Diciamocelo: nel WRC ci stiamo divertendo. L’uscita di scena dei teutonici di Volkswagen ha creato scenari forse inimmaginabili fino a qualche mese fa. Mai nessuno avrebbe scommesso un Euro su un Ogier pronto a giocarsi il mondiale con Zio Malcolm Wilson, oppure un Andreas Mikkelsen costretto a guardare tutti dal televisore di casa mentre si mangia un panino con la mortadella ed il fegato per quel che poteva essere ma che in realtà non è stato. Tre gare, tre vincitori diversi con tre macchine diverse. Monotoni gli altri, forse.

E che dire di Toyota? Da brutto anatroccolo a siluro nell’arco di due gare, con un Latvala forse mai così in palla in carriera e tenuto a freno da un caposquadra che in materia di titoli iridati ne sa qualcosa. Hyundai invece quando si è messa in fila al gran completo per rendere omaggio alle Polo prima della partenza del Rally d’Australia dello scorso anno era più rattristata per la dipartita di uno dei suoi acerrimi concorrenti oppure aveva l’animo felice di chi poteva finalmente dire: “è arrivata la nostra occasione per vincere?” Ah Thierry e i tuoi sabati maledetti…ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. E mentre Sordo non vuol sentire scuse e si prepara a riabbracciare gli adorati fondi catramati della Corsica (dove vinse con la Mini nel 2012), il “kiwi” Paddon è stato messo a maturare a Sanremo (oltre che a ritrovare lo smalto di un tempo).

Kris Meeke invece ha regalato a Citroen Racing il primo successo della stagione (oltre che una decina di arresti cardiaci in seno alla squadra), una scia di entusiasmo che ha spinto il costruttore francese ad anticipare i tempi e a presentarsi nella gara casalinga già con tre C3 WRC. Come Colin suo mentore, o lo si ama o lo si odia. Dureranno di più le coronarie di Matton o la striscia vincente del britannico? 

Obiettivamente è facile pensare che questo scenario è stato reso possibile dall’auf wiedersehen di Volkswagen, a detta dei più la migliore macchina del lotto e quella che aveva dato le migliori sensazioni alla vigilia del campionato. Non abbiamo la sfera di cristallo ma sicuramente già solo il feeling macchina-pilota esistente tra Ogier e la Polo avrebbe rappresentato di sicuro una solida base di partenza per poter dire che probabilmente il 2017 sarebbe stata l’ennesima stagione monotematica, soprattutto considerando la crisi d’identità del Latvala-tedesco, l’unico probabilmente ad avere i mezzi per contrastare lo strapotere del francese.

La realtà è ben diversa: mentre Volkswagen concentra i suoi sforzi nello sviluppo della Polo R5 (“riciclando” il motore della cugina Skoda Fabia) che vedremo muovere i suoi primi passi da Settembre e si da al cinema collaborando nel mondiale Rallycross con “Hollywood” Solberg, le altre squadre animano un mondiale che si appresta ad essere uno tra i più divertenti degli ultimi 15 anni.

Nonostante il dispiacere per l’assenza del quinto costruttore nel WRC, non tutti i mali vengono per nuocere. Si è vero, probabilmente la spunterà ancora Ogier e la sua costanza, ma potremo dire che ci siamo divertiti.

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