Foto: Dmitry Galchun/SWR
5° TAPPA: ULAANBAATAR – MANDALGOVI (337,00 KM)

La carovana del Silk Way Rally si è spostata in Mongolia per saggiare per la prima volta questo territorio inesplorato dai raid. Si viaggia ad alta velocità sulle colline e nelle steppe della zona circostante Ulaanbaatar e Mandalgovi. Velocità abbinata ad un’attenta navigazione visto che il roadbook nasconde sempre insidie, intese dal lato sportivo come sfida pura. Siamo giunti praticamente al giro di boa della gara, la situazione inizia a delinearsi ma i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.

SEMPRE E SOLO NASSER AL-ATTIYAH

Inarrestabile, fenomenale Nasser Al-Attiyah. Il pilota qatariota di casa Toyota non sta lasciando nemmeno le briciole ai suoi avversari. Cinque centri su cinque disponibili, la gara nella categoria auto si è ormai incanalata verso un’unica direzione. Al-Attiyah che ha trovato nel compagno di abitacolo, il buon Mathieu Baumel, la simbiosi perfetta per poter attaccare e “bastonare” continuamente tutti i suoi avversari. Nessuno tiene il passo del campione in carica della Dakar, anche se va detto che la gara fino ad ora non si presta particolarmente ai numerosissimi buggy che popolano l’elenco iscritti del Silk Way 2019. Bisognerà attendere le dune del deserto del Gobi per poter vedere sfrecciare i mezzi a due ruote motrici. Detto di Al-Attiyah, dietro c’è il vuoto. Sono 36’25 i minuti che separano il leader dal secondo classificato, il buon pilota cinese Liu, vera e propria rivelazione sul buggy SMG gestito dalla Hanwei Motorsport. A meno di 6′ dal cinese c’è Jerome Pelichet, al volante di un buggy Optimus, che sta conducendo una gara costante senza rischi eccessivi. Da rilevare anche la risalita del russo Denis Krotov, unico pilota alla guida di un mezzo Mini che dopo un inizio in sordina ha cominciato a farsi vedere nelle parti alle della classifica, occupando al momento il 4° posto assoluto. E’ indietreggiato parecchio invece l’osservato speciale Mathieu Serradori, al debutto come già detto su un buggy Century CR6. Il francese ha accusato un grave problema elettrico durante la quarta tappa che gli ha fatto perdere circa 55′; tuttavia l’equipaggio del team SRT oggi ha spinto forte stampando il 2° crono di tappa dietro solamente a Nasser e risalendo così al 10° posto. Molto veloce anche Erik van Loon (Toyota Hilux) che però paga i problemi avuti nella 2° Tappa che lo hanno estromesso con certezza dalla lotta per il podio. Definitivamente out dalla corsa il campione uscente Yazeed Al-Rajhi col motore KO del suo Toyota Hilux. Il nipponico Akira Miura occupa al momento la 14° posizione con un Toyota Land Cruiser T2 di serie, in testa alla classifica di gruppo. In T3 rimonta completata per Sergey Kariakin che sta dominando il gruppo con il suo BRP Can Am Maverick. Alle spalle del russo si è ristabilito lo statunitense Austin Jones, alla guida di un medesimo mezzo Can Am, il quale però è ancora troppo distante per poter impensierire il leader di gara.

Al-Attiyah sfreccia verso la vittoria di Tappa(Foto: Kin Marcin/Red Bull Content Pool)
OFFENSIVA KAMAZ, MAZ RESISTE IN TESTA CON VIAZOVICH

Nella categoria Camion è partita la caccia a Viazovich, pilota del team MAZ in testa alla gara. Il bielorusso è riuscito a costruirsi un margine importante dopo le disgrazie accusate dal team Kamaz (diverse forature) nella 4° Tappa. Oggi Karginov ha forzato il ritmo col suo Kamaz risultando quasi sul passo del mostro sacro Al-Attiyah. L’esperto pilota russo ha preceduto il compagno di squadra Anton Shibalov nella 5° Tappa, quest’ultimo ora dietro a Viazovich di 16’04 nella classifica generale. Un buon margine per il pilota del MAZ ma non abbastanza per restare tranquillo. Continua il periodo no di Airat Mardeev che anche oggi ha dovuto far fronte a diverse difficoltà perdendo ancora terreno nei confronti dei suoi rivali. L’ex campione della Dakar è staccato di oltre mezz’ora dalla vetta e regola l’olandese Van den Brink alla guida di un Renault CBH 385. Molto attardati i GAZ, gara finita invece per i giapponesi del team Hino.

KTM AL COMANDO CON SUNDERLAND DOPO LA MARATHON

Quando il gioco si fa duro KTM inzia a giocare. E’ proprio il caso di dirlo dopo l’esito della Tappa Marathon, ovvero 813km senza poter contare sull’assistenza. Il team austriaco ha gestito in maniera impeccabile questa delicata parte di gara trovando il comando con un frizzante Sam Sunderland. Il britannico ha 13′ di vantaggio in classifica sul compagno di squadra Luciano Benavides. Più staccato Kevin Benavides (Honda HRC) che ha affrontato una 4° tappa molto complicata per un problema avuto sulla sua moto e ha dovuto cedere il passo ai rivali di KTM. Quarto e quinto posto saldamente nelle mani delle moto indiane Hero con Goncalves che si trascina dietro Oriol Mena verso la rincorsa al podio. Decisamente sottotono la gara delle Yamaha, addirittura dietro ad Husqvarna che in questa gara può contare sul solo Andrew Short.

 

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