Prosegue con i tradimenti della Dea Bendata, la Dakar 2014 per Michele e Pietro Cinotto. Hanno portato a termine anche la seconda tappa di ieri con grosse difficoltà ma anche con forte determinazione, quella che li vuole portare sino alla bandiera a scacchi tra due settimane a Valparaiso.

La seconda tappa di ieri és tata ostica a moltissimi equipaggi, molti dei quali hanno dovuto alzare bandiera bianca.

Ha rischiato il fuori tempo massimo Michele Cinotto, nella tappa di ieri, prima per problemi alle sospensioni anteriori, poi risolti dall’assistenza veloce, successivamente si è rotto il ponte posteriore, costringendo lui e Fulvio Zini a dover terminare la frazione di gara con la sola trazione anteriore. Proprio l’avere solo un assale di trazione si è rivelato un nemico in più da battere nel tratto di sabbia, ove la Toyota non riusciva a fare strada. L’equipaggio è arrivato a notte fonda, con pesante ritardo ed estremamente provato, ma comunque ancora in gara, grazie alla decisione dei Commissari Sportivi.

“Una giornata durissima  commenta Michele Cinotto  avevamo perso tutte le speranze, sulla sabbia la vettura non ce la faceva, ma con Fulvio ci siamo detti che non potevamo fermarci, siamo arrivati al bivacco che era quasi mattina, esausti, ma pronti a dare di nuovo battaglia”.

Anche Pietro Cinotto, insieme all’esperto Maurizio Dominella non è stato esente dai tradimenti della Dea Bendata. Dopo un avvio competitivo in grande stile, sempre nelle posizioni di vertice della categoria, nel tratto di sabbia ha sofferto ben quattro stallonamenti di pneumatici che lo hanno anche in questo caso rallentato facendolo finire 86°.

“Ancora sfortuna, il tratto di sabbia è stato decisamente ostico non solo a noi  commenta Pietro Cinotto  purtroppo non abbiamo potuto fare altro che avere pazienza e rimetterci in gara. Ci conforta il fatto che quando non abbiamo avuti problemi, stavamo facendo una bella prestazione. Non si molla!”.

Oggi gli equipaggi troveranno i primi percorsi di alta montagna attraverso le “pre-Ande” ad altezze fino a 4000 metri; dopo 295 km di trasferimento, 301 km di sezione selettiva di terreno compatto con partenza a San Rafael ed arrivo a San Juan. Dopo tre sole tappe saranno stati percorsi già più di 2200 chilometri, e sarà fondamentale preservare la meccanica delle vetture e le energie per il “tappone” della quarta giornata.

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