Citroen C4 WRC HYbrid4, presentata nel 2009

Citroen Racing è pronta a dire addio al WRC al termine del 2020 se nei prossimi anni non verrà integrata nei regolamenti nessun tipo di tecnologia elettrica. Questo l’annuncio rilasciato da Linda Jackson, amministratrice delegata di Citroen, durante il Salone dell’automobile attualmente in corso a Ginevra.

FUTURO IBRIDO/ELETTRICO – L’elettrico nel motorsport è un tema molto caldo in questo periodo. Se la Formula E ha visto una forte adesione da parte delle grandi case mondiali (non ultime Porsche e Mercedes) e il Rallycross ha nel suo futuro una completa conversione verso questa tecnologia, il WRC resta fino ad ora baluardo dei motori termici. Dalla FIA però arrivano pressioni, soprattutto da parte di Jean Todt, per l’adozione di questa tecnologia (o almeno dell’ibrido) con l’avvento dei nuovi regolamenti tecnici, previsti per il 2021.

CITROEN SALUTA SENZA L’ELETTRICOCitroen, attraverso la sua CEO, ha spiegato come il 2020 potrebbe fare combaciare la fine del contratto di Sebastien Ogier con il ritiro dai rally per il Double-Chevron, nel caso in cui il WRC continuasse a non considerare (almeno in parte) l’elettrico. “Tutto sta cambiando ed è in continua evoluzione, non vedo come posso continuare a sostenere qualcosa che non riflette nulla di ciò che sta accadendo nella società. Stiamo lavorando per conformarci alle normative sull’inquinamento da CO2 sulle nostre vetture stradali, alcune delle quali avranno a listino delle versioni elettriche.  Se non ci sarà una svolta in questo senso, non vedo perchè dovremmo continuare.

WEC ESEMPIO DAI DUE VOLTI – Se dal punto di vista commerciale il discorso può avere un senso, bisogna vedere nei fatti come possa venire applicato l’elettrico/ibrido nei rally. Utilizzo durante i trasferimenti (che sarebbe forse la scelta più logica)? Power-Boost durante le prove speciali?

Ma anche i costi sono da tenere in considerazione. La FIA e i costruttori stanno spingendo per avere gare più compatte, non ultima la riduzione del kilometraggio totale delle speciali a massimo 350 Km. In questa politica di “austerity”, l’inserimento della tecnologia elettrica in parte stona. Questa nuova rivoluzione costringerebbe le squadre a rivedere la struttura e i bilanciamenti delle vetture per alloggiare il maggiore peso delle batterie, oltre alla necessità di nuovi ingegneri specializzati per questo aspetto. Se alcune squadre come Toyota potrebbero sfruttare il reverse engineering proveniente dalla propria esperienza nell’endurance, proprio la fine fatta dal WEC fa pensare che non sia tutto rose e fiori.

Toyota resta infatti l’ultimo baluardo hybrid in classe LMP1, mentre Audi prima e Porsche poi hanno abbandonato il campionato. Per quanto il Dieselgate sia stato determinante nella scelta dei teutonici, fa specie che nessuna casa sia stata interessata a rimpiazzare le due squadre uscenti, così come nessuna squadra privata ha i (costosi) mezzi per poter competere. Tornando ai rally, se Citroen, Toyota e Hyundai possono economicamente supportare tale tecnologia, un “piccolo di successo” come M-Sport quanto sarà disposto a investire in questo futuro?

Senza dimenticare poi, il fattore “sound” tanto caro agli appassionati, che potrebbero trasformare lo scenario del WRC in questo…

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