Foto di Mattia Deambrogio

Rispondere a questa domanda potrebbe sembrare apparentemente semplice. Con i soldi, si fa tutto. Chiaro, con un buon capitale iniziale, con il quale si può acquistare una macchina è tutto molto più semplice. Ma il mio obbiettivo è quello di trovare strade alternative. Strade che si addicano a quei ragazzi/ragazze che hanno il sogno di correre o navigare nel mondo dei rally, ma con un budget ristretto. Ed è anche per questo che ho ritenuto importante l’intervento di Edoardo in questo articolo, affinchè vi possa spiegare in prima persona come è riuscito a realizzare un sogno durato tantissimo tempo. Ma prima di lasciarvi tra le vorticose righe dell’intervista, è doveroso spiegare chi è Edoardo Stefanati per chi non lo sapesse; è un ragazzo di appena ventidue anni originario di Genova. E’ riuscito a conquistare la vittoria al Rally Italia Talent 2015, classificandosi primo nella sezione dedicata agli under 21 e terzo assoluto.

Ed è proprio da Rally Italia Talent da cui voglio partire. Questa è una delle possibilità che si possono avere per “lanciarsi” in questo mondo. Possiamo definirlo come un vero e proprio talent show, ma incentrato sui rally; si dovrà superare diverse prove scalando la classifica fino ad arrivare alla finale, dove il premio in palio è piuttosto allettante. La possibilità di correre nel Rally D’Italia, valido per il CIR. E’ impegnativo, ma non bisogna partire scoraggiati, come vi spiegherà Edoardo.

Sicuramente la strada di “selezioni” è la via più diretta, veloce da intraprendere. Ma non è la sola. Negli anni indietro era sicuramente più semplice; molti dei nostri begnamini del passato hanno iniziato cambiando gomme per un team o imbastendo uno pseudo team con la vettura dei genitori. Al giorno d’oggi è sicuramente molto più difficile ma non impossibile; se la passione della meccanica è molto forte, potrebbe essere una via quella di proporsi ad un piccolo team, anche solo come garzone. In questo modo, e naturalmente con l’impegno, ci si può far notare. Ma se sporcarvi le mani non è il vostro forte e avete messo da parte qualche risparmio, potreste provare a correre una gara noleggiando una vettura. Partendo da vetture piccole ( come Gruppo N) la cifra di noleggio non è esorbitante e si è seguiti da un vero e proprio team. La vostra prestazione alla guida potrebbe sorprendere il team stesso al quale avete noleggiato la vettura o a qualcun altro che vi ha visto correre.

Ma se i vostri risparmi non sono così elevati da coprire il noleggio di una vettura, non scoraggiatevi; esistono Scuole di Rally. Potreste dire: ma io voglio inerpicarmi per le prove speciali, non fare un corso! In alcune scuole di rally vi è la possibilità, dopo aver frequentato il corso, di essere seguiti in gara. Potrebbe essere un’idea per mettersi in gioco e misurare realmente le proprie capacità al volante, seguiti da piloti professionisti. Tra questi ne è un esempio la Rally University.
Queste sono alcune delle possibilità che si possono avere nell’ambito. La passione gioca un ruolo veramente importante, mischiata alla determinazione. E’ difficile cavarsela da soli, raggiungere il tanto amato mondo dei rally, ma non è impossibile; il duro lavoro e la continua ricerca del proprio sogno pagano sempre. Ne è una dimostrazione l’esperienza vissuta da questo giovane pilota Genovese, di cui vi lascio l’intervista piena di speranze, sogni per il futuro, ma anche un cenno di commozione a ciò che ha vissuto, facendo capire a me è a chiunque altro abbia questo sogno, che niente è impossibile.

Ciao Edoardo. Grazie per averci dedicato un attimo del tuo tempo.
-Parlaci un po’ della tua esperienza; com’è stato avere l’opportunità di correre diciamo ufficialmente, dopo aver vinto Rally Italia Talent?
Ciao, grazie a voi per aver pensato a me per parlare di un argomento sempre più attuale. La vittoria del Rally Italia Talent è stata una sorpresa inaspettata ma fortemente voluta. Non nascondo che una volta sceso dal palco delle premiazioni, quando ho realizzato cosa sarebbe accaduto dopo pochi mesi, mi sono commosso. Il sogno che coltivavo da quando avevo 5 anni si è così realizzato, e solo grazie a questa importante iniziativa. Esordire in quel modo poi, è stato pazzesco. Sedersi su una macchina che il weekend precedente era nelle mani di De Tommaso in Polonia per il Mondiale è stato molto emozionante. Portarla in prova speciale ancora di più chiaramente. Correre seguito da Romeo Ferraris e dal nostro tutor Gigi Pirollo ha dimostrato che quando si può contare su un pacchetto competitivo e delle persone esperte, i risultati vengono fuori. L’unico obiettivo prefissato dallo Staff era vedere il traguardo senza danni alla vettura e noi abbiamo anche fatto meglio. Sull’ultima prova speciale, non essendo mai saliti prima su una vettura da corsa, abbiamo preso solo 1.5 sec/km da Tassone poi laureatosi Campione Italiano Junior, e 1 sec/km da Panzani che in questi giorni è a Montecarlo. Direi una grande soddisfazione. Riassumendo quindi, un’esperienza incredibile, con un pacchetto macchina-gomme-team che chiaramente non ho più trovato dopo, dal momento che non ho mai avuto il budget per utilizzare anche solo una gomma nuova, o per correre senza pensare al costo di eventuali danni.

