Dopo DIECIMILA kilometri di test e due anni di sviluppo, la Volkswagen Polo GTI R5 è pronta a mostrarsi al mondo. Il Catalunya è il rally scelto per il suo battesimo, Petter Solberg ed Eric Camilli i padrini d’eccezione. Siamo di fronte ad una rivoluzione, pari a quanto fatto dalla Polo R WRC, o i competitor interni (Skoda) e storici (Citroen e Ford) riusciranno a contrastare la nuova arma teutonica?

Abbandonato il WRC, causa scandalo Dieselgate e relativa sanzione monstre, Volkswagen ha dovuto giocoforza cambiare volto. In primis ha deciso di puntare forte sull’elettrico, dominando con Romain Dumas la mitica Pikes Peak, in secundis la decisione di chiudere più o meno tutti i reparti sportivi ufficiali (Le Mans con il team Audi Sport e l’impegno nel WRC) per dedicarsi esclusivamente al supporto clienti, nel TCR e, soprattutto, nello sviluppo di una nuova vettura di Classe R5.

In un lungo comunicato stampa, Volkswagen lascia la parola a Gerard-Jan De Jongh, race engineering olandese che ha accompagnato Sebastien Ogier nella sua cavalcata trionfale a cavallo tra il 2013 e il 2016, per poi diventare project leader della Polo GTI R5.

AUSTRALIA 2016: LA SVOLTA – Parte tutto da li, dall’ultima gara affrontata dalla Polo R WRC. Mentre in molti salutavano una delle auto più vincenti della storia recente dei rallyes, Gerard e il suo team si mettevano all’opera partendo da un’idea di Francois-Xavier Demaison, desideroso di lasciare qualcosa a quel mondo che in cinque stagioni aveva regalato tanto a Volkswagen. Un ruolo simile a quello che ricopriva al fianco di Ogier, ma terribilmente più complicato in quanto c’era da progettare una macchina totalmente nuova.

TANTE PERSONE COINVOLTE – De Jongh si sofferma su uno degli aspetti più importanti nello sviluppo della nuova Polo: quello umano. Tanti sono gli ingegneri, i tecnici e i designer coinvolti in questo progetto, diventa fondamentale quindi il contatto ed il confronto tra loro, che permette di lavorare tutti nella medesima direzione. Ancora di più quando il progetto parte da una vettura che ancora non è disponibile sul mercato. La Polo R5 infatti, per motivi di marketing, doveva essere basata sul nuovo modello 2017, una situazione che ha costretto gli ingegneri a cominciare lo sviluppo su elaborazioni fatte al computer, che hanno poi successivamente permesso la costruzione di prototipi da provare in galleria del vento.

REVERSE ENGINEERING? NON MOLTA – Molti si staranno chiedendo quanta Polo R WRC c’è nella nuova Polo GTI R5. Beh, non molta. I regolamenti tecnici tra le due categorie sono molto diversi tra loro, inoltre la World Rally Car era basata sulla precedente generazione della Polo. Una situazione che non ha però impedito di copiarne la filosofia: ad esempio il posizionamento degli ammortizzatori, la geometria delle sospensioni e la posizione dei sedili sono simili alla WRC. Tutti componenti che come di consueto devono essere il più leggeri possibili dando quindi alla vettura un baricentro molto basso, sempre con un occhio di riguardo al rispetto dei regolamenti.

LIMITAZIONE DEI COSTI: LA SFIDA PIU’ GRANDE – Essere meticolosi ma rispettare un tetto di budget resta forse la sfida più difficile per ogni team, ed in questo Volkswagen non ha fatto eccezione. Molti componenti, per le loro peculiarità di leggerezza e composizione, hanno dei costi elevati. Considerando l’incidenza del peso sulle prestazioni della macchina, spesso si è costretti a dover fare dei sacrifici per poter rispettare i limiti di budget rinunciando a delle parti più efficaci in favore di altre meno costose. In questo possono giocare un ruolo fondamentale i fornitori. Essendo la Polo GTI R5 destinata ad un pubblico di clienti maggiore rispetto a quanto era prima la Polo WRC, le quantità di produzione di componenti più alte rispetto al passato possono permettere di ottenere delle condizioni migliori, permettendo agli ingegneri di utilizzare prodotti migliori.

PAROLA D’ORDINE: AFFIDABILITA’ – Analogalmente a quanto accaduto nel 2012, la Polo GTI R5 ha affrontato lunghissime sessioni di test in qualsiasi condizione. Il primo si è svolto a Novembre 2017 a Fontjoncouse in Francia. Successivamente, tanti tester si sono susseguiti alla guida della vettura: da Dieter Depping a Pontus Tidemand, per arrivare a Marcus Gronholm (già tester della Polo R WRC 2017) e Petter Solberg. Si è passati da temperature sotto lo zero fino ad arrivare ai 40°C, cercando di garantire il massimo dell’affidabilità di ogni componente in nome della totale soddisfazione del cliente finale. Importante poi la versatilità della vettura: se in passato il lavoro era specifico per al massimo tre piloti (Ogier, Latvala e Mikkelsen), ora la macchina è destinata ad un pubblico molto più ampio ed è quindi importante che chiunque salga sulla vettura sia in grado di trovarsi subito a proprio agio indipendentemente dal proprio stile di guida.

ESORDIO IN SPAGNA – Previsto inizialmente in Germania, la Polo GTI R5 muoverà i primi passi in Spagna. Una gara difficile, dove Volkswagen vuole dimostrare fin da subito la competitività del suo prodotto su ogni superficie, in una gara che prevede una tappa su asfalto e una su terra. Eric Camilli e Petter Solberg saranno i primi a lanciare il guanto di sfida alle altre case costruttrici, per motivi diversi. Camilli vanta un’ottimo curriculum nel WRC2, mentre la grande esperienza di Petter potrà garantire interessanti feedback a tutta la squadra per capire dove si può ancora migliorare.

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