La Volkswagen affila le armi in vista delle modifiche regolamentari che prevedono –come noto- una sostanziale correzione del bodywork, l’introduzione di nuovi aero devices, una maggiorazione di prese d’aria e dei passaruota, oltre che dell’ala posteriore, adattata di conseguenza all’allargamento della carreggiata della vettura.
Il motorsport, ad ogni modo, è fatto così: quando il predominio del più forte viene minacciato dall’ingresso di un rivale –in tutti i sensi, sportivi e industriali- scatta il riflesso condizionato. E si prepara la contromossa. A volte con successo. A volte, invece, quelle armi sono spuntate.
Ci sono cascati già in molti in passato, ma difficilmente Volkswagen, assoluto punto di riferimento per tutti -Toyota inclusa- pare intenzionata a sottovalutare l’entrata dei giapponesi. E’ la prima volta che i due colossi si scontrano faccia a faccia e non attraverso marchi controllati. E per VW rappresenta un indiscusso vantaggio il potersi confrontare direttamente con la squadra giapponese. I domini solitari non piacciono a nessuno. E finiscono per annoiare. Quella noia che è un pericolo per definizione nello sport. Quando sopraggiunge, si è in presenza di un fallimento. Che si traduce ben presto in fatti.

VOLKSWAGEN-TOYOTA, LOTTA A DUE

D’altronde, che la lotta sarà probabilmente bipolare (Volkswagen-Toyota) è evidente. Il regolamento 2017 è a prova di…portafoglio. Nonostante il periodo movimentato per i due costruttori, la liquidità in cassa non manca. Entrambe le case –al vertice nelle classifiche per redditività e veicoli venduti- non avranno reali difficoltà nel sostenere e finanziare l’esborso economico, che crescerà in modo sensibile e inevitabilmente tenderà ad acuire il gap tecnico.
Se Toyota allo stato attuale può dirottare tutti gli investimenti nel progetto 2017, con un team già definito, Volkswagen, come nelle foto qui sotto, ha già iniziato lo sviluppo del veicolo. Nonostante il suo attuale impegno, la consapevolezza del proprio vantaggio sui confronti degli avversari ha consentito di assegnare già la priorità al progetto 2017.
Molto più complessa la situazione per gli altri: la preoccupazione principale in Hyundai è portare a termine l’i20 B in vista del 2016, mentre i punti interrogativi all’interno di Citroen, che sono puramente decisionali, non saranno che d’ostacolo, visti i tempi ridotti. Portare al debutto il muletto nei test privati, poi, eroderà ulteriore tempo, con un’inevitabile implicazione sulla qualità degli step tecnici.

PRIME LINEE PROGETTUALI ESTREME

Qui sotto, si vede subito quale sarà il filone interpretativo del regolamento: nel confronto fra le due foto emerge la lettura delle modifiche, che estremizza tutta la concezione aerodinamica della vettura, intervenendo in modo ancora più estremo di quanto avesse già fatto Volkswagen in passato sui lamierati esterni.

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Foto 1

Il muletto è comunque lontano dallo stato di perfezione: all’anteriore (foto 1) viene a formarsi un vero e proprio splitter (analisi foto 3) integrato nel bumper sul quale sono stati posti i tradizionali sensori per la rilevazioni dei cinematismi del sistema sospensivo McPherson anteriore.
A denotare lo stato di “work in progress” della vettura, c’è l’assenza di side ducts nella zona inferiore dei passaruota, i quali a loro volta sono stati maggiorati (foto 2) –allargando la carreggiata- presenti invece nella versione 2015 della Polo WRC. Tale dispositivo è finalizzato a ridurre le turbolenze di aria calda, che –come noto- sono significative nella zona immediatamente successiva allo sbalzo anteriore, vicino allo pneumatico.

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Foto 2

Assenti per ora –a differenza di quanto apparso nei rendering- i generatori di vortici, ma non è da escludersi (il regolamento è ignoto nel dettaglio ai non addetti ai lavori) che vengano aggiunti in una fase più avanzata della road map di sviluppo.
Maggiorate infine le varie prese d’aria nel cofano motore: chiaramente, essendo previsto un aumento così sensibile di potenza (+80 CV) la vettura –come le concorrenti- avrà bisogno di una riprogettazione degli scambiatori di calore e di un ingresso maggiore di aria nel cofano motore. Si potranno osservare, pertanto, vetture più “giunoniche”.

AERODINAMICA RAFFINATA E QUALCHE RICHIAMO AL GRUPPO B

Nella zona del posteriore, la Volkswagen si è sempre mostrata attiva, ritoccando l’ala, modificando il gurney flap (appendice già riscontrabile nel 2015), presente in modo più evidente nella vettura 2017. Il profilo principale è più “alto”, dotato di un’inclinazione maggiore, indirizzato ad una ottimizzazione del coefficiente di portanza negativo Cz.
Immancabili come novità assoluta, indiscutibilmente volta a “riabilitare” e rilanciare il gusto nostalgico dei gruppo B, le “side skirts” (minigonne), che incrementeranno l’effetto suolo, creando quella zona di depressione indicata nella foto 3, generata dal celebre Effetto Venturi.

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Foto 3

Nella foto sopra (n°3) si crea una zona in cui la velocità stagna, innescando un aumento di pressione per il principio di Bernouilli. In seguito, l’aria viene indirizzata verso il basso e accelerata, creando un’area di depressione.
In termini generici, dato un prodotto pressione-volume iniziale p1V1 si raggiunge un prodotto diverso p2V2, con p2<p1: lo splitter non genera direttamente deportanza, ma aumenta la differenza di pressione fra la parte superiore e quella inferiore dello stesso, creando quella depressione di cui si accenna sopra, che invece ha effetti positivi sulla downforce.

Foto: mikapasanen.com

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