Al via le pagelle dell’appuntamento finlandese dopo la pausa estiva. Indirizzo i lettori all’analisi seguente (http://www.rally.it/ogier-leuropa-e-i-finlandesi-volanti-che-non-ci-sono-piu/) che propone una riflessione aperta rispetto ad alcuni temi del WRC. Prima di iniziare, un’osservazione: la Finlandia, università del mondiale rally, ci ha offerto un ritratto riassuntivo, sulla carta favorevole ad Ogier, ma che soprattutto corona con largo anticipo un campione che si appresta, ad ogni modo, a raggiungere il suo obiettivo a breve, anche in Germania, un’impresa del resto degna di un dominatore, il quale gode di ben novanta punti di vantaggio.

CLASSIFICA DEI PROTAGONISTI

Sébastien Ogier 10 e lode

L’Ogier entrato in scena in Finlandia, si laurea a pieni voti, in quella che si può definire davvero l’università del WRC e soprattutto cala definitivamente il sipario –come se fosse necessario- sulla questione iridata, la quale verrà ufficialmente chiusa al massimo entro settembre, in Australia. D’altronde, l’opera del francese si può suddividere in due tronconi: un “riscaldamento” al quale è seguita una fase offensiva. Il driver Volkswagen è “sine glossa”, senza aggiunte, un pilota allo stato puro, che vince nel tempio rallistico, dove dunque le affinità si incontrano e danno luogo all’ennesima ma mai così prestigiosa vittoria. Sui veloci percorsi finlandesi, che pure non meriterebbero commenti, all’esaltazione personale si contrappone la difficoltà di trovare una “pace” perfetta, lineare e senza fronzoli. Nel momento, invece, di prendere le redini del carro sulle prove determinanti, il francese non ha lasciato niente, appoggiato da una Polo docile, morbida, il cui posteriore non accenna al minimo movimento. Senza alcuna ombra, Ogier si rivela definitivamente, andando ad eguagliare già due vittorie del suo predecessore, in una sorta di dinastia senza termine. PROVA ESPRESSIVA

Thierry Neuville 9½

I tempi sono sempre più maturi per la gloria, per il successo. Da pilota “alla maniera di Novikov”, privo di autocontrollo, ma fonte ricca di talento, a rivale di Ogier: la metamorfosi del 2013 è fervida e appassionata, proprio perché costituisce una svolta, un cambiamento che non è altro che un’iniezione di morale, la dose necessaria di adrenalina per poter continuare. Nelle ultime tre gare, se un dato può essere più significativo di un’analisi, ha perso appena un punto dalla prima guida Volkswagen. Tra una gara e l’altra però l’atteggiamento cambia, il belga compie passi avanti, trova più fiducia con il mezzo: pochi errori, qualche imprecisione a cui si oppone un potenziale esplosivo. E se appunto la Finlandia rappresenta un coronamento, la vittoria quantomeno toccata per una giornata e il ritmo, di fatto paragonabile a quello del trionfatore, sono gli strumenti per ripartire e concludere il rush finale con un bottino sostanzialmente più ricco, puntando su quei round d’asfalto imperdibili per il belga. SCALATA AL VERTICE

Mads Ostberg 8½

Fra la primavera e l’estate, fase di transizione “purgatoriale”, abbiamo a lungo evidenziato le prestazioni del norvegese, notevoli ma effimere, azioni aggressive ma condotte a corto raggio: ritiri, incidenti per un bilancio disastroso. E forse, una ripresa, dopo mesi di boccheggiamento, è finalmente giunta, con Ostberg a lungo simbolo della decadenza scandinava, ma sul podio con orgoglio: terzo, certamente, ma solo dopo un duello con “il coltello fra i denti”, spietato, ardimentoso, noto come “botta e risposta”. Non sono stati secondi, ma decimi a decidere il podio, fino a quando il norvegese è stato messo fuori gioco da una pietra, chiazza di una performance trasparente, linda, finalmente efficace. D’altra parte, però, c’è comunque un solco su quella che è l’attuale coppia-locomotiva. Impavido, ma per guardare alle posizioni che contano veramente, non è ancora sufficiente. CORAGGIO

