera occasione della vita, si comporta in modo eccellente, inserendosi nella bagarre della top ten e del WRC, dominando sul sempreverde Burri. Al tedesco si possono contraporre Lappi e Betti (s.v.), i quali seppur provenienti da “scuole” differenti, per quanto efficaci e competitivi, hanno sparato la prima cartuccia “a vuoto”, senza concretizzare punti, lasciando all’unica S2000 della serie la vittoria, comunque ben controllata. IN CRESCITA

Armin Kremer 7+
Il tedesco della Stohl Racing raccoglie un piazzamento assolutamente di prestigio, addirittura sul bordo della top ten, acciuffando invece la piazza d’onore nel WRC2, dovendo cedere a Kosciuszko solo nel finale. Valutando la sua semi-permanenza nelle gare di grande visibilità, disputate in modo sporadico, l’undicesimo posto assoluto è un vero successo personale. Servono, ad un WRC in fase di ripresa, figure di notevole rilievo, al fine di accrescere la competizione fino ad ora povera nelle serie minori.

ALTRI:
Yuriy Protasov 6/7
Rashid al Ketbi 6+
Ricardo Trivino 6
Lorenzo Bertelli 6

CLASSIFICA WRC 3/2WD

Sébastien Chardonnet 9
I Sébastien nell’ambito del motorsport godono di uno spiccato successo, a partire dalla F1, passando per Ogier, Loeb e infine Chardonnet. L’appoggio offerto da FFSA l’anno scorso è stato rilevante, ma al passaggio “duro e crudo” dalle due ruote motrici alle WRC non ha sofferto difficoltà, lottando già con i bigs. Con Poutot (7,5), ormai veterano del Montecarlo, ha innescato prima una sfida corpo a corpo, culminata con il ritiro di quest’ultimo, successivamente, rimasto senza rivali nel WRC3, ha dato prova di grande impavidità, considerando la scalata della classifica a ridosso delle R4 e delle WRC, in un rally che certo non privilegia, in tali condizioni, le R3. Insomma, Chardonnet sembra già inserito nel programma Citroen e soprattutto, è interessante osservare il ricambio generazionale all’interno della scuola francese, al punto tale che l’offerta è maggiore della domanda.

Andrea Crugnola 9
Assegniamo lo stesso voto di Chardonnet in quanto propone una performance esattamente straordinaria come quella del pupillo Citroen, ma a proposito di osservazioni, di offerta e di domanda, l’Italia può lanciare nel contesto internazionale prodotti di qualità, Crugnola in testa insieme a Campedelli. Tuttavia, questi drivers pagano una certa arretratezza di un sistema di finanziamento sportivo, anche in termini culturali, non usufruendo paradossalmente di supporti nostrani. Porta a testa alta il tricolore fra le 2WD, introducendo un paradosso che è sempre più destinato a diventare quotidianità, cioè l’assenza di una scala fondata sulla meritocrazia. Crugnola, posando la propria impronta “pesante” al Montecarlo, lascia un segno indelebile, alla quale però in molti sembrano ingiustamente indifferenti. Chiudiamo con una nota di colore, con il settimo posto sulla Lantosque-Luceram, qualcuno si può veramente chiedere se fra le mani dell’italiano ci fosse una R3T o una WRC..

Christophe Caillet 8,5

CLASSIFICA RITIRI

Evgeniy Novikov 7,5
Un’occasione persa, un dispendio di energie straordinario, consumate per poi disperdere quanto ottenuto in colpo solo. Sono note le difficoltà della Moulinet-Bollene Vesubie, inoltre nelle condizioni pessime in cui versava la prova, era prevedibile qualche colpo di scena. Potremmo criticare la condotta impetuosa, travolgente rispetto ad una classifica che ha scalato senza difficoltà, mettendo in pratica una risalita straordinaria dal nono posto fino al podio; tuttavia, sebbene il Montecarlo non segua questo spirito, il quale richiede certo più versatilità “nel premere l’acceleratore”, è opportuno sottolineare questa performance, in quanto potrebbe dare vita a uno scossone nel team Ford, imponendo una figura in netta emersione, cioè quella di Novikov, da due anni a questa parte pilota di primo piano. In un team di “primi”, senza gregari, giovane nella forma e nella sostanza, ci sarà un’aspra contesa per la leadership. Intanto, il russo segna, nonostante il ritiro, a causa di una “toccata” abbastanza dura contro un muretto, un gol a suo favore. Adesso, sono attese le durissime prove della neve svedese e della ghiaia messicana. TEMERARIO