-Qual è la tua ambizione per il futuro?
La mia prima ambizione è chiaramente quella che ogni sportivo deve avere, ovvero quella di migliorare. Noi dobbiamo fare esperienza, e al giorno d’oggi è diventato sempre più difficile. Quando si ha la possibilità di correre solo due volte all’anno, è difficile persino fare dei bei risultati. Questo perché i Rally sono sempre più corti, ma i chilometri sono fondamentali per acquisire il giusto feeling con la macchina ed il navigatore. Quest’anno, io ed il mio navigatore Andrea Ferrari, stiamo cercando di sviluppare un mini programma all’estero, in un campionato veramente importante e con dei Rally fantastici, che saranno seguiti sicuramente anche dagli italiani. Ci auguriamo di poter trovare qualcuno che ci dia una mano, altrimenti per noi è impossibile. In cantiere c’è anche quella che ormai è diventata la mia gara di casa, ovvero il Rally Città di Torino, con qualche novità. Approfitto per ringraziare chi deciderà di aiutarci per l’occasione e chi continua a farlo dall’anno scorso.

-Sappiamo che hai guidato non solo la Peugeot 208, ma anche il 106. Quale preferisci guidare tra le due?
Senza pensarci nemmeno un secondo, scelgo la 208. Al recente Rally del Grappolo ho capito perchè, secondo il famoso detto, chi va forte con il 106 va forte anche con le macchine più grosse. E’ una macchina molto più complicata, e chiaramente più impegnativa come assetto e gomme. Noi eravamo presenti per divertirci, ma di fatto siamo stati tutta la gara a cercare di capire la macchina e la frenata, decisamente diversa dalla 208. Ci siamo girati ben due volte, rischiando anche di fare dei grandi danni. Di conseguenza non abbiamo corso per niente tranquilli, anzi. Solo sull’ultima prova siamo riusciti a fare una regolazione sui freni che ci ha fatto divertire un po’. E qui torniamo al discorso che in 40 km di “rally”, non si è ancora partiti che si è già sul palco d’arrivo. La 208 invece è una macchina fantastica, decisamente più semplice, anche se credo di aver sfruttato solo la metà del suo potenziale. Spero di aver la possibilità a breve di sfruttarla un po’ di più. E’ comunque una macchina con cui si può andare discretamente anche già dai primi chilometri, e il nostro decimo tempo assoluto in una prova speciale del Torino dell’anno scorso, che per noi fu il debutto su asfalto, credo ne sia la prova.

-Tanti giovani appassionati hanno il sogno di entrare nel mondo dei rally. Quale consiglio daresti a un ragazzo/a che vorrebbe iniziare a correre o navigare?
Il primo consiglio, dato che l’ho vissuto in prima persona, è quello di mettersi in gioco al Rally Italia Talent. Sembra facile dirlo, ma io ho vinto il premio al secondo anno che partecipavo. Non mi sono arreso quindi… ho cercato di capire cosa sbagliavo, e non ho criticato a prescindere tutta l’organizzazione. E’ chiaro che purtroppo non tutti hanno la fortuna di realizzare il proprio sogno così. Prima di vincere il Talent comunque, per un certo periodo ho lavorato nonostante frequentassi anche l’università, con la speranza di riuscire a mettere da parte qualche risparmio per l’esordio. Il mio consiglio per i miei coetanei appassionati è dunque quello di mettersi in gioco, di lavorare duro per realizzare il proprio sogno, perché non è poi così irrealizzabile. La ricerca degli Sponsor è molto dura, ma partendo dagli amici non è detto che ci siano solo delusioni. L’importante è proporre un progetto originale, e curare tutti i piccoli dettagli, dallo spazio sulla macchina, alla pubblicità online e sui quotidiani. La base di tutto secondo me è credere in quello che si propone ai Partner, dimostrando umiltà, passione e voglia di distinguersi.

Grazie ancora!
Grazie a voi, e in bocca al lupo a chi cercherà di realizzare questo grande sogno.

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