Al Rally del Ciocco, molti hanno atteso il Rally Regionale per vedere passare il piacentino Andrea Carella, 29enne, che, nel caso ce ne fosse bisogno, ha dimostrato tutto il proprio valore e abilità, in un vero debutto, quello di utilizzare una vettura R5, nel caso specifico la Peugeot 208 T16 della Munaretto.
Carella, navigato da Enrico Bracchi hanno vinto davvero tutto, non solo la gara ma tutte le 9 prove speciali in programma ed anche in un’ipotetica classifica nel CIR non avrebbe affatto sfigurato.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per congratularci e per fare alcune domande, su l fine settimana appena trascorso e sui prossimi impegni.

– Ciao Andrea, complimenti per la bella vittoria, una gara dominata e ci sarebbe piaciuto vederti nella gara del CIR, invece?
“Grazie.Per me era un debutto su una vettura del genere e avrebbe avuto poco significato correre nel Ciocco CIR, se corri nel cir devi avere un pacchetto completo (feeling con la vettura compreso), alla fine investi soldi e risorse ed una gara cir per iscrizione, chilometraggio e gomme mi sarebbe costata il doppio per una gara che comunque doveva essere semplicemente un test”

– Hai corso già diverse volte la gara un tuo giudizio?
“Il Ciocco mi è sempre piaciuto. Belle strade, prove molto tecniche e c’è di tutto, stretto, largo, veloce, lento, pulito e sporco un Rally davvero completo. Nessuno credo possa parlare male di queste prove, tra l’altro una gara in cui bisogna stare molte attenti e facile sbagliare”.

– Coma hai trovato il tuo “pacchetto” ?
“Con Munaretto ho già corso e sapevo con cui avere a che fare. La macchina mi ha stupito di come possa andare così forte. Stupefacente la percorrenza in curva, rispetto alle vetture con cui ho corso in precedenza cambia l’erogazione, la meccanica, insomma molte cose nuove. Mi si è aperto un nuovo mondo a cui devo abituarmi. Alcune cose sembrano essere più facili, rispetto alla R2, ad esempio le 4 ruote motrici. Mentre completamente differente la frenata, vai contro le leggi della fisica, hai una velocità talmente elevata che diventa difficile gestirla o comunque occorre fare molti chilometri per abituarsi”

– Cosa farai in questa stagione?
Il Ciocco nazionale era una gara test per il campionato italiano WRC che ho già corso l’anno passato. Mi sono trovato bene, dopo il CIR, ho corso due anni in Francia , dove sono rinato. Le gare transalpine mi sono piaciute molto ma per motivi di tempo sono tornato in Italia nel CI WRC. Mi piace il clima, più amichevole rispetto al cir. Anche gli organizzatori sono più aperti e cercano di venire incontro alle esigenze dei piloti.”

– Visto le tue due ottime stagioni francesi che differenze principali hai notato?
” Le grandi differenze sostanziali sono due. 1) Il rispetto delle regole e dei regolamenti, dagli orari di verifica, che vengono rigorosamente rispettati. Vi faccio un piccolo esempio. In Francia c’è un cartello con raffigurato un casco che si trova tra 300 e 500 metri prima dello start. Da li devi proseguire con il casco. Durante una gara entrando in quell’area, andavo veramente piano, ma ho fatto un piccolo zig zag , forza dell’abitudine, sono stato immediatamente fermato, redarguito ed a fine prova convocato, Eravamo io, lo spagnolo Suarez e Franceschi e ci hanno detto che certi comportamenti non sono ammessi, solo un’ammonizione verbale ma alla prossima avrebbero preso un serio provvedimento. Ho dato la mano all’ufficiale dicendo che c’era finalmente qualcuno che faceva rispettare le regole. 2) Le ricognizioni. Nelle gare su terra si fa solo un passaggio e con la vettura da gara, rispettando una tabella tempi. Dopo aver fatto il giro delle prove di va in assistenza si cambiano le gomme e poi inizia la gara vera e propria. Della Francia conservo un bel ricordo e la vittoria di classe, eravamo in 30, ad Antibes.”

– Obiettivi di questa stagione?
“Diciamo che il mio obiettivo 2018 l’ho già raggiunto, era quello di poter usare una vettura R5, per un amante di questa disciplina è già un ottimo traguardo. Per il campionato non mi sono posto particolari ambizioni, certo per un pilota poter vincere la categoria sarebbe il massimo, ci proveremo.”

– Il sapore della vittoria lo avevi già assaporato al Dolomiti, quali differenze tra queste due vittorie, raccontacele?
Al Dolomiti è stata una vittoria speciale, assieme al Boscarally Team, veri appassionati, hanno voluto che io corressi con loro. Ne è scaturita una vittoria assoluta davanti ad auto più potenti, la nostra Citroen DS3 T non era nemmeno Max. Una vittoria come ai vecchi tempi, con la macchina quasi costruita in casa ed abbiamo corso per passione, aveva un sapore speciale.
Al Ciocco invece è stata una vittoria per caso. Era una gara test per capire la macchina e fare più chilometri possibili. Non pensavo a vincere ma a realizzare il sogno di correre con una vettura R5. Non ho guardato l’elenco iscritti e solo a fine gara Enrico (Bracchi ,il copilota n.d.r.) mi ha detto che avevamo vinto tutte le prove speciali”

Ringraziamento speciale per Fabio Tonizzo autore della foto.

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