Equipaggio: Alberto Marchetti – Mario Scalmani
Evento: Rallye Montecarlo
Vettura: Peugeot 207 S2000 – Roger Tuning

Ecco il racconto di due amici che hanno affrontato il loro 1° Rallye Montecarlo, terminandolo.
Due storie viste dal sedile di chi guida e da quello di chi naviga, anche in questo caso possiamo dire obiettivo raggiunto: il traguardo di Montecarlo.
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Il sogno che ho assaporato con mio cugino Pietro di traverso con un R4 furgone, il sogno di pensare di essere capaci di guidare sulla neve perché 30 anni fa mettevi di traverso una Fiesta 1100 sulla neve, il sogno delle giornate con Tiziano a parlare di avventure rallistiche, il sogno di un ragazzino con un padre che non ha mai guidato una macchina ma con uno zio che lo faceva guidare in braccio a 10 anni.
Beh il sogno si è avverato con Mario e con tutti quelli che ci seguono in questi anni e che hanno fatto montagne di chilometri per vedere due Fantozzi come noi, vuol dire che ci volete proprio bene!
Grande mio fratello Ginkia che è partito alle 4 della mattina del sabato con due bambine piccole e la moglie, grandi i miei figli che mi hanno disegnato la tuta nuova e mia moglie che si è fatta 12 km a piedi con loro per vedermi passare.
Comunque dentro di me sono partito per arrivare e Mario lo sapeva benissimo, le classifiche non si ha nemmeno il tempo di guardarle.
Tutto è stato diverso da come lo avevo immaginato guardando i camera car o i filmati, ma per questo è stato bello.
Certo sulla neve la vecchietta del paesello di Embrun che va a fare la spesa va più forte di me, ma vi giuro che avrei preferito avere 100 cavalli sulla neve e non 300!
Ho vissuto durante le prove e durante la gara una montagna di paure e di dubbi; che tempo farà, che gomme uso, che strada troviamo ecc ecc
Ma appena salivo in macchina con a fianco Mario e con sotto il sedere la “mia “ belva, mi sembrava di entrare in un modo di dolce tranquillità dove i problemi non esistevano, ero ridiventato il bambino degli autografi che non aveva paure ad affrontare tutte le insidie.
Mario abbiamo goduto e l’abbraccio finale è tutto l’affetto di anni passati insieme in macchina e la gioia di avere raggiunto il traguardo prefissato insieme, poi sentirti dire ogni tanto “mola” voleva dire che ci stavamo divertendo!!!!
Poi aver trovato una persona come Roger ed i suoi ragazzi, persone eccezionali, serie e competenti; è la ciliegina finale di una passione che coltivo da 50 anni.

