Abbiamo definito questa gara dei “piccoli protagonisti” proprio in virtù del fatto che ha coinvolto in maniera attiva tutti gregari, gli scudieri e coloro che, più in generale, sono partiti con il ruolo di exploiter. Viceversa, con Ostberg, Ogier e Hirvonen fuori sin dalla prima PS, si è rimescolata immediatamente la lotta al vertice del campionato: non bisogna infatti dimenticare che, al di là della classifica attuale, il trio suddetto è costituito dai tre “capitani” delle tre squadre principali. Una torta di gloria spartita in tante porzioni diseguali, fatte di performance frivole e discontinue ed altre consistenti, primo frutto di un progresso più regolare. E’ lecito pensare, dunque, a Latvala, autore di una prova dalle sfumature storiche: è il primo successo con Volkswagen, dopo aver trascorso un’ampia fase di carriera in casa Ford. E’ il segnale, ora più che mai, di un fulmineo passaggio di staffetta: la Polo si è presentata, nell’insieme, come una vettura efficace, precisa, curata anche nell’aerodinamica, frutto anche di acquisti eccellenti come Willy Rampf, tecnico dal curriculum ricco e variegato. Del resto, già dall’Argentina si era accesa una spia, chiaro avviso dell’ingresso di Latvala fra coloro che contano. Da una vettura nervosa, nelle mani del finlandese, troppo instabile e imprecisa, è diventata precisa e pulita, completando pienamente il sogno tedesco. Diciamo, quindi, che l’Acropolis è una sorta di cerniera, il limbo che collegherà una fase nuova, mista e tradizionale, il ripieno di un anno “a sandwich”, con i giovani alla riscossa in Grecia. E’ giusto segnalare, infatti, il podio di Neuville, emblema di un anno prospero e la breve leadership di Novikov, poco lineare ma aggressivo nelle prime fasi, giungendo fino a Kubica, il quale ha firmato la prima vittoria nell’SWRC. Un’occasione d’oro, colta in modi differenti, come vedremo successivamente nelle pagelle. In palio, difatti, c’è il prestigioso successo all’Acropolis, che nel Palmares di un campione non può mancare. Nella bagarre, nel disordine e nel temporeggiare di numerosi drivers, brilla ancora una volta la lucidità di Ogier, capace di annullare qualsiasi tentativo di rimonta da parte di Hirvonen. Di fatto, un’altra casella a proprio favore, conseguenza, ad ogni modo, di una coperta adeguata in classifica. Il francese si è sempre preoccupato di rafforzare la propria leadership, permettendosi pertanto di non soffrire gli ostacoli di natura tecnica. E da questo gruppo di quattro gare da sterrato pure, Citroen ne esce con le ossa rotte: Loeb a parte, si riconferma, nella gara dei colpi di scena, l’immobilismo e l’ingessatura della casa francese. Incapacità totale di rispondere, con il Rally Italia Sardegna alle porte ultimo valico da difendere. Ad essere compromesso, infatti, è anche l’onore, oltre che il campionato.

CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI

Jari Matti Latvala 9/10

Non è ancora dieci perché le sfide di alta caratura sono ancora lontane, ma sicuramente il Rally di Grecia, appena definita la cerniera di due filoni del campionato, è la simbolica promozione in Serie A del finlandese: troppo il tempo passato a proteggere le spalle del compagno. E dalla difesa, è passato al contrattacco, in un rally molto affine alle doti del finlandese; come è noto, del resto, le condizioni abbastanza variabili delle prove, dalla sera al mattino, dal secco all’umido, hanno favorito un clima generale di incertezza, in cui chi ha osato al momento giusto è stato premiato. Eliminati, sostanzialmente, coloro che hanno tentato assalti folli alla leadership, in modo peraltro rocambolesco. Otto vittorie in carriera, con un comune denominatore: un ritmo fluido, regolare e armonioso. E’ l’ingrediente dei successi del finlandese che, trovato il passo gara, è difficile da scostare dal trono. Piccole parabole ed aforismi di rally che fanno storia: già in Argentina ebbe il coraggio di rimontare con furia per agguantare i preziosi punti del terzo posto e della Power Stage. Di fronte a tale soverchianza, nulla hanno potuto gli altri “piccoli protagonisti”, semplicemente perché Latvala, quando è in giornata, forma una perfetta sinergia con la propria vettura. Inoltre, evidenziamo il prestigio di tale successo ottenuto, seppur in circostanza particolari, con limpida e soprattutto schiacciante superiorità in uno dei pilastri del WRC, il Rally Acropolis. Ad opinione di chi scrive, è proprio in questi luoghi che l’animo grintoso del finlandese trova rifugio: i suoi successi vanno dalla neve al fango, passando per la terra natale, ma raggiunge la sua massima espressione “artistica” sui terreni rocciosi. Traendo le conclusioni, è il coronamento di un successo storico, una mossa nella scacchiera mediterranea del WRC da parte di Volkswagen decisiva, in quanto il finlandese si porta alle spalle di Ogier in campionato e consolida il costruttori; anche per Latvala, si tratta dell’ultima e determinante opportunità per imprimere una svolta nel proprio “cursus honorum”. CLASSE E TALENTO