Thierry Neuville 5,5
Proseguendo nella catena dei piloti Ford ritiratisi, non possiamo non spendere due parole anche per il belga: protagonista di un buon inizio, si è ritirato immediatamente, in seguito ad una toccata analoga a quella di Novikov alla chiusura della prima giornata: il modo peggiore per avviare una stagione in cui deve dimostrare di poter dare una svolta alla propria carriera, concretizzando un talento già affermato e ben consolidato. In un rally in cui si sarebbe potuto imporre almeno nei termini del proprio team, puntando subito al podio, contribuisce al “suicidio” Ford, che rimane così con due sole vetture in zona punti.

Julien Maurin 6-
Fra i tanti giovani sfornati dalla scuola del rally francese, in questo caso di asfalto, c’è anche Maurin, il quale, assicuratosi un cospicuo supporto economico, è ormai presenza fissa fra le WRC della prestigiosa gara: meno fortunato per quanto concerne l’aspetto dei risultati, due incidenti in due anni, senza cogliere soddisfazioni in termini prestazionali, bensì lottando nelle retrovie. Non si può negare, comunque, che a confronto dei piloti internazionale non ha sfigurato: a mancare è quella dose di tecnica, per definirsi “esperto a tutto tondo”.

Jari-Matti Latvala 5,5
Latvala nella prova del Montecarlo, fondamentale per tastare le prime sensazioni nel nuovo team, essendo cresciuto quasi esclusivamente nel contesto Ford, è stato “assente prima nella prestazione, comunque più che sufficiente, poi è mancata la giusta regolarità per conservare una top five positiva, in quanto costruita in modo progressivo: il finlandese, d’altro canto, è fatto così, non riesce a mettere in cassaforte dei punti, perché l’unico obiettivo è il successo: espressione di grande ambizione, ma è un atteggiamento assolutamente insostenibile nel ruolo decisivo che gioca all’interno della Volkswagen, marchio debuttante che inevitabilmente richiede l’attento sviluppo dei suoi drivers. Allora, come è possibile, ancora una volta, da cinque, quattro anni introdursi nella nuova stagione con un gap, con una penalità così importante? Il ritiro, in suo stile, molto spettacolare, è stato quasi un ritorno al passato, come già detto, impossibile da riportare in questa nuova esperienza, iniziata all’insegna dello scetticismo dei “critici”. MESTO RITIRO

CLASSIFICHE A SQUADRE

Citroen 10
Dieci ma senza lode, perché pur rinnovando la compattezza di una squadra che dispone, forse dei tre piloti più esperti del circus, i quali, sotto la supervisione dello straordinario Loeb, hanno controllato il rally in tutte le sue dimensioni, hanno accusato un lieve calo nei confronti di un Ogier in grande forma. La gara del Montecarlo ha tuttavia confermato che la forza della Citroen consiste proprio nella grande solidità interna, ovvero la capacità di costruire prestazioni con regolarità, senza dislivelli. Non si dimentichi che la gara monegasca è solo l’antipasto, non la guerra ma una battaglia, nella quale sia Sordo che Hirvonen, pur non convincendo nel contesto di un singolo evento, sono stati i più accorti, i più cauti, non hanno spremuto tutto il potenziale proprio in virtà del fatto che avrà ancora una volta la meglio colui il quale riuscirà a raggiungere ottimi risultati senza rinunciare ad una certa linearità di tali piazzamenti. In un certo senso, i giovani, Volkswagen e Ford, sfidano il colosso, la fortezza qual è Citroen: lotta ambiziosa, perché il passaggio di staffetta avviene progressivamente, ma in modo efficace. Nucleo di potenza esponenziale è, pertanto, la robustezza e la perizia, dal campo di gara fino al paddock.