Alberto Marchetti

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Chiedo ancora scusa se per qualche giorno sono sparito non dando più notizie di noi, ma per una settimana ho avuto l’onore di calarmi in un mondo magico, parallelo, fatato, impegnativo, importante e difficile. L’83° Rallye di Monte Carlo.
Un mondo che per gente appassionata come noi, rappresenta una specie di paradiso in terra.
Questo Monte Carlo è assolutamente tutto merito di Alberto, della sua grande caparbietà, diligenza, concentrazione e intelligenza. L’essere arrivati a Monte Carlo, in piccolo crescendo di prestazioni, sempre e solo merito suo. A me l’onore di esserci e di averlo vissuto, secondo per secondo, metro su metro.
Alberto aveva spalancato la porta giusta, quella del cuore, quando mesi fa ci eravamo sentiti, “dai buttiamoci in questa avventura !”. Entrambi sapevamo, come voi d’altronde, che la gara più blasonata al mondo (insieme forse ad altre due: Rac e 1000 Laghi) sarebbe stata difficile, piena di insidie e terribilmente tosta. Ma anche unica nel regalare emozioni che intanto che scrivo, affiorano e….da frignone cui sono…..ancora ho difficoltà a gestire.
Del Monte porterò via lo stupore della prima prova speciale in notturna, le difficoltà che ho avuto nella seconda tappa, la commozione nel vedere nella terza tappa un così tante persone e bambini che ci incitavano e salutavano, nel vedere e rivedere un omino di 70 anni (faceva molta tenerezza) che per giorni interi (con un freddo boia !) prima delle ps voleva a modo suo darci la carica, lo sventolio di bandiere Italiane in prova speciale, il profumo della legna che bruciava nei mille fuochi accesi a bordo strada, il bisticciare con Alberto in prova speciale sulle note, la prova speciale di Sisteron, lo stupore di trovare fermandoci a caso per togliere i caschi su 1400Km di gara mio cugino seduto su un cippo stradale, fermarsi in ps (sospesa) e stringere la mano ad amici e avversari di Cremona venuti a vederci, sul palco d’arrivo salutare il Principe di Monaco e riceve il suo saluto con un sorriso. Porterò con me di questo Monte l’abbraccio dopo la Power Stage di Alberto e il suo tentativo (he he he inutile) di volermi anche alzare da terra.
Abbiamo iniziato a vivere sulla macchina da corsa, il mercoledi. Dopo 3 giorni estenuanti passati a provare e riprovare prove speciali e trasferimenti, 3 giorni dove abbiamo mangiato in macchina per non perdere minuti preziosi, finalmente è arrivato lo shake down.
C’era pressione, tensioni. Il ns gruppo era di 10 persone, tutte concentrate su di noi. Tutti sentivano la gara, tutti ci trasmettevano i loro consigli, i loro suggerimenti. Ma noi avevamo ancora solo l’idea di ciò che avremmo trovato ed io, ci ho messo un po’ ad imparare a nuotare in quella mole di consigli e suggerimenti che giustamente da tutti ricevevamo.
Abbiamo assistito dalla macchina da corsa lo spettacolo di questo Shake, dove oltra a fumogeni rossi accesi sulla montagna al passare di Loeb, ci hanno regalato addirittura fuochi d’artificio !
Abbiamo iniziato ad assaporare l’aria della gara, a percepire cosa avremmo trovato nei giorni seguenti nelle prove speciali. La strada era indecorosamente sporca e scivolosa !! Le WRC, che sono carri armati trasformati, passando ben oltre i bordi della strada avevano riempito di fango, sassi e pietre il resto della sede stradale. Naturalmente noi al terzo passaggio abbiamo centrato su una curva piena un pietrone che ci ha rotto cerchio e gomma. Dopo 3 passaggi, stop allo shake.
Per fare un Monte, tutto deve essere perfettamente a posto, anche il particolare più insignificante.
Il giovedi mattina si riparte in direzione Monte Carlo per la partenza davanti al Casinò, del rally. Ci aspettavano 2 ps in notturna (40Km) e circa 250 Km di trasferimento. Pronti via un’incidente in autostrada ha creato un ingorgo bestiale e quindi fin da subito abbiamo iniziato ad andare in trasferimento quasi allo stesso passo gara ! Roba da ritiro patente con galera compresa……
Avevamo fari normali che puntavano il cielo, non avevamo gli spruzzini dei tergi che funzionavano…..abbiamo rischiato la vita ovunque perché non si vedeva niente !!….e al primo C.O. abbiamo timbrato con 7 minuti di ritardo. Bene!
Subito dopo c’era una zona tecnica adibita al cambio pneumatici. Dovevamo mettere delle chiodate perché sotto avevamo delle semplici termiche, il tutto in 10 minuti. Un commissario sorvegliava le operazioni, i ragazzi dell’assistenza ci davano indicazioni. Morale, altri 4 minuti di penalità beccati perché noi ci abbiamo messo ben 14 minuti per cambiarci le gomme. He he he ma ci siamo fatti una bella risata sul ns essere maldestri e siamo ripartiti verso la prima ps.
