E’ partito ieri il Rally dei Faraoni in pompa magna a Luxor, fra il pubblico infiammato da uno spettacolo mai fiacco e flebile e dalla temperatura elevata, che ha superato anche i quarantacinque gradi. Tappa difficile, nella quale il grande protagonista Al Attiyah si è lasciato tradire dalle insidie di navigazione dello storico rally egiziano, lasciando a terra tredici minuti dal leader Al Rajhi, che ha concluso nella prova di 221 chilometri davanti al terzetto di Mini All4Racing di Vasilyev, già abbastanza brillante all’Italian Baja e alla Dakar, seguito da Van Loon e dal qatariota stesso.
Nella giornata di oggi, abbandonati i “lussi” della Valle del Nilo, il rally si è fatto strada in direzione del deserto libico, incontrando infine il primo bivacco presso l’oasi di Dakha. L’abbraccio con il letale deserto non è stato, tuttavia, decisivo o fatale, ha offerto anzi lo spunto, il trampolino ad Al Attiyah per il proprio “colpo d’ala” dell’ultima ora, che ha consentito di costruire un vantaggio di due minuti su Vasilyev e poco meno di quattro su Al Rajhi, tradendo infine l’eccesso di aggressività del suo impulso. Le tre forature accumulate nella giornata di oggi rappresentano una scottatura che peserà nel conto finale, ma la prova di forza, sul piano psicologico, è forte e marcata. Il saudita, dal suo canto, fa il gioco della formica, raccogliendo risultati utili e tessendo una salda leadership preziosa, in vista delle dune nei pressi di Baharia.
Squisito il percorso, avvincente la sfida: il continuo contrasto fra sabbia e percorsi rocciosi fuori pista offriranno un gioco cromatico e tecnico di primo rilievo, che sussurrerà il nome del vincitore.

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