Il secondo appuntamento dell’ERC si apre, ancor prima che con la vittoria di un Ketomaa attento, con l’esordio della Lettonia nel campionato. Un ingresso non solo formale, ma che integra un paese del Mar Baltico nella galleria di rally europei così variegata: dai tradizionali Sanremo e Ypres, giungendo fino alle new entries, dalla già citata Lettonia e Romania. Non assistiamo, tuttavia, ad una disinteressata partecipazione, preparata per colmare un “buco” nel calendario, bensì ad una scelta ponderata, curata, per essere lanciata con successo. Essendo uno dei primi appuntamenti, giovanissimo ed uscito “allo scoperto” solo in questi mesi, da un punto di vista agonistico il duello Ketomaa-Breen, che noi abbiamo raccolto con una battuta, un botta-risposta, è stato positivo e appassionante, condito da qualche sorpresa. Da un punto di vista qualitativo, inoltre, c’è anche sostanza, c’è personalità, c’è colore: insomma, non una gara anonima, ma dal potenziale grande, grazie ad un’atipicità di cui l’ERC ha bisogno per arricchire il proprio ventaglio, anche culturale. Sullo sfondo, infatti, c’è un rally che si snoda, ad altissime velocità (ben oltre i 100km/h), attraverso le pianure boscose della Curlandia, tra le due affascinanti città di Liepaja e Ventispils, simbolo di una nazione dinamica e moderna. Un’apertura a nuove frontiere, non solo geografiche, ma anche sportive…

CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI

Jari Ketomaa 9
Ricollegandoci a quanto detto nell’introduzione, la vittoria di Ketomaa è stata calcolata, un obiettivo perseguito nel tempo, senza fretta, ma con grande calma e freddezza. E’ in questi punti che Ketomaa ha costruito le fondamenta della propria vittoria, ma non è da meno il contributo offerto dalla propria vettura, la RRC, la quale si è adattata perfettamente alla conformazione del percorso, rapido e pertanto aderente alla grande agilità e alle qualità telaistiche della Fiesta, la quale ha subito uno sviluppo che ne aumentato la reattività, punto debole rispetto alle S2000. Il finlandese, ad ogni modo, mette un autografo pesante, in una gara-test per il rally di Svezia, in quanto si è confrontato direttamente con un “giovane veterano”: in apparenza un ossimoro, ma concretamente Breen è stato un duro, durissimo rivale, la cui esperienza è già invidiabile. Tuttavia, procedendo all’inizio cautamente, ha prima salvaguardato e consolidato il secondo posto, nella consapevolezza delle grandi insidie celata dallo spesso ghiaccio formatosi sul percorso notturno; poi, in ripresa, il sabato ha applicato tutto il volume di fuoco potenziale, scavalcando il leader “di misura” Breen in un colpo solo e successivamente ha inanellato una serie di vittorie schiaccianti, sufficienti per poter tranquillamente guidare la classifica. Nell’insieme, una performance, quella firmata da Ketomaa, lodevole, in quanto incisiva, ma anche ben calibrata: un “mix”, vincente, potremmo dire. E’ stato, a suo sfavore, un successo con il favore dei pronostici, considerando anche la platea ristretta di competitors. GARA DI CONSAPEVOLEZZA

Craig Breen 8/9
L’irlandese ritorna nell’ERC con Peugeot con una prestazione di grande spessore: senza puntare di fatto alla vittoria, lancia una sfida, forse inaspettata, a Ketomaa: per mezzo di un dominio assoluto nelle prime cinque prove, ha conservato un piccolo vantaggio sul rivale, posando pertanto una piccola ipoteca svanita nel corso della sesta PS, in cui il finlandese ha rotto gli indugi, dopo una prima fase di “temporeggiamento”: in seguito, come abbiamo denotato, ha dovuto solo inseguire, con l’affanno di chi spende tutte le proprie energie rimaste, senza avere la materiale possibilità di ottenerne un beneficio. Insomma, un combattente di prima selezione, pluricampione in crescita rilevante, ma che l’ultimo giorno, con accortezza, ha mollato progressivamente la presa, dopo delle piccole rotture che hanno compromesso anche la stabilità e l’affidabilità della vettura stessa. Un “botta e risposta”, come abbiamo intitolato, fra protagonisti bellicosi, appassionante, su un fondo che non perdona errori e che induce invece i partecipanti a cadere nelle sue trappole. Ciascuno ha avuto il suo spazio di gloria: l’esordio, in territori avversi e ostili, più favorevoli ai nordici, è stato molto positivo ed è, dunque, un’ottima base di partenza su cui proseguire. TREND POSITIVO

