La stagione dell’italiano Fabio Andolfi sta per iniziare, l’attende il WRC2, secondo solo al WRC. Un 2019 a bordo della Skoda Fabia R5 dell’italiana Motorsport Italia che crede molto nel ragazzo.
Abbiamo scambiato alcune impressioni con il talento savonese, non un intervista, ma in vista dell’imminente Tour de Corse qualche spunto di riflessione viene spontaneo.
Fabio Andolfi è un ragazzo maturo, “voglio stare nei Rally per molti anni ancora” è questa frase che ci fa riflettere e pensare.
Per Andolfi i Rally sono nel sangue, padre e fratello maggiore pilota, madre navigatrice, anche da certe situazioni familiari nascono i campioni ed è fuori discussione che il talento non gli manchi.
In questi ultimi anni ci sono state polemiche, più o meno velate, sulla gestione di questo ragazzo, articoli che, giustamente, Fabio non ha digerito, forse tirato in ballo per colpe non sue.
Allora andrebbe resettare tutto, cancellare tutte le polemiche e ripartire da zero o quasi. Non ci giriamo intorno e ribadiamo il concetto che questo 2019 potrebbe essere un anno decisivo non per il “voglio stare nei Rally per molti anni ancora” ma a che livello lo farà.
L’Italia WRC manca da troppi anni, ultima vittoria al Rallye Montecarlo 1997 con Liatti-Pons, (unica vittoria italiana con le odierne WRC) e andiamo davvero troppo indietro se parliamo dei mondiali con Micky Biasion, la metà dei lettori, probabilmente, non era ancora annata (va bene abbiamo esagerato).
Certo Fabio non si deve fare carico di questo fardello, una responsabilità non sua se negli ultimi 20 anni nessun italiano si è mai messo in luce a certi livelli (parliamo di vittorie) ma vederlo in campionati “minori” ci piacerebbe fino ad un certo punto. Ora è giovane e l’ambizione è quella di provarci.
Quest’anno ha un pacchetto competitivo, anche se lui non ha mai detto di non averlo mai avuto, troppo corretto per sputare nel piatto in cui ha mangiato, nonostante gli si possano fare considerazioni ben argomentate.
Un ragazzo atipico nell’era dei social, lui restio a smanettare sul cellulare o postare sui vari social network e personalmente gli invidio questa fortuna “probabilmente ho messaggi non letti da molto tempo” ma nel 2019 ha una carta in più “alcuni anni fa non potevo parlare, ora o Max e Bruno (Rendina e De Pianto n.d.r.) che mi aiutano e credono molto in me”, questa fiducia potrebbe agevolare Fabio, dargli quella tranquillità per affrontare al meglio la stagione.
“Il WRC2 è davvero molto difficile, c’è il meglio del futuro rallystico, tutti sono al massimo livello, come auto, test e preparazione alle gare. Per battersi serve stare molto in macchina”, chissà se è quello che è mancato negli scorsi anni e che quest’anno potrebbe ritrovare il feeling ideale.
Questa settimana Andolfi ha testato nella sua terra, anzi nel suo entroterra “Quando faccio i test, preferisco essere da solo. Concentrarmi sul mio lavoro” pensiero condivisibile anche se i locali ne sanno una più del diavolo e la loro presenza discreta può essere accettata.
Oggi test in Corsica per sistemare definitivamente la vettura e prepararsi al meglio per la gara.
“Pensa che per alcuni io avrei partecipato il campionato italiano”, da qualche parte lo abbiamo letto, come si direbbe oggi una fake news. Evidentemente nel corso degli anni tra polemiche, fake news, il buon Fabio non si fida molto dei siti nazionali rallystici che per riempire spazio scrivono bugie o riportano notizie non verificate.

Sta di fatto che quando sale in macchina è un piacere per gli occhi, la scorsa settimana Fabio era a Varano de Melegari per regolare la vettura e scambiare opinioni e consigli di guida con Paulo Nobre in vista del Rally Azzorre. Una strada sterrata di 2,7 km più il ritorno, fatta senza conoscerla, senza note una vera delizia vederlo guidare.

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