Dani Sordo 8
Sordo, amministratore per eccellenza: firma una prova autorevole, di classe, lontana tuttavia da uno standard ragionevole di competitività: da antagonista ad inseguitore in affanno. Di fatto, l’agognato successo si discosta notevolmente dai ritmi mantenuti dallo spagnolo, che non ha ricercato l’occasione, ma si è preoccupato di “mettere fieno in cascina”, senza sfruttare l’opportunità storica di proporsi vincitore. “Eterno secondo” è un epiteto sempre più pesante: d’altronde, per un pilota di spicco, un segnale di impotenza e vulnerabilità così evidente non è rassicurante, ma è altrettanto vero che è un secondo posto per ripartire, per ricostruire, perché dopo un disastro bisogna iniziare dalle fondamenta. Così, l’offerta si presenta in agrodolce: alla tenace resistenza opposta nel costruttori, grazie ad un pacchetto di punti notevole, si contrappone il fallimento del tandem Hirvonen-Sordo, concretamente inefficace nel contrastare la fortezza Volkswagen. AMMINISTRATORE

Thierry Neuville 8
Chiuso l’anno di apprendistato, Neuville ha consolidato in senso “ante-litteram” quelle abilità che saranno preziose in futuro. Fra i nuovi talenti in emersione, specie in casa Ford, non ancora del tutto maturati, senza dubbio il belga ha trovato la chiave di lettura più appropriata per proseguire il proprio iter nella scalata al successo; i due podi, raccolti nei rally più duri del WRC, sono l’icona, insieme ai numerosi punti conquistati, di un salto in avanti notevole, in un momento in cui i sedili sono ridotti e la concorrenza è quanto mai spietata. Il confronto con i team mates e con lo stesso Mikkelsen sono nient’altro che il prodotto di quanto ottenuto nel periodo “accademico”: ora, da pilota di punta qual è, il risultato in Grecia simboleggia quanto fruttuoso sia stato l’atteggiamento fino ad ora mantenuto. A tratti, i sorprendenti risultati dei giovani, non impressionano più, in quanto indice di un progresso rafforzato e solido; il WRC, in questo senso, allarga sempre di più i cordoni del podio…”L’ASSO DELLA FORD”

Andreas Mikkelsen 8
Nel “paniere” di drivers alla rincorsa del primo piano della scena, non possiamo affatto escludere Mikkelsen, firmatario di una performance che si distingue per il coraggio: non è il tentativo conservativo di Neuville, finalizzato a conservare il podio, ma non è neppure l’azione aggressiva di Novikov. Ed è stata proprio la risolutezza ad alimentare la marcia al vertice –non infiammata dalla furia- ma sicuramente tenace. Dunque, nel novero dei piloti “sotto osservazione”, Mikkelsen spicca per lo spirito di umiltà con cui si è lanciato nell’impresa, perché al di là di qualsiasi riferimento, il WRC resta un traguardo imprescindibile per un top driver. Il tatto, la velocità pura, hanno colorato l’Acropolis del norvegese, segnato da un finale al fulmicotone, un assalto imprevisto e fuor di ogni ragionamento, aiutando già in modo efficace la propria squadra. TENACE

Nasser Al Attiyah 7
Ancora un quinto posto per Al Attiyah, che raggiunge l’obiettivo ambizioso della top five in gara. Il sapore, il gusto della prova, non è neppure lontanamente paragonabile agli immani sforzi del 2012 per raggiungere la zona punti. Oggi il qatariano appare molto più a suo agio con la vettura, non è vulnerabile bensì un feroce combattente, come del resto si è distinto nella Dakar. Coniugata la paziente opera di apprendimento ad un’innata grinta, è emerso un prodotto notevole, che gli ha permesso di scalare i gradini del vertici, promosso al rango di exploiter: significativo è stato il confronto corpo a corpo con Mikkelsen. IN CRESCITA

