–Categoria auto—

E’ durata appena un giorno la leadership di Stephane Peterhansel: i piloti del team di Peugeot Sport, più o meno a turno, hanno attraversato diversi inconvenienti, non solo di natura tecnica. A inizio Dakar era toccata a Sainz, ieri a Loeb con un problema al potenziometro dell’acceleratore, oggi a Peterhansel che ha incontrato alcune difficoltà nell’attraversamento di un rio, oltre che un problema tecnico al turbo.

Lo spagnolo è andato dunque a prendersi la sua prima tappa della Dakar 2016: i compagni finora hanno fatto “piazza pulita”, mentre lo spagnolo è andato più volte a fallire nelle sue puntate offensive.
A onor del vero, però, a condannarlo, più sfortuna che imperizia: inconvenienti tecnici e forature a parte, sono stati pochi i secondi a separarlo sinora dai successi di tappa.

Poco male: il “matador”, giorno dopo giorno, ha rosicchiato il suo gap fino ai 4’50” di oggi. Situazione paradossale per una Dakar, ma proficua per lo spettacolo: si andranno ad iniziare le tappe più dure senza ragionarci troppo sopra. E questo vorrà dire anche che al parco assistenza gli uomini di Peugeot Sport dovranno ben presto decidere cosa fare.

Loeb, inaspettatamente, non è solo lì con gli altri, ma conserva ancora nel taschino due minuti su Peterhansel, oggi quarto e attardato a 3’27”. E Sainz non ha impiegato troppo tempo per recuperare: se dovesse essere questo lo sfondo anche dopo il giorno di riposo a Salta, avrà la dirigenza sportiva la forza di rompere le uova nel paniere e tirare la celeberrima monetina?

Due galli nel pollaio sono troppi, ancora di più tre. Praticamente, più di un déjà-vu: già nel 1989 i francesi furono costretti alla fatidica scelta.

E poi c’è sempre il terzo (quarto) incomodo: Nasser Al Attiyah ha piazzato per pochi secondi la sua Mini davanti alla Peugeot di Peterhansel, allontanandosi però ancora di più dalla vetta, ponendosi a diciassette minuti da Loeb. Al qatariano non basterà e nemmeno servirà inventarsi qualcosa: arrivati a metà opera, il suo destino è più legato a ciò che faranno i rivali di Peugeot. Che, neanche a dirlo, approderanno sul fondo ideale per la quale la 2008 DKR è stata pensata, la sabbia.

Degno di nota è il quinto posto di Mikko Hirvonen, ad appena 4’ in rimonta: nonostante l’audacia, sarà Giniel de Villiers il grande atteso sulle dune, benché sia finito in ombra già da diversi giorni. Il sudafricano ha oggi portato a termine la tappa in settima posizione, appena un secondo dietro a Cyril Despres, a 5’24”.

La carovana della Dakar, che oggi ha lasciato la Bolivia indirizzandosi verso Salta, in cui è posto il bivacco della giornata di riposo, è stata funestata dalla morte di uno spettatore durante la prova speciale. Il francese Lionel Baud, al volante della Mitsubishi del team FDS Racing, pare abbia perso il controllo della vettura, provocandone il decesso.

–Categoria moto—

Piccole variazioni a livello di classifica nella categoria moto non implicano poche sorprese: il duello è sempre più Price-Goncalves, ma di fatto nella categoria l’elemento incertezza è dominante: il duo non è scappato via, alla maniera della storica coppia Coma-Despres, ma anzi lascia sempre più spiragli in vista della seconda parte della Dakar, che inizierà dopodomani, da Salta.

A sfruttare la situazione ci ha pensato subito Antoine Meo, fra i più talentuosi piloti di enduro degli ultimi anni, lanciatosi nell’esperienza Dakar un po’…a occhi chiusi. Il debuttante, che ieri aveva pure pagato lo scotto di vari errori di navigazione, è tornato pienamente in corsa per il successo finale sfoderando una prestazione inaspettata, inadatta per un pilota come Meo sulla carta.

Un po’ per riflesso, si riprende anche Kevin Benavides, anche lui proveniente pari pari da una giornata difficile, caduto nella trappola della navigazione. L’argentino, anche lui debuttante, è l’unico a chiudere a distanze ravvicinate, appena 2’24”, riprendendosi nella generale e, per curiosissima coincidenza, con un gap da Toby Price pressoché analogo a quello del francese.

A separarli, appena 26”, mentre dall’australiano il gap, di circa 16’, è assolutamente compatibile con un recupero: tutta da verificare la performance sulle dune, dove dovrebbe scatenarsi tutta la “potenza di fuoco” degli ufficiali.
Con il ritorno in Argentina, a Salta, si riscopre un Metge interessante, benché autore finora di una Dakar alquanto pedissequa. Il francese ha concluso la prova speciale con ben 6’27” di gap, in quarta posizione.

Solo quinto è Toby Price, che dunque, al dispetto dei tempi ufficiosi, conclude la prima parte della Dakar in ripiego: i 6’42” di distacco da Meo stridono con gli 1’58” che si stima essere il distacco di Paulo Goncalves, su Honda.
Il portoghese infatti dovrebbe ricedere una decurtazione del tempo di 10’58” per aver soccorso nella fase iniziale della tappa Matthias Walkner, pilota ufficiale della KTM.

Proprio così: dopo la tappa nera, nerissima delle Honda nella giornata di ieri, oggi è toccato alla casa austriaca una prova speciale di passione: succede quindi che entrambe le case principali in corsa per il successo hanno le armi parzialmente spuntate, a cui restano comunque i “portatori d’acqua”.

Ritiratosi ufficialmente stamattina Barreda Bort, nella gara si aprono diversi scenari: ottima la terza piazza assoluta di Helder Rodrigues, che si conferma dopo l’exploit di ieri e si porta in sesta posizione nelle generale, guidando la riscossa Yamaha.

Si riprende pure Adrien Van Beveren, del team junior Yamaha, mentre continua a condurre una gara altalenante Alessandro Botturi, l’altro ufficiale della squadra franco-giapponese, oggi solo in quindicesima piazza a 11’.
Continua a condurre una discreta gara lo statunitense Brabec, settimo, mentre Svitko, fra i favoriti della Dakar e terzo nella classifica generale, è solo nono a quasi 9’.

Domani è previsto il giorno di riposo, che chiuderà la porzione più “spianata” della Dakar per lasciare spazio alla seconda fase, particolarmente ostica nei primi tre giorni, che si contraddistinguerà per la presenza della seconda tappa Marathon e di tappe di puro off road.

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