Con il fiatone per il lavorone del nostro pit stop entriamo in ps e la notte, la neve, il ghiaccio, i flash, la macchina che andava dove voleva, un mezzo testa coda, l’emozione (anche i particolari devono essere a posto)…mi hanno fatto andare per i cavoli miei con le note e di conseguenza per qualche chilometro, Alberto guidava a vista. Ma comunque fatta anche la seconda ps, ci portiamo nuovamente a Gap e mettiamo in tasca la prima tappa !
La seconda tappa erano 3 ps da ripetere (naturalmente di seguito e senza fiato !) per un totale di 130 Km di prove. Abbiamo trovato di tutto, nebbia, neve fitta al buio, sporchissimo ovunque…..quando riuscivo a guardare fuori in prova la sensazione che aveva era che la strada fosse un inferno ! In questa tappa sono usciti di strada gente come Loeb, Kubica, Meeke. Il che è tutto dire di quanto fosse difficile. Qua Alberto ha fatto il capolavoro del Monte 2015, trovare un passo discreto e portare a casa la tappa e sopravvivere con un mezzo navigatore !
Io invece ho avuto un crollo totale, in almeno 4 ps ho perso il filo con le note e si è andati per qualche chilometro a vista. Era la testa che non restava li, penso anche perché non avevo “benzina” abituato com’ero, a non mangiare in gara. Ma il Monte non è la Ronde del Pippero e sulla mia pelle ho capito che al Monte non hai tempo neanche per fare la pipi!
L’indomani ho iniziato a “doparmi” di zucchero e di biscotti sempre ! Infatti la terribile ps di 52 Km l’abbiamo volata via senza problemi (solo un dritto con macchina spenta sulla neve….eravamo con le supersoft, non proprio indicate per neve e ghiaccio) e d’un colpo, abbiamo iniziato a recuperare posizioni nella generale.
Forse finalmente Alberto aveva ritrovato un navigatore discreto e fatta anche la ps 11 dove ho rotto un pò i maroni in ps di non esagerare (perché sembrava troppo aggressivo e il culo ballava da spavento, ma non era colpa della guida di Alberto, ma quanto della nostra scelta tecnica non proprio azzeccata……2 supersoft anteriori e 2 termiche dietro. He he he Loeb ci avrebbe tolto il saluto sapendolo, ci buttiamo a Sisteron.
Uno spettacolo da brividi. Non riesco ad immaginare quante migliaia di persone c’erano su quella prova e quante migliaia di persone abbiamo trovato prima e dopo la ps, che a piedi tornavano alle loro macchine. Un serpentone di gente, non esagero perché avevo il radar in mano, lungo almeno 7 km !! E sempre tutte che incitavano e salutavano.
Questa è una magia del Monte Carlo, il fatto che sia veramente una grande festa per tutti, concorrenti, addetti ai lavori e pubblico. Mai visto in Italia una tale passione. Tocca veramente il cuore vederla.
Si rientra a Monaco con un trasferimento di 200 Km e con un tempo di 3h 15min sulla tabella per il trasferimento. A differenza delle gare in Italia, in Francia vale tutto! Medie nei trasferimenti intorno ai 70 Km/h, niente antitaglio, niente chicane per rallentare le ps ! Quello che trovi affronti, non so le volte che eravamo a limitatore in 6° marcia in prova speciale……e di conseguenza anche il trasferimento a Monte Carlo l’abbiamo fatto a fuoco rischiando la vita più che in ps (fari e spruzzino ci facevano guidare alla cieca).
Ultimo giorno, ultima tappa.
Ci aspettava il famoso Turini. In parco assistenza, si cercavano più informazioni possibili sulla situazione meteo. Come sempre, anche quest’anno le condizioni delle strade cambiavano ogni minuto e il verglas, la neve e il ghiaccio sembrava si spostassero da una curva all’altra. C’erano equipaggi che uscivano dal parco con delle chiodate nel baule e gomme termiche. Noi supersoft e 2 termiche nel baule. Scelta azzeccata e tempi buoni in prova speciale !
Non sono riuscito a vedere lo spettacolo Turini, ero impegnato a farmi capire con le note da Alberto, la prima S3 in discesa era……in ghiaccio !
Altre posizioni scalate nella generale, solo sull’ultima ci ha passato un pilota ufficiale della Citroen “caduto” in basso per un’uscita di strada nella tappa precedente.
I brividi questa volta li ho fatti venire io ad Alberto, facendogli perdere un paio di giorni di vita per lo spavento. Ci siamo persi in Monaco 2 volte, la seconda per un’incomprensione sulla direzione in un bivio. Lo spettro di timbrare in ritardo all’ultimo C.O. incombeva, ma alla fine all’italiana ci siamo salvati in corner !
Ogni tappa avanzavamo in generale, e alla fine siamo arrivati 48° su 78 classificati.
Aldilà dei risultati, per me è stata un’avventura umana. Roger e suo fratello, si sono occupati di noi come dei padri. I suoi ragazzi sono stati esemplari sempre. Con Alberto ho vissuto momenti unici. Viverlo tutto fino in fondo, sopravvivere a tutti i problemi incontrati, superare le difficoltà insieme, emozionarmi per lo spettacolo in cui ero. Alla fine abbracciavo e baciavo tutti per abbracciare il mondo.
E sinceramente per me questo è molto più di un successo !

Mario Scalmani

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