Francois Delecour 7/8
La gara del francese, che ha chiuso il podio, sotto un certo profilo è il ritratto di un combattente nato, di colui il quale osa a prescindere, perché è nel suo istinto di puro rallista; tuttavia, siccome dobbiamo anche valutare la sua posizione in funzione del campionato, del quale sarà protagonista, dobbiamo anche evidenziare che l’atteggiamento di Delecour, il quale ha spinto al massimo con tutte le proprie energie, è stato in alcuni tratti controproducente, origine di una lotta con Lukyanuk imprevista. I numerosi errori, accompagnati da problemi alla scatola del cambio, hanno fortemente inficiato la prestazione e, seppur l’esito sia stato definitivamente positivo, magari è mancato lo spunto per ambire, considerando questa penalità, ad una seconda piazza. E’ stato, ad ogni modo, significativo l’episodio della prova tre, nella quale, guidando con una sola mano, a causa di una porta aperta, ha segnato il secondo tempo a pochi secondi da Breen. Un inconveniente che ha certamento aperto una breccia nella prestazione del francese, sommatosi successivamente a tante uscite di strada le quali, complessivamente, presentano un conto pesante, rilevante sul gap conclusivo, vicino ai tre minuti. Piace agli appassionati, è senza dubbio popolare il suo stile di guida, sporco ma spumeggiante ed emozionante, su un fondo che di natura non è il suo: lo attendiamo con la stessa grinta e caparbietà alle Canarie. BRIOSO

Jan Cerny 7+
E’ quanto mai curiosa la combinazione fra giovani e veterani in questa gara, Ketomaa e Breen, Delecour e Cerny, storie di schermaglie originali, ciascuna una storia a se stante: i primi due si sono impegnati in un corpo a corpo, gli ultimi due in un confronto a distanza. Indubbiamente, la prestazione del ceco, si può riassumere in due filoni: il primo, molto negativo, caratterizzato dalla legittima difficoltà nel trovare il feeling, ma anche da un problema ai freni. Nel momento invece di avviare una rimonta, non graduale, bensì vigorosa ed energica, è entrato nella partita “di quelli che contano”, fra le S2000, impressionando nonostante l’esigua esperienza fra le vetture quattro ruote motrici. Abbandonando quindi lo spirito calcolatore, si è gettato in un inseguimento, alla caccia del podio, sfiorato nel finale. D’altro canto, l’obiettivo perseguito è quello di crescere nell’ERC, ottima palestra in ottica formativa. IN CRESCITA

Raimonds Kisiels 6-
Kisiels è uno degli idoli locali, dobbiamo ammettere, non fra i più interessanti da seguire, ma l’unico a poter lottare, da un punto di vista tecnico, alla pari con i protagonisti. In altre parole, ha condotto un rally modesto, sufficiente, è rientrato nella top five (ndr, classifiche FIA ERC), ma senza stupire, avendo subito un distacco di quasi sei minuti, senza essersi mai reso protagonista di veri colpi di coda, bensì di un incolore confronto fra i piloti Produzione. Il picco da evidenziare, è stato nella prova spettacolo, nella quale ha sopravanzato uno Svedas caduto in crisi, un “bordo” di luce nell’ombra. PRESTAZIONE MEDIOCRE

CLASSIFICA PRODUZIONE

Vytautas Svedas 7,5
Non è il mattatore del Produzione, anzi, il crollo nella leg 3, è indice di una regolarità a intermittenza, tuttavia il sistematico ritiro di numerosi leaders, ha condotto, passo dopo passo, il lituano al comando del Production Cup: primi fra tutti Gryazin, Lukyanuk e Plangi, che compongono un mosaico interessante di piloti provenienti da paesi dell’ex Unione Sovietica, a proprio agio sul fondo ghiacciato. In tal modo, è stato un gioco di famiglia, di cui a giovarne è stato proprio Svedas, all’inizio molto aggressivo in seconda posizione di classe, in discesa la prestazione nel finale: in una gara “infiammata”, specie nel Produzione, la costanza è stata la chiave vincente. LETTURA DELLA GARA VINCENTE

Egle Avis 7

Raul Jeets 6,5

Jaroslav Orsàk 6+
Nonostante abbia dimostrato in diverse occasioni rimarchevoli abilità sul fondo nevoso, sul quale riesce a distinguersi, in occasione del rally lettone, nel quale peraltro si è messo in gioco con grande spirito, non è emerso invece un potenziale tale da inserirsi nella fascia di drivers locali i quali hanno non di rado dimostrato di avere un margine che definirei perfino naturale: difficile fare la differenza in casa avversaria, in un rally solo ora messo in luce dall’ERC. Vince, diciamo così, la sfida fra i piloti dell’Europa Centrale, con un buon quarto posto di classe; inoltre, prende in mano la leadership e due punti nella generale.

Vitaliy Pushkar 6-

Vasiliy Gryazin 6,5
Il giovanissimo pilota russo, ad appena diciannove anni, è già un protagonisti della scena: conosce bene gli sterrati lettoni e vuole lottare per la vittoria nel Produzione: obiettivo ambizioso, ma raggiungibile: tuttavia una foratura nella terza prova è stata decisiva per compromettere una rincorsa già accesa rispetto al leader Lukyanuk. In questi giorni parteciperà anche al Rally di Svezia, importante vetrina internazionale, utile per riscattarsi da un weekend “storto”.

