Kalle Rovanpera è un personaggio conosciuto ai più già da diverso tempo, fenomeno di precocità dato in pasto al mondo attraverso un filmato di Youtube in cui si vede un delizioso bambino di otto anni sfrecciare alla guida di una vettura tra le nevi finlandesi sotto lo sguardo divertito del padre, all’anagrafe Harri Rovanpera, pilota che corse nel mondiale rally dal 1993 al 2006 cogliendo una vittoria in Svezia nel 2001 a bordo di quell’astronave chiamata Peugeot 206 WRC che dominò la scena mondiale a cavallo tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000, proprio il periodo in cui il baby prodigio emetteva i suoi primi vagiti (Kalle è nato il 1° Ottobre 2000). Ora però il ragazzo sta crescendo e, a giudicare dai risultati ottenuti, sembra molto bene.

DSC_4625
Harri Rovanpera in azione nel 2014 al RallyLegend

FIGLI D’ARTE – Strana razza, definiamola così. Racchiusi in un limbo che dura lo spazio di una vita intera, un sottile equilibrio tra il dimostrare di essere all’altezza del buon nome di famiglia oppure di rappresentare la più classica delle pecore nere. Guardiamo il calcio, la generazione Maldini, un’epopea di vincenti che fa da contraltare alla famiglia Cruijff: troppo grande Johan per permettere al figlio Jordi di potersi lontanamente avvicinare alle gesta del padre. Nel motorsport la situazione è più o meno simile, tra dinastie di successo (gli Andretti, piuttosto che Graham e Damon Hill ed il più recente Max Verstappen, figlio di Jos che fu tutt’altro che un pilota vincente) ed eredi da dimenticare (Nelson Piquet Jr. ad esempio). Analizzando il nostro amato sport nello specifico, chissà se il Sig. Jimmy, scozzese di Lanark nato nel 1943 e cinque volte campione britannico rally, si sarebbe aspettato di vedere i suoi figli Colin e Alister vincere il campionato del mondo ed il campionato britannico nello stesso anno, il 1995, con il primo entrato poi di diritto nella leggenda di questo sport. Il loro cognome? Ah si scusate, McRae.

FINLANDESI VOLANTI – Un’istituzione leggendaria. Per tantissimi anni, prima del “regno dei Sebastien“, il termine “Rally” è stato sinonimo di “Finlandia“. 14 titoli mondiali suddivisi tra sette piloti (Juha Kankkunen – Tommi Makinen – Marcus Gronholm – Ari Vatanen – Hannu Mikkola – Timo Salonen e Markku Alen che vinse la coppa FIA piloti ancora prima della nascita del WRC); una gara, il Mille Laghi, rimasta tabù per quasi quarant’anni ai non-scandinavi fino a quando Carlos Sainz riuscì a rompere questa egemonia nel 1990. Con l’arrivo del nuovo millennio però, l’aria sembra essere cambiata. L’ultimo titolo risale infatti al 2002 e da li in poi l’era di Loeb prima e di Ogier poi ha permesso ai galletti francesi di avvicinarsi agli “uomini del Sisu” in termini di successi mondiali, 13 includendo anche l’alloro di Auriol. Gli ultimi superstiti di questa razza, da Mikko Hirvonen passando per Juho Hanninen fino ad arrivare a Jari-Matti Latvala, hanno si lasciato il segno sull’albo d’oro di molte gare, ma non sono mai stati in grado (fino ad ora) di riportare l’iride in madrepatria.

KALLE CI PENSI TU? – Mettiamo da parte per un attimo chi nei prossimi anni saranno i fiori all’occhiello della disciplina (Teemu Suninen ed Esapekka Lappi) proiettandoci in avanti di almeno un altro lustro; potrà il giovane Rovanpera riuscire a fare meglio del padre oppure la fama raggiunta in tenera età e la pressione mediatica sarà a lungo andare deleteria? Per ora i fatti sembrano portare alla prima ipotesi, con un lungimirante Harri che ha deciso di affiancare al figlio Risto Pietilainen che fu suo navigatore nella campagna del WRC, un saggio che cercherà di plasmare e scaricare a terra il talento naturale del giovane, già entrato nell’orbita di Tommi Makinen, 4 volte Campione del Mondo tra il 1996 ed il 1999 e responsabile del progetto Toyota. Soprattutto in questa stagione i risultati non sono mancati: tre successi assoluti su sei gare e sei vittorie di classe su sei, un ruolino di marcia niente male per uno che in Italia legalmente non avrebbe ancora la patente visti i 16 anni di età ancora da compiere e che invece corre già con estrema disinvoltura a bordo di una Skoda Fabia R5. Certamente il piccolo Kalle è atteso a delle sfide molto più probanti e difficili, ma le premesse almeno per ora sono ottime.

Riusciranno con lui i Flying Finns a riprendere a volare? Ai posteri l’ardua sentenza, non dimentichiamoci però che stiamo parlando di un adolescente, quindi lasciamogli vivere questo sogno senza caricarlo di aspettative. Solo così potremo vedere se siamo di fronte ad un vero campione.

Copyright © Rally.it: puoi ripubblicare i contenuti di questo articolo solo parzialmente e solo inserendo un link al post originale.