Il Rally d’Australia 2017 non verrà ricordato come l’evento che sancirà i vincitori del mondiale (a quello ci ha già pensato il Galles) ma l’appeal attorno alla gara “Down-Under” è comunque molto alto. Tutto ciò a causa (o per merito) di Sebastien Ogier e le sue decisioni per il futuro.

D-MACK E CITROEN SI DEFILANO – Avrete certamente appreso dai nostri colleghi che nella giornata di oggi sono state due le notizie che hanno smosso la situazione del pentacampione: in primis Citroen, dopo un lungo corteggiamento e tante dichiarazioni più o meno veritiere, ha definitivamente rinunciato ai servigi del connazionale. I motivi son principalmente due: economico, con Ogier che quasi per ripicca nei confronti della sua ex squadra ha deciso di non scendere neanche di un centesimo dalle sue pretese salariali, e tecnico, visto che sarebbe stato necessario un nuovo periodo di “apprendistato” nei confronti della C3 WRC, macchina tanto efficace su asfalto quanto deludende su ogni altro tipo di fondo. E se a dirlo è stato Sebastien Loeb che qualcosa in materia di sviluppo dell’auto conosce, beh, l’omonimo si sarà fatto giustamente due conti, decidendo di accantonare l’idea di un clamoroso ritorno dopo i diverbi del 2011.

Il secondo “scossone” di giornata è invece la scelta di D-Mack di non presentarsi al via del mondiale 2018 con una sua vettura, come invece avvenuto con crescenti risultati nell’ultimo biennio quando alla guida delle vetture gommate dal costruttore anglo-cinese si sono susseguiti Ott Tanak ed Elfyn Evans, in grado di ottenere la prima vittoria mondiale proprio nell’ultima gara in Galles. D-Mack dopo i successi ottenuti ha deciso di fare un passo indietro concentrandosi sullo sviluppo dei suoi prodotti attraverso il know-how ottenuto dalle recenti fruttuose performance e continuando il suo percorso nel mondiale esclusivamente come fornitore di gomme, soprattutto nel WRC2.

SE DUE INDIZI FANNO UNA PROVA… Dall’anno scorso, nel periodo che va dall’uscita di Volkswagen alle interviste al miele tra lo “Zio” Wilson e Ogier, ci siamo abituati a non credere più alle coincidenze. Per cui con cognizione di causa possiamo tranquillamente elaborare la nostra teoria.

Wilson ha ammesso e mai nascosto che un’annata con tre vetture ufficiali e lo stipendio di Ogier sono uno sforzo non sostenibile dal punto di vista manageriale e che nel 2018 non avrebbe potuto garantire in nessun modo lo stesso scenario vissuto in questa stagione. Però l’appetito vien mangiando per cui, dopo anni di digiuno e l’abbuffata 2017, Malcolm ci ha preso gusto. Potrebbe essere proprio lui ad aver “liquidato” in qualche maniera la terza vettura (magari assecondando altri tipi di richieste di D-Mack che, guarda caso, ha sede a Cumbria) liberando ulteriormente il budget salariale per garantirsi di nuovo i servigi di Ogier e Ingrassia e tentare l’assalto al sesto titolo mondiale?

Per quanto concerne il secondo pilota, Evans si sarebbe guadagnato sul campo il sedile grazie alle sue prestazioni convincenti e il gallese potrebbe alternarsi con Teemu Suninen, accreditato secondo i rumors di sei eventi nel 2018 (a meno che gli sponsor coprano totalmente il costo di una terza Fiesta WRC).

Citroen, una volta vista la situazione e le richieste “vendicative” del suo figliol-prodigo potrebbe a questo punto avere deciso di lasciar perdere, cercando di giocarsi al massimo la carta Loeb e quel passato di successi?

Qualunque sia lo scenario, siamo ormai vicini ad ottenere le risposte a tutte le nostre domande.

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