CLASSIFICA 2WD

Risto Immonen 9
Immonen è uno di quei tanti prodotti straordinari finlandesi, piloti cresciuti nell’ambiente nazionale che all’estero spuntano sin dalla prima occasione, trovando subito un notevole appeal: si pensi, ad esempio, a Esapekka Lappi o Mikko Pajunen. Considerando che finalmente l’ERC ha raggiunto un buono standard qualitativo, il successo di classe, giunto dopo uno scontro durissimo con Lefebvre, è sinonimo non solo di una palestra efficace per antonomasia, ma anche di un pilota, come tanti altri in Finlandia, che cresce, in particolare su neve e sterrato, con spiccate abilità, le quali entrano nel bagaglio sportivo e che di conseguenza, conducono ad avere una sensibilità ormai proverbiale. Firmare, ad appena ventidue anni una performance così eloquentemente autorevole, può essere una mossa decisiva nella sua carriera.

Stephane Lefebvre 9
Da una parte, lo specialista finlandese, dall’altra Lefebvre, proveniente da una scuola altrettanto evoluta: la sua esperienza, già invidiabile su terra e asfalto, è stata decisiva per entrare nel programma Sainteloc, con il quale si è avviato nello sviluppo di una 208 R2 davvero promettente, molto agile, capace di lottare, anche su sterrato, con le vetture N4. Un duello fra “grandi” d’Europa, i giganti che dominano la scena non solo del WRC, ma del rally più in generale. Il cedimento, nel finale, a causa di un problema al cambio, non ha inficiato una prestazione che infonde fiducia in un progetto già molto curato. Assolutamente scenografica la maneggevolezza della 208, chiave assolutamente primaria per ottenere un risultato di rilievo in Lettonia. Un binomio ben riuscito.

Elwis Chentre e Hannes Danzinger 6
I temporanei protagonisti del campionato, peraltro i più accreditati in questa impresa, vengono improvvisamente a mancare in un appuntamento decisivo, entrando in una spirale di tribolazioni. Il secondo, infatti, nonostante dei buoni tempi cronometrati, ma non certo eccellenti, si è ritirato per la rottura della pompa dell’acqua; il primo, dopo una sequenza di difficoltà, ha chiuso solo sesto di classe senza impressionare. Poco incisivi, ma è attesa una svolta su asfalto.

CLASSIFICA RITIRI

Alexey Lukyanuk 8
Lukyanuk è l’indiscusso exploiter del rally: ad ogni evento, si presenta sempre un leader pronto a sfidare i migliori interpreti nazionali. Nell’impari testa a testa con Delecour, è spuntato diverse volte, dimostrando la stessa grinta del francese, alla quale ha sommato “un valore aggiunto”, cioè la conoscenza dei percorsi e grande versatilità, anche considerando l’handicap in partenza. Inoltre, ha pagato a caro prezzo una lieve incostanza iniziale; senza mai mollare la presa ha voltato pagina ed ha incasellato una serie di piazzamenti vantaggiosi, sufficienti per recuperare su Delecour, a volte troppo maldestro. In un affronto fra alacri, corpo a corpo, ha avuto la meglio a lungo, fino al decisivo errore nel finale, che ha danneggiato la vettura in modo irreparabile, ad un passo dal traguardo. Resta lo show offerto insieme a Delecour di grande spessore e qualità, oltre che il Colin McRae Award, assolutamente meritato.

Siim Plangi 6,5

SPECIALE-APPROFONDIMENTO

ERC Rally della Lettonia 8,5
Organizzazione 9+
Qualità Spettacolo 7,5
Qualità percorsi 9

Non è un nove, perché la gara deve maturare; ad ogni modo l’elogio agli organizzatori non solo è appropriato, ma anche dovuto, perché sono stati messi insieme dei pezzi, dei tasselli per creare un puzzle decisamente originale e fantasioso, frutto di un incastro ottenuto con successo. Prove veloci, nelle quali conta l’istinto, la tecnica, la sagacia, unita alla neve e al ghiaccio che ha trasformato il percorso in una “pista da pattinaggio”. Un lavoro molto curato, forse la scarsa presenza di neve ha alterato la velocità media prevista, ma ciò non inficia il prestigio di un debutto autorevole nella serie.

Le serie minori dell’ERC 10
Da trascurate e abbandonate, sono diventate co-protagoniste al fine della ricostruzione dell’ERC, sulle macerie di quel che rimaneva, contribuendo ad una scena completa, a tutto tondo, non solo estesa alle prime posizioni, inglobando così un novero corposo di piloti in lotta per più classifiche. E’ uno dei tanti campi su cui puntare e intervenire per ripristinare la credibilità dell’Europeo rally.

Pilota ERC Lettonia: Francois Delecour
Allo Janner abbiamo premiato un pilota produzione, Harrach, per la notevole efficacia di guida e flessibilità in funzione della variabile metereologica; oggi premiamo Delecour per meriti di tutt’altro tipo, ovvero uno stile tradizionale, di chi ha esperienza decennale e corre a briglie sciolte, senza particolari vincoli; è un pilota che appassiona, scalda e vivacizza il pubblico, c’è personalità e gusto alla guida: un driver rusticano, tradizionale, insomma. E’ ciò di cui c’è bisogno nel rally.