Volkswagen 9,5
Debutto a due volti per la Volkswagen, la quale, pur superando il primo e quanto mai difficilmente valicabile ostacolo del Montecarlo con una piazza d’onore, deve prendere atto del ritiro di Latvala, unico aspetto “in ombra” di un debutto elegante, sobrio, senza obiettivi ambiziosi, di coloro che si insediano al primo anno con il proposito di crescere, perché in fondo la Volkswagen non ha una “cultura moderna” del rally, ma contemporaneamente la meta non è quella di diventare “piccoli protagonisti” ma leader del WRC. Ogier, in questo senso, ha interpretato perfettamente la missione della casa tedesca, prendendo in mano le redini e cavalcando in modo eccellente la Polo, già molto efficace. Con una giusta opera di consolidamento, ci saranno ampi margini di miglioramento.

Ford 6+
E’ una squadra giovane, totalmente rinfrescata, alla cui guida c’è sempre Wilson, ma sia nella forma che nella sostanza (anche se, Aristotele affermava che la forma è sostanza…), considerando anche l’ausilio dei team di DMACK, è uno squadrone un po’ disordinato di giovani coraggiosi alla ribalta: Ford ha puntato molto sulla politica di rilancio, ma fino ad ora il grande animo, la notevole combattività dei componenti della casa dell’ovale blu si è dispersa, un volume di fuoco iniziale poco concentrato, con una metafora, di fatto trasformatosi in una vera disfatta, con la sola guida Ostberg rimasta a difendere l’onore, ma solo in sesta posizione. E’ solo il primo appuntamento, tuttavia già dal decisivo rally di Svezia sarà fondamentale una svolta energica.

ANALISI DELLA GARA

Rally Montecarlo 8

Composizione del voto:
Qualità delle prove: 9,5
Spettacolarità: 9,5
Qualità della lotta (WRC, WRC2, WRC3) 7+
Organizzazione della gara: 5

Difficile separare il miscuglio, il groviglio, l’intreccio formatosi in questa gara. Noi siamo, per usare un termine in voga, “super partes” e valutiamo la prova senza fondo polemico: sebbene sia indiscutibile la raffazzonata gestione delle ultime prove, considerando anche la confusione innescata dal live timing, che penalizzano, sporcano il fascino del Montecarlo, non possiamo appunto, per tale motivo negare, come sopra indicato, prima il valore indiscusso di un appuntamento il quale, di consueto, si celebra sullo sfondo almeno parzialmente “imbiancato”: da un 2012 abbastanza secco, si è giunti ad un 2013 a tratti vicino, in quanto a precipitazioni nevose, al Rally di Svezia. Peccato, appunto, che nonostante la grande qualità, storica e tecnica della gara, il contorno sia stato assolutamente indecente.

Pilota del Montecarlo 2013: Andrea Crugnola
Dipingiamo con tocco di tricolore questo Montecarlo, lasciando, per un momento, al loro posto i mattatori. Crugnola è stato il leader nazionale all’estero, portando finalmente un po’ di italianità al WRC e sebbene non faccia parte del WRC3, nel contesto Citroen è senza dubbio una punta, un attaccante di razza: la top five conquistata al Montecarlo, in piena lotta con Chardonnet, sfida peraltro “ammazzata” solo da problemi di diversa tipologia, è la piena dimostrazione che anche in Italia c’è un vivaio molto ricco di drivers eccellenti, peraltro protagonisti di un periodo ambiguo, che si può definire del “post-Lancia”, in quanto dal ritiro della casa italiana, in modo progressivo, senza reazioni, l’Italia ha perso tutte le sue pedine in campo. Può esserci una svolta a quel tabù, abbastanza opinabile, secondo cui la partecipazione nazionale è dipendente dall’impegno di una casa automobilistica connazionale?

WRC 2 e WRC 3: un balzo in avanti?
Guardando all’ERC rinnovato, al WRC2 e al WRC3 che rivedono gli schemi d’altro canto vecchi del WRC, è sempre più evidente che il motorsport, anche in momenti di difficoltà, se possiede in primo luogo una certa efficienza ed un determinato ordine, è possibile attrarre comunque un parco piloti interessante: la collaborazione fra squadre e FIA, sebbene talvolta dia vita a fenomeni anomali, attraverso i quali i team hanno più potere della Federazione, resta fondamentale un contatto fra le due entità: i Trofei, ad esempio, interni al WRC, sono mezzi in crescita per l’espansione della serie.