Mikko Hirvonen 7/8

Discreto quarto, Hirvonen ancora una volta è segnato dall’amarezza, della delusione: una sofferenza prolungata che ha logorato ed esaurito le capacità di reazioni del finlandese, fra l’altro autore della poco felice prestazione di primo finlandese in casa, con una modesta quarta piazza. Non c’è la tempra di chi rimonta come nel 2011, non c’è la soddisfazione del protagonista del 2012 e nemmeno la certezza di un ritmo gara analogo a quello 2010, fatto di pochi ma ben mirati exploit. Unica differenza, nell’opacità finale, è che le proprie carte Hirvonen le ha giocate, tentando uno scatto fiero a cavallo fra le tappe del giovedì e del venerdi. Eppure, due forature, la pioggia e un errore nel finale sono il triangolo-specchio di quest’edizione firmata dal finlandese: la ricerca del ribaltone, ultima spiaggia, l’ultima testa di ponte per un campionato partito verso la Germania è l’icona della disperazione. L’ultima partita difensiva, dove il finlandese può far valere le proprie doti finora mai mostrate di costanza, è quella del costruttori. SOFFERENZA

Dani Sordo 6

E alla fine un nuovo, rivisto Sordo in edizione 2013 insolitamente “catenacciaro” si ripropone nella stessa strategia già applicata in altri eventi, primo fra tutti il Rally Svezia. Senza alcun dubbio, tuttavia, il quinto posto, frutto di un’accurata resistenza ad oltranza: da ufficiale, però, è bersaglio dell’irruente Nikara, che lo stacca con una prova eccezionale, ma anche del neocompagno Meeke, superiore nettamente sul passo –oltre tre minuti rifilati in ventuno prove-. Tanti punti, dunque, per una prestazione sostanzialmente inadatta, per un sedile che scotta. Da seconda guida, c’è il prestigio del “gregario di classe” da ripristinare, magari cogliendo quel successo che persegue da anni. INCOLORE

Evgeny Novikov 5/6

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio” è la sintesi migliore del weekend del russo, inefficace, maldestro e ancora all’asciutto, nonostante i suoi compagni siano già riusciti nel tentativo di agguantare il podio. Non sul ritmo, perché si sa, Novikov è un funambolo-equilibrista al top nel mondiale rally. Se non ci sono più prestazioni da dimostrare, è altrettanto vero che un pilota fra i più stimati nel WRC, nonostante la giovane età, non può permettersi di bruciare –fra follie e comportamenti non consoni- un campionato. Negli anni, tanti miglioramenti, ma l’indole è la stessa con gesti analoghi, si pensi all’insensato tentativo di bloccare, sebbene involontariamente, Meeke, guidando una vettura concretamente ridotta a brandelli, sotto una fitta pioggia. Caduto già in Sardegna nel tranello della Castelsardo, da maggio Novikov non conclude una “gara pulita”, in Finlandia è riuscito a proseguire dopo aver perso molto tempo, giungendo sesto in seguito ad una rimonta non spumeggiante, ma essenzialmente redditizia. GENIO E FOLLIA

Jari Ketomaa 8½

E alla prima, importante, uscita la Ford Fiesta R5 risponde con autorevolezza, nonché con autorità, imponendosi con un manico come Ketomaa sulle strade finlandesi nel WRC2: il pilota più adatto per portare sul trono una vettura che aveva bisogno di spiccare: del resto, nei limiti di alcuni fattori quel secondo a chilometro indicato da Neuville in Belgio è una misura attendibile, a dimostrazione di una rivoluzione, in pochi anni, fatta di vari passaggi, che ha condotto ad un prodotto che fa discutere, il quale tuttavia a prezzi ridotti offre prestazioni di primo piano. Il settimo posto è un’alchimia, una farina di talento personale, composta anche da superiorità tecnica ampiamente evidenziata durante l’evento. BINOMIO PERFETTO

Per Gunnar Andersson 6+

Al netto delle disavventure, il ritorno nel WRC di Andersson non si può definire esaltante, ma neppure negativo: un bilancio discreto, fatto di prestazioni buone, benché non distinte da quel tocco di personalità che normalmente lo svedese lascia. Certamente, le tribolazione sono state la causa principale di un’ottava piazza che lascia l’amaro in bocca, fra problemi al differenziale e la rottura del semiasse. Un vero labirinto da cui è uscito, in un vero “survival” con poco brio e miglioramenti altalenanti. SENZA INFAMIA E SENZA LODE

Robert Kubica 8

Assodata e messa da parte la “crisi interiore” in materia di risultati, si è aperta una nuova pagina per il polacco, pratica in un momento di fondamentale training, giacché potrebbe avvicinarsi il passaggio decisivo, ultimo, alla categoria massima con la WRC e sarà fondamentale arrivarci con un bagaglio ricco di esperienza, mentre in Finlandia non vince ma convince, con pochi esibizionismi e molta sostanza.

