–Categoria Auto–

Subito, senza colpo ferire, è dominio firmato Sébastien Loeb. Non importa quel che accadrà nei prossimi giorni: la stoccata è di quelle di alta classe, che restano scolpite a prescindere. E poi quella nonchalance del campione, quel senso della misura che in pochi hanno, al traguardo, è la delizia di chi non perde occasione per meravigliare il suo pubblico.

Il dominio è stato netto, quasi fin dall’inizio ha mantenuto posizioni d’avanguardia, fino ad estendere in seguito il suo vantaggio costruendosi un modesto vantaggio –tutt’altro che di sicurezza- di un paio di minuti.
Non che gli altri –con le dovute eccezioni- abbiano mantenuto un ritmo tranquillo, quasi una pace tacita in vista degli scontri che vanno avvicinandosi.

Tutto è partito con lo “sporco lavoro” di Ten Brinke, che si era piazzato primo con la speranza di poter disputare la prima breve tappa in svantaggio per poi riguadagnarci in quella successiva: l’eliminazione, giunta a tradimento, lo ha costretto a fare del “rivercrossing” in tratti quasi impraticabili, costringendo l’olandese ad una doppia fatica, fra l’incombente necessità di mantenere un “pace” competitivo ed il rischio di rimanere bloccato. Il decimo posto, a cinque minuti, finisce così per apparire come un piazzamento accettabile, sufficiente.

Nel mezzo, però, si è scatenato l’inferno: è stato un tira e molla fra Peterhansel –che non ha intenzione alcuna di arrivare al limite- e il duo Vasilyev, De Villiers, l’uno esperto di cross country, l’altro vecchia volpe della Dakar. E’ finita con un 1-2 Peugeot, ma alla Toyota ci si può consolare: è presto per tirare già la prime somme, ma l’inizio è di quelli ben ingranati. E soprattutto laddove Mini doveva sfavillare. Al momento, sono loro a sfidare i francesi. Entrambi hanno chiuso a circa tre minuti dal nove volte iridato.

In quinta posizione appare l’altro “personaggio” di questa Dakar, Mikko Hirvonen. L’ottima prestazione dell’ex pilota del mondiale rally cozza con una disastrosa giornata per la Mini, la cui sorte è appesa ormai al binomio finnico-qatariota. In realtà non è stata una gran giornata neppure per Al Attiyah, complice una foratura, ma i quattro minuti rimediati appaiono assolutamente innocui.

Nel mezzo, la Toyota di Poulter –sesto- e l’altra Peugeot di Despres, settimo a quattro minuti netti: l’inizio di Dakar è stato brillante nonostante l’inesperienza dell’ex motociclista. A riprova delle buone doti velocistiche della 2008 DKR. Finisce nono il volto meno celebre del WRC, Martin Prokop, che aveva già ben figurato all’inizio, con il miglior parziale assoluto.

Si diceva, invece, di chi oggi non ha motivi per esultare: oltre alle rimediabili disavventure di Robby Gordon su Gordini, ventiduesimo, c’è stato un problema tecnico per Carlos Sainz, di natura elettrica. Lo spagnolo poi si è lanciato in una furiosa (e pericolosa) rimonta, recuperando diversi minuti sui primi classificati.

Ma c’è anche chi comincia a fare dei conti che hanno del crudele: Nani Roma e Orlando Terranova, due delle quattro punte Mini, se non sono fuori gioco, poco ci manca. Oltre mezz’ora di distacco rimediata non significa Dakar finita, ma possibilità di vittorie davvero ridotte. Tanto più in un’edizione molto tirata, in cui non si risparmia niente a nessuno.

–Categoria moto–

Nella categoria moto, invece, poche le sorprese: ogni singolo errore costa caro, per ora, con la classifica che continuerà a fluttuare ancora per molto.

Oggi infatti non ha deluso le aspettative Toby Price, la rivelazione del 2015 e il pupillo in casa KTM, che quest’anno punta alla caccia grossa. Nonostante la sedicesima posizione iniziale di partenza, l’australiano ha messo sin dall’inizio il proprio sigillo sui parziali.

Non è bastata l’incursione dell’ottimo Faria nel finale, secondo a 20”, a privare il pilota ufficiale KTM del successo di tappa: malgrado ciò, il portoghese mette a segno un’altra giornata eccellente, lasciando intatti i propositi di successo nella prima fase, già a partire da domani, quando Price sarà costretto a pulire un tracciato in pessime condizioni.

Di buon livello la prestazione di Svitko, su KTM, terzo ad appena un minuto e mezzo, mentre il recupero del sempreverde Duclos su Sherco, inizialmente in sordina, è stato da manuale, al punto da ottenere tempi collimanti con quelli dei top drivers.

Oltre i due minuti c’è Walkner, l’austriaco di KTM con ottime ambizioni per il successo, mentre dopo le tribolazioni dei giorni scorsi, Goncalves chiude sesto, nonostante una prima fase all’attacco.
Chi non sorride è Barreda Bort: sapeva di non essere il più titolato oggi, poiché costretto a fare da apripista, ma in realtà una serie di errori di guida –e non di navigazione, come aveva riferito inizialmente l’organizzazione- hanno inficiato la sua prestazione. Il distacco è comunque contenuto, appena superiore ai tre minuti.

Molto soddisfatto è sicuramente il debuttante locale Benavides, subito fra i primi e a proprio agio in una speciale tecnica e complessa, molto fangosa e non priva di insidie. Chiudono la top ten Pedrero Garcia e Quintanilla.

Fra gli italiani, segnaliamo il discreto dodicesimo posto di Alessandro Botturi, con un gap che comincia a dilatarsi fuori dalla top ten fino a sei minuti. Buona la prestazione di Ceci, ventiduesimo e del debuttante Cerutti, trentunesimo.

–Categoria camion–

La categoria camion si tinge infine dei colori olandesi: arrivano in questi minuti i primi dieci camion, con piazzamenti ancora non ben scremati, con un 1-2-3 composto da Hans Stacey, Peter Versluis (si tratta quindi di doppietta MAN) e Gerard De Rooy, primo degli Iveco, che però ha tutte le ragioni per essere soddisfatto: si è tenuto alle spalle i temibilissimi Kamaz, in fase di temporeggiamento tattico.

La gara si fa sui percorsi rough –non che quello di oggi non lo fosse, in verità- e sulle dune. L’off road ha un peso specifico sulla gara totalmente diverso. Non saranno a contare certamente i tre minuti rimediati da Mardeev-Nikolaev. Un po’ più attardato il vincitore dell’edizione 2014 Karginov, ad otto minuti.
Quarto è Kolomy su Tatra, mentre seguono in quinta, sesta e settima posizione gli Iveco di Villagra, Loprais e dell’ottimo Van Genugten, che ha l’arduo compito dell’assistenza veloce.

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