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Simone Tempestini è un giovane 22enne, frequenta oramai da qualche anno il campionato del mondo, intraprendendo così una carriera che piloti più esperti non hanno mai affrontato. Il merito va, in parte, al padre Marco pilota conosciuto degli anni “90 che ancora oggi gareggia in varie manifestazioni, ed in parte alla possibilità economica di poter correre quasi settimanalmente.
Ma Simone Tempestini è un talento naturale o un pilota “costruito” ? Avrà la possibilità di approdare nel campionato WRC o sarà uno dei tanti che ci ha provato ?
Di certo Simone è precoce, quando ha 16 anni debutta al suo primo Rally, non potendolo fare in Italia, la sua “prima volta” è in Romania, dove scopriremo si svolgerà gran parte della sua ancor breve carriera. Sempre in Romania nel 2011 affronta la Dacia Cup ma nel biennio 2012-13 passa sulla più potente Subaru Impreza N14, dove affronta il campionato rumeno e alcune gare su terra in Italia. Gli step salgono gradualmente ma velocemente, nel 2013 affronta il campionato europeo e debutta nel WRC nella gara più difficile, il 1000 Laghi.
Il 2014 vede cambiamenti di vettura, campionato rumeno con la Peugeot 207 S2000 e quello europeo e mondiale con la Citroen DS3 R3 T. Infine il 2015 dove il giovane italiano inizia a vincere.
8 vittorie nel campionato rumeno, che lo consacrano campione nazionale e Junior, e due vittorie italiane (Val d’Orcia e Balcone delle Marche) tutte sulla nuova Ford Fiesta R5 (ad eccezione della sua prima vittoria assoluta ottenuta con la Subaru Impreza N14).
In questo 2016, oltre al campionato rumeno (dove conta 4 vittorie) e al campionato WRC Junior e WRC 3 (dove è in testa in entrambi le classifiche), Simone ha intrapreso il campionato italiano Rally, un campionato che lo vede in seria difficoltà.
Ma Simone è lo spumeggiante “Doctor Jekyll” ammirato nella gare WRC, oppure è il timido “Mister Hyde” visto in azione nel Cir ?
Il percorso WRC è stato scandito in un triennio, troppo importante poter conoscere i percorsi, i ritmi gara e la vettura. Quest’anno Simone, in veste Doctor Jekyll, ha potuto mettere in pratica tutta l’esperienza passata. Il campionato non è ancora finito, ci mancherebbe, ma nel WRC Junior Simone ha 93 punti contro i 56 del norvegese Veiby, matematicamente ci sono anche i francesi Folb e Dubert ma con solo due gare da correre (Francia e Gran Bretagna) non pensiamo possano accadere stravolgimenti. Nel campionato WRC 3 a contendere il titolo a Tempestini Junior c’e’ Michel Fabre, francese, nato il medesimo giorno di Simone ma esattamente 40 anni prima. Ma come mai questo francese ignoto è la davanti? Semplice, perchè ha affrontato tre trasferte onerose come: Svezia, Messico ed Argentina, le quali non valevano per il campionato Junior. Detto in maniera schietta Fabre ha corso da solo e doveva solamente arrivare. Con il Rally della Cina annullato le possibilità dell’arzillo pensionato si sono ridotte al lumicino e non dovrebbe bastare la trasferta australiana a fargli conquistare un titolo intercontinentale.
Ma allora come mai nel CIR Simone sta faticando più del previsto? In effetti alla notizia della presenza nel massimo campionato di Tempestini, qualcuno aveva azzardato una sua candidatura tra i probabili protagonisti e invece…..
Invece non conosce le prove speciali o comunque non le conosce come la concorrenza, in ambito Internazionale sono sottovalutati campionissimi come Andreucci, Basso e Scandola che , molto probabilmente, sono tra i più bravi in Europa. Mettiamoci anche lo pneumatico, quello del 22enne concede qualche decimo al chilometro alla concorrenza. Ma sicuramente non è tutto qui, se analizziamo le prestazioni dell’altro Simone (Campedelli n.d.r.) vediamo un gap ancora maggiore. Il romagnolo non ha la conoscenza ed i chilometri sulla Ford R5 che ha Tempestini, anche Lui e da parecchio che non si confrontava con i campioni italiani nell’arco di un campionato, eppure si è inserito in maniera graduale facendo grandi cose e diventando importante in ottica campionato nonostante il cambio di vettura in corsa.
Ci resta ancora l’ipotesi finale, che sommate a quelle dette sopra, potrebbero avvicinarsi alla realtà: l’ approccio mentale alla gara. Probabilmente il WRC, e tutto il movimento mediatico che gira in questo campionato, permette a Simone di trovare i massimi stimoli e la concentrazione adeguata nonchè la sicurezza di un campionato di cui comunque è un “veterano”, parola esagerata per un 22enne. Nel Cir gli manca la “competenza”, il “Know how” decisivo per poter garantire maggiore risultati e diciamocela tutta, Simone, giustamente, deve garantirsi i titoli del WRC e magari anche involontariamente ritiene il Cir un campionato poco abbordabile.
Allora aspettiamoci un 2017 ancor più interessante, probabilmente la categoria diventerà il WRC 2, e se mai dovesse ritentare la strada del Cir aspettiamoci di vedere solamente due Doctor Jekyll. Buona fortuna Simone.
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