Andreas Mikkelsen 6

Il misero punticino come allegoria di uno stallo-trappola, in cui è piombato il norvegese senza riuscire ad uscirne, essendo ancora a secco di podi e, in particolar modo, senza riuscire ad aiutare il tandem ufficiale nel consolidamento delle posizioni di testa. A suo favore c’è il fatto che lo strappo di tutto lo pneumatico è da considerarsi più come un imprevisto che un vero errore; l’assenza da risultati non deve essere una patologia, sebbene la crisi di nervi cominci ad affiorare.

CLASSIFICA MISTA

Kris Meeke 7½

Nell’agrodolce di una performance contrassegnata dal ritiro delle battute finali, Meeke può dirsi soddisfatto, ma innanzitutto rilanciato, riproposto, come avviene durante un blitz borsistico. Il britannico, fra l’altro, potrebbe essere l’innesto di un mercato piloti che accenna ad aprirsi, poiché la sua prova, dopo uno stop abbastanza lungo, pesante, che rischia di inficiare una carriera speranzosa. Che alla sua ripartenza è soddisfacente, appunto gratificante. Già visibilmente superiore alla gran parte degli avversari, non entra in lotta per la vittoria, scruta le prime quattro posizioni, balzando in top five, in uno spartiacque di un rally fortemente diviso in due tronconi, sfiorando non di rado la vittoria di prova. Non del tutto “scrostato” dalla pur lecita “ruggine”, il ritiro e le tensioni con Novikov sono in un certo senso la fotografia di una serenità non del tutto ritrovata, in attesa di una futura chiamata. RILANCIATO

Juho Hanninen 7

Curiosamente, i tester Hyundai si sono riuniti in un duello a tutto campo in Finlandia, un appuntamento particolare per misurare se stessi e il livello degli altri e, in certo qual modo, potrebbero essere precursori di un team dalla stratificazione variegata. A partire, per l’appunto dal veterano Hanninen, in qualità di stella polare, ma anche il britannico Meeke, con il quale ha ingaggiato qualche scaramuccia sul filo dei decimi, terminata con il ritiro del primo dopo una toccata con una roccia. –Molto veloce in casa- è una “wild card” pesante da tenere d’occhio per i prossimi appuntamenti, a tratti pericolosamente minaccioso in classifica, non avendo alcuna pressione da risultato.

Jari-Matti Latvala 5

Il flop più grande è quello che si verifica in casa, di fronte ai propri tifosi, nella terra natale sulla quale Latvala si esalta e già in altre occasioni è riuscito nella conquista del suo pubblico. Eppure, il comportamento di Latvala ha un qualcosa di cabalistico, di celato, un sinusoide prestazionale che non solo lo esclude da qualsiasi coinvolgimento nella sfida iridata, ma persino dalle posizioni che contano: con il giro di boa, sarà fondamentale raccogliere tutti i punti a disposizione, giacché il ruolo del finlandese sarà determinante nel costruttori. E pensare che la Finlandia, terra dei salti, ha piazzato la trappola “letale”, che ha messo fuori gioco l’ex vicecampione: spia luminosa nonché allarme per un pilota che non riesce a spiccare il volo, nemmeno nel rally dei finlandesi volanti, forse specchio di un’eccessiva pressione, indotta prima dal compagno, poi dalla classifica e infine dall’evento stesso. FLOP

CLASSIFICA WRC3

Keith Cronin 9

Due volte campione britannico, non così ben visto da casa Citroen rispetto ai pupilli francesi, pare, dopo tre prove, il più tonico e versatile, in un campionato che non fa sconti e che tasta bene i limiti di ciascun pilota. Eccezionale nel portarsi in testa, come già avvenuto negli appuntamenti precedenti, in Finlandia è più calcolatore, ottica attraverso la quale raccoglie un successo-lampo, curato nei dettagli e nella preparazione e gestito con cautela: una mossa efficace, con cui si porta saldamente in seconda posizione, minacciando la leadership di Chardonnet.

