Lo avevamo anticipato ieri: la tappa di oggi, per quanto agevole e non troppo complessa sul piano della navigazione, avrebbe sicuramente portato qualche vittima “eccellente”. A pagare le conseguenza della tappa boliviana è stato tuttavia Joan Barreda Bort, leader della Dakar da diverse tappe e, in verità, già ieri “in crisi di nervi” per una caduta. Perse già diverse ore, con il traguardo ancora da raggiungere, tramonta anche il sogno del podio, mai raggiunto in carriera. Di fatto una tappa da incubo per molti piloti, ma il (probabilissimo) cedimento meccanico subito da Barreda era difficilmente pronosticabile per l’elevatissima affidabilità raggiunta dagli ufficiali.

La giornata, ad ogni modo, si era aperta con le piogge, costringendo la direzione gara a tagliare il percorso e, puntualmente, dopo una marathon che consuma le energie di macchine e uomini, c’è stata una selezione durissima. Nelle quantità e nelle qualità. Ad abbandonare per problemi tecnici, purtroppo, ben quattro piloti nella top 20: dal “nostro” Alessandro Botturi, su Yamaha ufficiale, che dice addio ad una Dakar non felicissima, a Metge, Gouet e soprattutto Viladoms, il “portatore d’acqua” di Coma su KTM.
Viste le condizioni del terreno (già danneggiate dal passaggio di camion e auto nella giornata di ieri), considerata la presenza di neve e acqua, l’ormai leader Marc Coma ha subito affrontato la tappa con prudenza maniacale, anche perché aprire la strada, nelle condizioni in cui si trovava, era il ruolo più oneroso. Nonostante il nono posto finale, la sorte ha girato dalla sua parte, con i problemi di Bort che hanno impresso una nuova fisionomia alla gara delle moto.

A spingere adesso per la Honda ci sarà Goncalves, autore di un’altra pessima tappa –inevitabilmente, partendo terzo- ad appena nove minuti da Coma. La sicurezza dello spagnolo sta tutta dentro se stesso e la propria moto: conosce la solidità della KTM (che sotto qualche aspetto tecnico, quasi sicuramente di motore, sembrerebbe inferiore alla Honda) e sa benissimo come orientarsi, ormai, in Sudamerica. Goncalves, insomma, andrà solo marcato.

In virtù degli eventi in cima alla classifica, ci si dimentica però che oggi ha vinto il cileno Quintanilla, ormai pilota consolidatosi ai vertici della Dakar e fra le altre cose, in davvero poco tempo. Sette i minuti recuperati, che valgono tanto: le prospettive di successo aumentano sensibilmente.
Ancora molto consistente è il debuttante Toby Price, quarto di giornata e quarto assoluto: il ritmo è quello giusto per provare ad agguantare il podio, non manca l’effervescenza e neppure l’umiltà di un pilota che sa fare tutto da solo, anche l’assistenza. E’ ormai “il personaggio dell’anno” nel rally cross.
Secondo di tappa Pedrero Garcia, che scala la classifica e terzo Svitko, quinto assoluto.
L’altra notizia –e questa volta davvero l’ultima- è che Laia Sanz taglia un piccolo traguardo storico: la sua quinta posizione di tappa è il risultato migliore ottenuto da una donna alla Dakar, segno che molto è cambiato e che si aprono sempre nuovi orizzonti per l’evento. Se dovesse concludere nella attuale posizione la Dakar, cioè nona assoluta, andrebbe ad inanellare un altro significativo record.

Fra gli italiani, sottolineiamo anche l’ingresso in top 20 di un regolare Paolo Ceci.

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