Dopo il racconto del pilota Bobo Cambiaghi e la volta del navigatore Emanuele Sanfront.

“E’ mattina quando, salendo verso Tolmezzo, Bobo inizia a soffrire il caldo. Lo prendo per il culo chiedendogli se soffre di “vampate” dovute alla menopausa e tra un vaff e l’altro giungiamo a Paularo da dove inizia l’omonima e durissima prova speciale su terra che termina a Ligosullo.
Bobo arriva stremato. Nei pressi del controllo orario c’è un alberghetto. Si fionda dentro. Chiede alla proprietaria di poter fare una doccia. L’esercente alza subito le antenne e gli dice che al piano terreno non ci sono stanze con docce.
Bobo allora chiede le chiavi di una stanza al piano superiore.
La tizia, una vera stronza, dice che può dargli le chiavi solo se la camera la paga per intero, cioè sino alla mattina del giorno dopo.
Il Bobone è troppo stremato per mangiarsela viva. Le chiede quanto deve per il “disturbo” e ai soldi richiesti per una notte, aggiunge una cifra doppia dicendole di darla in mancia al personale. Poi si fionda in camera. Scende dopo dieci minuti giusto in tempo per salire in macchina e passare il controllo orario. Mentre ci dirigiamo verso l’inizio della ps, Bobo mi dice che si sente male. Suda, non ha forza sulle braccia. Bobo sta male e mi dice. “Emanuele sono un pirla. Ho fatto una doccia fredda: temo una congestione”. Cerco di rincuorarlo e, con le mani nei cocones, gli chiedo: “Bobo sei sicuro di voler continuare?” Sto ben attento a non pronunciare la parola “ritiro” perché non fa parte del mio vocabolario.
Il poveretto grugnisce un sì, sale in macchina, si cintura e mette il casco. Io faccio lo stesso e dentro di me spero che qualcuno di lassù ci dia una mano.
Riuscimmo a terminare la prova speciale e, alla fine, a vincere il rally.”

Secondo racconto:

“Abbiamo il numero 10. Ritiriamo la macchina dal parco chiuso e, sotto una pioggia torrenziale, ci mettiamo in fila per prendere il via.
Un minuto e Bobo mi fa:”Manuel, mi sono dimenticato di mettere le calze!”
E io: “Allora? Vuol dire che corri senza, partiamo fra meno di un quarto d’ora Bobo”.
E lui: “Dai Manuel vai in albergo a prenderle, ti prego. Ti ricordi il numero della mia stanza?”. Parte un vaff, ma mi convince. Mi slaccio le cinture e mi dirigo alla volta dell’hotel che, per fortuna, è a un centinaio di metri dalla piazza centrale di Udine da dove parte il rally. Il portiere dell’hotel mi vede arrivare e serafico mi dice: “Sanfront, problemi? Già ritirati?” Lancio un altro vaff, questa volta tra me e me. Salgo in camera e poi, sotto la pioggia che non accenna a diminuire, mi fiondo alla partenza. Quando salgo in auto sono già partite le prime sette auto. Bobo mi guarda e dice “Grande Manuel, sapevo che potevo contare su di te. Ora partiamo alleggeriti, la calze me le metto alla prima assistenza”.
Arriviamo, invece, causa traffico pazzesco, con pochissimi minuti a disposizione per l’assistenza. Poi, veloci al controllo per timbrare in orario.
Sotto una pioggia fortissima, mente ci stanno contando gli ultimi trenta secondi prima della partenza della prova speciale, Bobo, senza ovviamente le calze, mi fa “Manuel, ma che ca@@o di gomme abbiamo?” Rispondo “Quelle giuste Bobo, vai come un fulmine, non preoccuparti”. Già il poveretto non sa che siamo partiti con le “intermedie” e che, nonostante la pioggia battente, dobbiamo tenercele, perché arrivati al “brucio” all’assistenza prima della prova speciale, i ragazzi non hanno fatto in tempo a montare le “rain”. In prova speciale il “Bobone” si ricorda cosa gli ho detto qualche minuto prima, mi prende in parola e va come una spia, tanto che diamo oltre un minuto al secondo classificato. Lui guidava così, improvvisando. Un artista del volante dal piede destro molto, molto pesante.”

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