Mads Ostberg 5/6
Lo slancio, è andato scemando, esaurendosi fino ad essere totalmente assente: quella linfa vitale da outsider ormai è un ricordo, perché l’Ostberg leader, come già evidenziato, sostanzialmente non esiste, poiché alla velocità in termini puri, assoluti, non coincide il risultato; essenzialmente, non c’è l’elemento di discontinuità che invece dovrebbe essere alla base, una spada di Damocle che pesa come un macigno. Concretamente, la confusione il disordine regnano padroni, alla voglia di offrire una prova di forza, si ottiene invece il prodotto di una materia debole, originata chiaramente dall’incapacità di ritrovare la serenità e l’equilibrio mentale. Non deve pertanto apparire sorprendente il sesto posto finale: è la tanto energica quanto la ritardata risposta ad un disastro avvenuto nell’incipit di gara.

Martin Prokop 6+
Per Prokop, si esauriscono i commenti: le analisi precedentemente svolte sono coerenti con i risultati conseguiti: il ceco non è stato all’altezza della sfida del WRC e sebbene la costanza stia premiando una buona posizione in classifica, l’inferiorità tecnica si espone ancora nella sua totalità, anche se un aspetto positivo riusciamo a catturarlo. Notevole è stata infatti la gestione del settimo posto, difeso e salvaguardato con attenzione da un Hirvonen abbastanza effimero. Anche sul passo gara, si può leggere un lieve miglioramento. DISCRETO

Mikko Hirvonen 6-
Il finlandese di casa Citroen fallisce probabilmente uno dei suoi ultimi tentativi: le ultime due cartucce sono state sparate senza ottenere risultati. Di primo rilievo è il fatto che alle difficoltà di Ogier non si è verificata una reazione: dopo il crollo in Argentina, infatti, i problemi allo sterzo della vettura del finlandese hanno implicato, ancora una volta, una gara travagliata. Nel momento di riscattarsi, tuttavia, non ha imposto un ritmo per ribaltare la situazione, per rilanciarsi: è stata una prova mesta, una marcia affaticata ed ammaccata. I quattro punti, d’altronde, sono una vittoria del rivale, come vedremo in seguito: non avendo conseguito alcun punteggio nella Power Stage, il gap dalla testa del campionato si dilata ed il quarto posto in classifica generale è mesto e deludente, in quanto mette in luce l’impotenza e l’inconsistenza stagionale. INCONCLUDENTE

Evgeniy Novikov 7+
Spericolato e funambolico, Novikov si è lanciato in un agguato senza precedenti quest’anno, con la finalità di riportare in alto la Ford, specie in funzione del fatto che la gara si è aperta sin dall’inizio a molteplici sfidanti: è stato un arrampicatore, ha scalato i vertici, forse troppo frettolosamente. Non neghiamo al russo, infatti, l’elogio del coraggio e dell’istinto, proprio di un pilota dall’elevato spessore sportivo. Tuttavia, è altrettanto corretto sottolineare quanto sia stato eccessivo e davvero privo di qualsiasi controllo un attacco del resto sproporzionato. Durante il temporeggiare delle grandi squadre, infatti, non ha raccolto la preziosa opportunità offerta da una condizione di scompiglio e disordine, dilapidando dunque una circostanza assai favorevole. Da allora, una rimonta concretamente energica, appena sufficiente per arrivare dentro la zona punti. DISSIPATORE

Sébastien Ogier 7/8
E’ il francese, quindi, uno dei vincitori di questa gara, che in fin dei conti ha semplicemente confermato la propria superiorità, amministrando, nonostante le noie tecniche del primo giorno, ha risposto con un recupero regolare, efficace ed incisivo. Una ricetta vincente, perché i quattro punti ottenuti sono anche il riflesso di una politica in casa Volkswagen di ottimizzazione, distruttivi sul piano psicologico per gli avversari. D’altronde, il ruolo di apripista è stato gradito ad Ogier, primo pilota a varcare le ultime PS sotto la pioggia, traendone così un vantaggio notevole, così come la vittoria nella Power Stage. Leader anche da inseguitore. BURATTINAIO DEL WRC

CLASSIFICA WRC2

Robert Kubica 9
E’ Kubica uno dei veri e autentici protagonisti della gara: senza pure mai avvicinarsi alle WRC, senza azzardare mosse spropositate, ha controllato la propria posizione, facendo anche qualche puntata oltre la top ten, evitando comunque di rincorrere il massimo del proprio rendimento. E’, in certo qual modo, la celebrazione di un cambiamento, di una svolta marcata rispetto a quell’atteggiamento che aveva contrassegnato le prime prove, eccessivamente impetuoso. Invece, gestendo opportunamente le spinte, il risultato è maturato lentamente, così come in Formula 1 non si vince alla prima curva. Precisione, attenzione e pazienza.

