Il grande freddo di Tarda ha ceduto un po’ oggi per la seconda tappa. I piloti hanno lasciato Tarda stamattina dopo i meno tre gradi della nottata per avviarsi verso la seconda tappa, da Tarda a Mhamid, lunga 329 chilometri e in parte ricavata sulla traccia dell’anno scorso. “E’ incredibile come la memoria ritorni mentre stai guidando – ammette Stefano Rossi al bivacco di Mhamid – ti trovi a passare in posti che sono rimasti fissi sulla tua memoria ma devi stare attento a non sbagliare. Pensi di andare nella stessa direzione, ma invece l’organizzazione ha disegnato qualche cosa di diverso per la 12. edizione e allora devi fare attenzione”.

La tappa di oggi finiva effettivamente nello stesso modo di quella del 2019: “Sia lo scorso anno sia nel 2018 quel tratto di pista lo abbiamo percorso di notte – prosegue il pilota del team Rossi 4×4 – ma io me lo ricordavo benissimo”.

Partiti indietro, in base alla classifica di ieri, Rossi e Marcon oggi non hanno visto i camion in prova speciale, soprattutto quelli che incredibilmente hanno riportato la vittoria della prova speciale. Questa edizione della AER in effetti sta regalando grandi sorprese a livello di classifiche visto che ieri il più veloce della graduatoria che tiene conto di auto, ssv e camion, era stato un sidebyside ed oggi invece un camion.

“La speciale di oggi per i camion era perfetta – racconta il copilota, Alberto Marcon – perchè in certi tratti particolarmente brutti loro passano full gas, mentre noi siamo costretti a rallentare. Nei tratti di sabbia sinuosi, o in entrata negli oued noi dobbiamo abbassare la velocità, per non rischiare di danneggiare il mezzo, mentre loro non tolgono neanche il piede dall’acceleratore”.

Lo scratch di oggi vede l’equipaggio tosco/trevigiano in 31. posizione e anche nella classifica assoluta la posizione non cambia. Se si cominciano a togliere gli SSV che hanno una loro propria classifica e i camion, allora la posizione cambia decisamente salendo fino alla 12. piazza assoluta.

“La navigazione non era facilissima oggi, ma sicuramente migliore rispetto alla prima speciale di ieri – ammette Marcon. – Bisognava stare attenti, questo sì, perchè ogni tanto c’era qualche trappola, qualche cambio di direzione non facile perchè i chilometraggi erano brevi e non sempre è facile restare concentrati quando le note sono così ravvicinate. Quando poi si passa in zone in cui si è già passati in precedenza la memoria gioca brutti scherzi: riconosci i posti, le piste, i riferimenti, ma devi restare ancora più concentrato perchè magari, rispetto all’anno prima, il road book ti fa deviare verso sinistra laddove prima si andava a destra”.

I due comunque oggi sono arrivati al bivacco nelle prime ore del pomeriggio e si sono potuti godere una bella doccia calda: “cosa che non ricordavo ! – scherza Rossi – Negli anni passati non siamo mai riusciti a goderci una doccia con l’acqua calda e solo questo ti ripaga di tutte le fatiche della giornata”.

I meccanici sono già al lavoro sul Nissan Patrol, ma si tratta di semplice manutenzione: “Ho imparato ad ascoltare, sia quello che mi dicono i meccanici prima di partire, sia i consigli del mio copilota, Alberto e quando mi dice di togliere il piede, di controllare la velocità e di stare attento io eseguo, senza discutere” sorride Rossi.

Il lavoro del team, sempre più a suo agio in questa gara, diventa quindi corale e le soddisfazioni, oltre che i risultati, si vedono.

Domani terza tappa, sempre in Marocco, da Mhamid a Oued Draa una tappa di 516 chilometri di cui 497 e mezzo di prova speciale. La prima moto partirà alle 8,30 – il sole sorge proprio intorno a quell’ora e bisogna aspettare per non costringere i piloti moto a partire con il buio – e affronterà un primo brevissimo trasferimento di 4 chilometri e mezzo prima di entrare in speciale. Ad attendere la carovana dell’Africa Eco Race 2020 domani il famoso Erg Chegaga che assisterà al passaggio dei piloti per ben 28 chilometri prima di lasciare il posto alle dune e alle piste, come sempre pietrose, tipiche del Paese.

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