Ci si ama, ci si odia, ci si perde, ci si ritrova. Possiamo riassumerlo così il rapporto che lega i due protagonisti di questa vicenda: il campionato del mondo rally e gli italiani. Tra fiori d’arancio e litigate furiose, vediamo come i nostri protagonisti si sono evoluti nel corso degli anni.

C’ERA UNA VOLTA UN “DRAGO”… – Questa storia d’amore ha origine negli anni Settanta, quando i nostri eroi iniziano a conoscersi ed apprezzarsi l’un l’altro. Il primo passo lo fa Lancia, leitmotiv di questo intreccio amoroso, che nel 1972 porta a casa il primo titolo costruttori della sua lunga carriera al quale seguiranno i successi del 74-75-76. In ogni fiaba che si rispetti, non può mancare il “drago”, quel Sandro Munari che diventerà il primo pilota italiano a fregiarsi del titolo di Campione del Mondo, nel 1977. Il decennio termina sotto i migliori auspici, con Fiat che subentra a Lancia e fa suoi tre titoli costruttori con la mitica 131.

GRUPPO B: ODI ET AMO – E’ strano, ma è proprio nei momenti in cui tutto sembra filare liscio che anche nelle migliori love story subentra sempre qualcosa che destabilizza il rapporto. La rivoluzione Gruppo B a partire dal 1982 fu il primo momento di crisi e di divisione tra il primo, maturato a tal punto da farsi ormai chiamare WRC, ed il secondo, quella italianità rappresentata ancora una volta da Lancia che nonostante un titolo costruttori nel 1983 pagherà a carissimo prezzo l’affetto per questo sport: Attilio Bettega, Harri Toivonen e Sergio Cresto sono le vittime sacrificali di una estremizzazione tecnica che porta irrimediabilmente i protagonisti della nostra storia a chiedersi se non è il caso di fare un passo indietro e ritornare ad essere più semplici: un sentimento meno “artificiale” e più “umano” in cui sono i piloti, come il nostro Miki Biasion, a dover tornare protagonisti e non le vetture arrivate ad un livello ormai ingestibile per l’epoca.

TI AMO IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO – Dal 1987 fino al 1991 non c’è un paese in tutto il calendario del mondiale rally dove Lancia ed il mitico squadrone Martini Racing non abbiano lasciato il segno. Un rapporto idilliaco ed intenso conosciuto e riconosciuto anche dai mass media, durato per cinque anni e condito da altrettanti campionati costruttori e due piloti per i colori italiani conquistati da Biasion. Tutto “quasi” perfetto, il perchè è presto detto. In ogni storia d’amore che si rispetti ci sono date che irrimediabilmente restano nella memoria e ti segnano in modo definitivo: il 18 Dicembre 1991 è il secondo punto di non ritorno di questo rapporto. Come il WRC aveva tradito l’animo degli italiani negli anni Ottanta chiedendo un enorme sacrificio come pegno d’amore, questa volta è Lancia a dire basta e decidere di lasciare il “suo” mondo per abbracciare (in veste Alfa Romeo) il “terzo incomodo” DTM. Un ultimo gesto, quel titolo costruttori 1992 a rappresentare il canto del cigno di un legame tanto bello quanto burrascoso. Come nelle migliori tradizioni “il primo amore non si scorda mai“….

ANNI 90-2000: SCAPPATELLE, NULLA PIU’ – Solo lampi, ma privi di sentimento, quelli che hanno visto gli italiani protagonisti nel mondiale. Furono Aghini, Cunico e Biasion fino al 1994 a provare a ricucire un amore ormai ferito; ci provò anche Piero Liatti più tardi nel 1997 a ridare lustro a quell’affetto andando a conquistare Montecarlo e cedendo una vittoria ormai certa a Sanremo, ma il futuro condito da scelte sbagliate (due progetti fallimentari targati Seat e Hyundai) fu meno roseo. Gigi Galli sembrò riaccendere negli anni 2000 quantomeno il fuoco della passione nei tifosi italiani, fino a che il destino decise ancora una volta di metterci lo zampino assumendo prima le sembianze di Mitsubishi, che decise per il ritiro dalle competizioni nel 2006, poi quello di un albero tedesco che spezzò il femore ed il cuore del pilota di Livigno mettendo la parola fine alle sue ambizioni mondiali nel 2008. Anche un costruttore provò a bussare alla porta (Abarth, nel 2006) senza però mai riuscire a fare breccia nel cuore del WRC.

ANNI 2010 – BACIAMI ANCORA – Oltre ad apparizioni spot dei vari Luca Pedersoli, Paolo Andreucci ed Umberto Scandola, nel Belpaese grazie al Rally Italia Talent ed ACI Team Italia si sta riprovando a riallacciare i rapporti con quel mondo che nel bene o nel male ha dato tanto ai nostri colori. Oltre a Lorenzo Bertelli, punto fermo nella campagna mondiale, sono i giovani quelli che sembrano cercare un forte legame: in particolare la recente notizia di Fabio Andolfi che disputerà il Tour de Corse a bordo della Hyundai I20 R5 di HMI Italia potrebbe rappresentare il primo segnale di riavvicinamento di due mondi che nell’ultimo ventennio non hanno fatto che rifiutarsi l’un l’altro e che ha portato appassionati, curiosi ed organi di stampa ad allontanarsi sempre di più.

Sarà un sentimento vero o solo un abbaglio di fine estate? Questo non lo sappiamo, ma in amore tutto è lecito, compreso continuare a sperare nei propri sogni.

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