Protasov-Al Kuwari 8
Il tandem di rincalzo è senza dubbio il più interessante, distintosi nel raggiungere picchi prestazionali abbastanza rilevanti: i risultati un po’ magri del 2012 mettevano in evidenza un apparente carenza di potenzialità, specie se messe in relazione con i mattatori della serie, provenienti da vivai ricchi di tradizioni e radicata esperienza. Invece, due nazioni emergenti trovano nell’ucraino e nel pilota del Qatar la risorsa con cui guardare al futuro: abile il primo a non perdere contatto con Kubica, efficace il secondo a non cedere terreno. Si prospetta, dunque, un campionato decisamente aperto, fra iscritti in crescita ed outsiders.
Aksa-Bertelli 7

CLASSIFICA SQUADRE

Volkswagen 9½
Con il successo di Latvala, si completa il quadro con il tassello mancante, si colma un vuoto costituito da uno dei due piloti, andando a rimarginare una ferita aperta ad inizio anno. Certo, è altrettanto vero che la Polo ha un “vulnus” in materia di affidabilità: il freno a mano patisce frequenti rotture, così come il guasto alla pompa di benzina è un fatto tanto raro quanto grave, determinare una maggiore stabilità in questo senso sarebbe prezioso. Sarà infatti fondamentale imprimere un’inversione di rotta, per blindare il costruttori, la cooperazione fra i due piloti di punta ineluttabile: Citroen gode di un ricambio con Loeb che fino ad ora ha limitato i danni. Per il resto, ne abbiamo già discusso: la supremazia è frutto di un minuzioso e maniacale lavoro, con l’attenzione degna di un team già navigato. Sicurezza e determinazione.

Citroen 7
Recuperato Sordo dal buio in cui era precipitato, Citroen ha portato avanti un pilota, provando a giocarsela in un appuntamento che è apparso più decisivo di quanto sembrava sulla carta. Tuttavia, si evince allo stesso modo quanto fragile sia stata l’azione francese in virtù del tatticismo approntato dallo spagnolo, attento solo a mantenere l’integrità della propria piazza d’onore, comunque utile per il costruttori. Ed è proprio bilateralmente che Citroen ha rivelato un tallone d’Achille fino ad ora mai ostentato, ovvero l’inconsistenza. La regolarità, che sembrava ancora l’ultima arma da sfoderare, si è frantumata. Come se non bastasse, il ricorso fallito è anche simbolo di una decadenza in termini di prestigio, verticale e assoluta.

SPAZIO DI APPROFONDIMENTO/DENTRO IL RALLY

Rally Acropolis 9
Insidioso ma coinvolgente, il Rally dell’Acropolis è una di quelle perle del Mediterraneo, anche da un punto di vista paesaggistico, che non possono essere assenti dal calendario WRC. Se la tradizione, che pure dovrebbe fungere da pilastro, da fondamenta di tutte le categorie principali sportive, può apparire una questione meramente “retorica”, evidenziamo quanto l’Acropolis sia tutt’altro che anacronistico. Al di là dei risultati ottenuti sul campo, grazie ad una gestione efficiente dei trasferimenti, la chiave vincente si può individuare difatti nella natura medesima del rally, che incarna il verace spirito da corsa: polvere, rocce, aderenza precaria. Indiscutibilmente, ad essere premiata, è stata l’accortezza, ma quaranta anni di rally degli dei, hanno proposto una galleria ricca di grandi affreschi, da Rohrl, passando per Biasion, giungendo infine a Loeb. Pezzi di storia sono conservati proprio in Grecia -ribadiamo- inscindibili.

Il Pilota del Rally Acropolis: Jari-Matti Latvala

Il ricorso Citroen 4
Una vicenda attorcigliata, confusa, un po’ raffazzonata. Insomma, un regolamento coerente alla stesura tradizionale della Fia. In tal senso, Citroen si è appellata ad una scrittura inadeguata dell’articolo 255A, che sostanzialmente determina le specifiche tecniche della vettura. La seconda batteria montata sulle Polo, non essendo collegata, ma collocata, evidentemente, per altri fini pratici, è regolare, a dispetto di quanto sostenuto dalla casa francese, che ha ritirato il reclamo. Un episodio sgradevole, che con un clima di pacificazione, si potrebbe emarginare. Indubbio è stato, tuttavia, il crollo di credibilità, sfondo di un quadro a tinte fosche per la casa delle due spighe.