Come da previsione, in quanto a colpi di scena, la terza tappa non si è di certo distinta: dopo l’ampia sforbiciata da parte dell’organizzazione, del percorso odierno sono rimasti meno di duecento chilometri. Ancora molto veloce, da attraversare tutti d’un fiato, su questo non c’è dubbio. Ma anche povera di significato, di fatto mutilata, acerba.

A conti fatti, quindi, non è stata altro che una giornata interlocutoria: da domani si fa sul serio, con la prima parte ancora argentina e la seconda in terra boliviana. E da quest’anno, gli ufficiali soffriranno ancor di più, essendo negato qualsiasi intervento sul veicolo.

Ritornando alla cronaca odierna, a vincere è stato un arrembante Barreda Bort che si è aggiudicato tutti i settori intermedi, in un testa a testa con Goncalves, la seconda punta del team Honda e il debuttante Benavides, che fa sempre più discutere. Positivamente, è chiaro.
L’argentino, classe 89’, è al debutto alla Dakar e la conoscenza dei percorsi si è fatta sentire, essendo la classifica tutta giocata su pochi minuti. Presto per stabilire se si tratti di un fuoco di paglia: quel che è avvenuto finora ha un’incidenza bassa, quasi nulla. Le vere tappe ad alto peso specifico verranno a partire dalla prossima settimana.

Alla fine, però, l’ha spuntata lo spagnolo, che si è rifatto dopo una giornata di quelle così-così, e, complice anche i minuti di penalità distribuiti a pioggia su numerosi concorrenti nella top ten, si è pure ripreso la leadership. Sono solo ventisei i secondi che lo separano da Benavides nella tappa, mentre a cinquantadue secondi si trova Goncalves.

Dentro il minuto si completa la top five: Antoine Meo, cinque volte campione enduro e debuttante alla Dakar, era il grande atteso per le prime tappe: una serie di problemi tecnici hanno poi impedito al francese di brillare; con la prestazione odierna, risale fino al tredicesimo posto.

Svitko chiude a poco meno di un minuto: lo slovacco della KTM, un po’ sornione, un po’ criptico, non ha ancora cercato l’assalto di giornata, mantenendo un passo regolare. A premiarlo è la classifica, che lo vede secondo assoluto a 14”, davanti anche al già citato Benavides, a 56”. Centrale in questa strategia è risultata la posizione di partenza, né troppo avanzata, con l’obbligo di fare da apripista, né troppo arretrata nel gruppone.

In sesta posizione, a poco più di un minuto, si posiziona il cileno Quintanilla, mentre il rookie Van Beveren, crollato ieri nella generale, oggi fa segnare un settimo tempo degno di nota, a due minuti.
Rincorrono a pochi secondi Farres Guell, a 2’12”, Alain Duclos a 2’21” e Walkner a 2’52”.

Solo trentasettesimo Toby Price, che chiude ad oltre otto minuti con una scelta di chiaro valore strategico: l’arretramento “tattico” è finalizzato ad avvantaggiarsi nei prossimi giorni, decisamente più duri e complessi da gestire in testa alla gara. L’australiano scende così in decima posizione assoluta, a poco più di cinque minuti.

Fra gli italiani, un dolorante Botturi arriva in quattordicesima posizione, a 3’56”: in seguito alla caduta di ieri, nessuna pretesa da parte del pilota lombardo, che ha maggiori aspettative per la seconda fase della gara. Ceci e Cerutti si piazzano regolari in 27^ e 31^ posizione.

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