Sébastien Chardonnet 7½

E poi, appunto, l’unico francese superstite nel WRC3, dopo il forfait di Bouffier, certamente fra i giovani più interessanti, regolarmente nelle zone alte della classifica, ma materialmente inferiore a diversi drivers su terra, evidentemente tuttora “mal digerita” dalla promessa di casa. E’ leader della classifica, ma sono molti i dubbi, forse Chardonnet non è ancora al pari di numerosi rivali, anche connazionali, a cui, obbligatoriamente, verrà data la priorità.

Jussi Vainionpaa 7½

Alasteir Fisher 5

CLASSIFICA “ITALIANA”

Edoardo Bresolin 7+

Piccoli passi, progressi tangibili, non certo di grande impatto, ma senza alcun dubbio efficaci, perché chi lavora nel silenzio, a testa bassa, viene successivamente premiato. E si pensi dove era Bresolin un anno fa, con distacchi così marcati dai rivali di marca, da superare anche il sec/km (raffronto eseguito con Al Rajhi). Oggi, l’italiano può dirsi vicino a quei ritmi, lottando con i grandi veterani finlandesi, i quali conoscono palmo per palmo la gara di casa. Unico rammarico, è il piano ristretto e striminzito nel WRC, chiaramente un elemento penalizzante nell’ottica di un progresso più rapido.

Simone Campedelli 7½

Se non altro, giunge per Campedelli il primo piazzamento “pesante”, non propriamente una spinta, ma comunque un passo in avanti, con il podio ad un soffio, nonostante qualche inconveniente notevolmente penalizzante: -una carica morale importante- potremmo dire, da esprimere su quell’asfalto così vicino alla tradizione italiana, con il sogno nel cassetto di stupire tutti, con la voglia del ribaltone. E le premesse, come se fosse necessario ribadirlo in Finlandia, ci sono tutte.

Lorenzo Bertelli 6+

L’ANALISI – DENTRO IL RALLY

VW, Citroen e Ford: tre visioni di manager differenti

Breve e rapida anticipazione della prossima analisi che verrà proposta su rally.it, inevitabile in seguito ad un’estate torrida, anche sul piano del mercato piloti, ormai in costante fermento. Ed è su questo piano, che le tre case principali si separano con visioni, prospettive di squadre e management totalmente differenti, a partire dal più dinamico Capito, uomo di fiducia della Volkswagen arrivando fino a Wilson, eterno rivoluzionario nella gestioni piloti. Dubbi e domande che sorgono spontanee, successivamente al flop in casa Citroen in Finlandia, che sulla carta doveva essere lo spartiacque. E chissà, i primi frutti, cominciano ad essere raccolti proprio dal più ambizioso, Wilson, che ha portato fieno in cascina, grazie ad una politica “giovanile”…

Pilota del Rally Finlandia: Jarkko Nikara (8)

L’unico, in assoluto, finlandese a tenere alto l’orgoglio nazionale, perché protagonismi a parte degli ufficiali, la tenacia più grande è il prodotto più straordinario dei privati, ovvero la capacità di colmare quel solco, quel divario prestazionale, i cui ingredienti sono appunto noti e provengono completamente dalla creatività rallistica. Con una MINI caduta in disuso, in balia ancora di problemi di affidabilità irrisolti, Nikara ha fatto il possibile e l’impossibile, mascherando i palesi limiti tecnici, portando la propria vettura fino alla sesta posizione, al cospetto di un ufficiale, Dani Sordo. Un gesto, una manovra coriacea, nonostante Nikara sia solo alla sua terza esperienza con una WRC. Visione di gara straordinaria e grande impulso, unica pecca il ritiro finale.

Rally dei Mille Laghi 10

Non è più il suo nome ufficiale, ma noi vogliamo ricordarlo così, con il suo nome incantevole e contemporaneamente più rude, più “corsaiolo”, proprio nei tempi in cui la scelta del rally è compiuta in funzione delle aspirazioni economiche di ciascuna nazionale. Ragione per cui Abu Dhabi non può varcare i confini del WRC, collante di tradizioni inestinguibili, perché se la discontinuità è un meccanismo prezioso, le fondamenta non si possono abbattere. Le strutture non si abbattono, si modificano. Solo il rally della velocità, un vero tempio, fra il sacro e il profano, a cui non si può rinunciare. Presentazione o valutazione sarebbero superflue, se non per ricordare che le più rusticane WRC del post-2010 continuano a limare i tempi dell’Ouninpohja, superando il fatidico tetto dei 130 km/h, un balzo di notevole conto.