Jaanus Ree / RedBull Content Pool

Il Rally del Messico, si sa, non è mai stata la gara dell’anno per quanto concerne gli iscritti. La traversata oceanica è infatti molto costosa, per cui tanti privati (e a volte anche gli ufficiali) preferiscono concentrare i propri sforzi e budget su gare più alla portata, sia a livello geografico che di portafoglio.

L’elenco iscritti del 2019 è forse la cartina di tornasole di tutto il paragrafo precedente: 23 iscritti, di cui una sola vettura nel WRC2 Pro (già fallimentare di suo), a cui si aggiungono i problemi logistici che stanno costringendo i team a fare i salti mortali per garantire che tutto sia pronto per il weekend di gara.

M-SPORT E CITROEN IN RITARDO – Il trasporto di tutto il materiale avviene via mare o per via aerea, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. M-Sport e Citroen infatti si sono ritrovate senza auto per le ricognizioni, a causa di un problema che ha colpito la nave che trasportava il prezioso carico (già notificato ai team al termine del Rally di Svezia), ulteriormente rallentata da una tempesta che ha peggiorato ancora di più la situazione. All’organizzazione messicana va il merito di essere intervenuta immediatamente, facendo in modo che gli equipaggi avessero a disposizione delle vetture sostitutive in attesa dell’arrivo della nave, ma ha costretto i team ad un lavoro estenuante per allestire in tempo i propri tendoni in assistenza.

Non ci sono stati intoppi per quanto concerne Hyundai e Toyota, con i campioni costruttori in carica che hanno predisposto la spedizione del materiale addirittura dopo il termine del Rally di Australia 2018. Però alcuni main sponsor hanno avuto i medesimi problemi, tra i quali Michelin e Total. Il costruttore di pneumatici ha ovviato al ritardo con una spedizione espressa via aereo.

Ogni anno quindi ci si trova a chiedersi, vale ancora la pena correre in Messico?

MESSICO SI PERCHE’… – Tra i punti di forza della manifestazione centroamericana, sicuramente il supporto dei munifici sponsor locali, oltre che le fantastiche location dove i piloti corrono e l’affetto degli aficionados messicani, che trasformano il WRC in una vera e propria festa. Non sono da sottovalutare poi i momenti “storici” che ha regalato questa gara, come il primo podio di Thierry Neuville su Hyundai, conquistato grazie alla birra riversata nel radiatore della I20, o l’incredibile vittoria di Kris Meeke nel 2017, finito in un parcheggio ma in grado di ritrovare la retta via e la vittoria, senza dimenticare il volo in acqua di Ott Tanak nel 2015. Il Messico è stato anche luogo della più lunga prova speciale degli ultimi 30 anni, la Guanajuato di 80 Km.

MESSICO NO PERCHE’…Vedere rappresentata la massima espressione del rallysmo da soli 23 equipaggi è piuttosto imbarazzante, ancora di più alcune classi titolate verranno rappresentate da un singolo equipaggio. La situazione peggiora se consideriamo che diverse gare che collezionano molti più iscritti sono a rischio esclusione, mentre il Messico mantiene saldo il suo posto nel WRC, questione che ci fa domandare quanto il Promoter tenga conto del prestigio e storia di certi eventi rispetto al puro guadagno economico che gli sponsor possono garantirgli, evidentemente ben più preponderante il secondo rispetto al primo.

E voi? Cosa ne pensate? Siete favorevoli o meno al Rally del Messico nel WRC?

Copyright © Rally.it: puoi ripubblicare i contenuti di questo articolo solo parzialmente e solo inserendo un link al post originale.