Centosessanta punti a testa. Una poltrona per due, scomoda, scomodissima sia per Sebastien Ogier che per Thierry Neuville, coloro che si giocheranno il mondiale 2017 negli ultimi quattro appuntamenti dell’anno.

Sembrano passati anni da quel Rally d’Australia 2016 che chiuse la felice e vincente epopea Volkswagen, costringendo Seb II a cercare in fretta e furia una vettura in grado di permettergli di difendere il quarto titolo mondiale appena conquistato e tentare la scalata all’obiettivo della carriera: eguagliare se non superare Sebastien Loeb per numero di successi nel WRC. Non era possibile, anche per anagrafe, giocarsi l’anno sabbatico come fatto nel 2012 in attesa del pacchetto migliore. Perciò eccolo protagonista di un inverno bollente che lo vede provare la Toyota (considerata troppo acerba dal francese o, visti i risultati, tenuta “nascosta” da Monsieur Tommi), sentirsi rifiutare dai “grandi” Citroen e Hyundai, fino a trovare un pò di tranquillità a Natale, con Malcolm Wilson in versione Santa Claus ad apporre sui lunotti della Ford Fiesta WRC ’17 il numero 1 e la bandiera francese.

Il 2016 doveva essere invece l’ultima stagione di Thierry Neuville in sella alla Hyundai. Un rapporto con Alzenau deteriorato soprattutto dalle attese non rispettate da ambo le parti (il non arrivo della nuova I20 WRC nel 2015 e le successive magre prestazioni di Neuville, molto critico con il team) ed il continuo corteggiamento di Citroen sembravano più di una prova a favore del divorzio. Un’ultima parte di stagione positiva e la conquista del secondo posto nella classifica piloti hanno invece riportato il sereno e convinto Nandan e Neuville a rinnovare il contratto e proseguire il rapporto, ampiamente ripagato dai risultati che sta ottenendo il belga in questa stagione.

Riavvolgiamo il nastro: Gennaio si apre a Montecarlo con Neuville dominante che però sbaglia regalando la vittoria ad un Ogier guardingo ma falloso, in difficoltà con una macchina creata non a sua immagine e somiglianza. In Svezia il copione si ripete, Ogier pecca di feeling con la vettura ma chiude comunque in terza posizione assoluta dietro a Tanak e Latvala, che vince grazie ancora una volta ad un errore di Thierry buttando un’altra gara pressochè dominata. In un certo senso sembra di rivivere le passate stagioni: la fortuna di Ogier, la sfortuna degli altri, oppure più realisticamente la capacità di Ogier di leggere e gestire le situazioni rispetto agli avversari che molte volte sono protagonisti di veri e propri suicidi sportivi.

Dopo un Messico chiuso in terza posizione alle spalle di Ogier, il pilota Hyundai mette la freccia vincendo il Tour De Corse, in Argentina e in Polonia, dimostrando una solidità di testa pari solamente a quella mostrata durante la stagione 2013. Ogier dal canto suo cerca di fare il possibile per mantenersi aggrappato alla vetta: vince in Portogallo e limita i danni negli altri appuntamenti, almeno fino alla Finlandia, la gara della svolta.

Ogier in evidente affanno sbaglia ed esce di scena subito. Per la prima volta nella sua carriera il francese è in netta difficoltà ed è costretto ad aggrapparsi all’unica arma che rimane a sua disposizione: la dialettica verbale e la pressione psicologica sull’avversario.

Eravamo chiaramente più veloci di Neuville in questo fine settimana. E’ un peccato, anche se in un certo senso sono contento perchè adesso capirà cosa vuol dire passare per primo sulle speciali. Non sono stati in tanti a sperimentarlo, per anni è toccato a me e persone come lui, che non lo hanno mai fatto di frequente, dicevano che non è così difficile e che mi lamentavo troppo. Ora però vedo quello che sta facendo in queste condizioni difficili, e non è nulla di eccezionale

Queste le parole del quattro volte Campione del Mondo, un vero e proprio attacco nei confronti dell’avversario che non avveniva dal 2011, anno del duello quasi-fraticida con Loeb. 

Neanche Neuville è esente da uscite infelici: tutti ricordiamo le parole in Svezia quando durante il Sabato il belga dall’alto della classifica e dalla sicurezza che ne derivava dichiarava al mondo che “i tempi mi stanno uscendo senza fare fatica”, salvo poi andare a ritirarsi nella prova spettacolo successiva. Un harakiri che è servito a Neuville come da monito, per fargli capire che semmai c’è da festeggiare ciò deve avvenire dopo la bandiera a scacchi, oltre che a guadagnarsi diverse antipatie tra i tifosi. 

Come abbiamo visto, i ruoli sembrano essersi invertiti: Neuville ora fa da lepre, forte anche delle 3 vittorie a 2 nei confronti di Ogier (anche se ha da recriminare per un 1000 Laghi sotto le aspettative che poteva regalare la vetta in solitaria al portacolori Hyundai), mentre il francese è costretto ad inseguire e forse per la prima volta si ritrova costretto a fare i conti con una sensazione nuova: la paura di perdere. 

Germania, Spagna, Galles, Australia. Quattro gare per decidere chi sarà il nuovo Campione del Mondo. Riuscirà Ogier a portare a termine la sua personale “mission impossible” regalando finalmente allo “Zio” Wilson il tanto desiderato mondiale piloti o sarà Neuville a mettere la parola fine sul quadriennio di regno del pilota di Gap? Conteranno di più i giochi e le astuzie mentali o la velocità sul cronometro?

E soprattutto, chi vorreste voi vedere festeggiare al termine del WRC 2017?

Qualsiasi cosa accadrà, ci sarà da divertirsi.

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