Facciamo un salto negli anni “80, perchè la storie dei Rally non le fanno solo i grandi campioni ma anche quei piloti locali e non, che gareggiavano in un determinato territorio. Ogni regione, ogni provincia aveva i propri idoli, piloti che hanno fatto la storia dei Rally, alcuni di loro famosi per essere “imbattibili” in un singolo evento.

C’era anche un pilota “anomalo” in quanto milanese, ma le sue origine piacentine l’hanno fatto innamorare della disciplina dove si è preso grande soddisfazioni, parliamo di Nico Zavattoni.

Nico difficilmente non lo notavi, semplicemente perchè era il più alto di tutti ed immaginiamo la difficoltà nel correre sulla bassa Lancia 037.

Il meneghino ha corso soprattutto negli anni “80, le sue gare si svolgevano nelle vicine province di Pavia e Piacenza, presente anche al Rally di Monza ma correva in generale nella gare appenniniche non disdegnando lo sterrato cremonese del Coppa Feraboli.

Nico rappresenta perfettamente la “Milano da Bere” gioia di vivere, divertirsi, correre e togliersi delle belle soddisfazioni. Una delle gare più importanti che ha disputato è stato il Rally 4 Regioni, con esiti non sempre fortunati. Nel 1986 arriva la vittoria più importante: il Rally Colline Oltrepò, una gara molto sentita in provincia di Pavia e che difficilmente i piloti locali si lasciano sfuggire, dobbiamo dire che Zavattoni era comunque ben voluto e considerato “quasi” un locale, per via dell’attaccamento a questi luoghi. Zavattoni-Grisoni, vincono con pieno merito l’edizione 11 della gara sulla Lancia 037, alle spalle Ghezzi (037) e Sipsz (Manta). Nel 1987 ancora due vittorie, nei Rally Sprint, nati da poco. Ad Aprile vince la 2° edizione del Rally di Stradella (diverrà in futuro il celebre Oltrepò, dal 1993), una gara con tantissimi avversari, Nico vinse con l’Opel Manta Gte, navigato da Brigatti,  battendo Ottaviani (Fiat Ritmo) e Binda (R5 Turbo), a Settembre replicò nella prima edizione del Rally Val d’Aveto, questa volta su Renault 5 Turbo con Massimo Rugarli, dandosi anche il cambio al volante, davanti a Sassi (VW Golf) e Travagin (R5 Turbo), quest’ultimo correva da solo, allora consentito nei Rally di Seconda serie, poi diventati Sprint, anche se fu l’ultimo anno di questa particolarità. Il triplete di Nico verrà bissato, alcune decine di anni dopo, dalla sua squadra del cuore l’Inter.

Altra particolarità è l’eclettismo, Nico sale e scende da vetture anteriori, posteriori e infine 4×4: Opel Kadett (Gte e Gsi), Ascona  e Manta, Lancia 037 e Delta, Alfetta Gtv e Alfa 33, Renault R5 e Clio, BMW M3, Mitsu, Ford  Sierra ed Escort, Citroen C2 e Saxo.

Nico in questi giorni è nella amata Pecorara, confine arroccato in Alta Val Tidone, dove erano originari i suoi genitori, lo abbiamo contattato per farci raccontare di quelle 3 vittorie.

Ciao Nico, allora raccontaci come nasce la passione e del tuo debutto rallystico.

“La passione è nata dal Rally 4 Regioni che si correva in zona, avevamo amici che correvano e noi li seguivamo. La prima gara fu un Rally Mantova del 1980 su Opel Ascona 1.9 SR. Questa gara è stata particolare. Provai tutta la gara con un ragazzo che conoscevo ma poco prima della gara mi sono rotto un dito della mano, che era ingessata. L’idea era di non correre ma Dellagiovanna e Tartaglia, che erano i preparatori della mia macchina, con un tronchesino tagliarono il gesso e mi dissero di correre. Il navigatore decide di non correre, forse aveva pensato di poter guidare lui, visto il mio imprevisto, e con la macchina già a Mantova mi trovo subito con un grosso problema. Mi aggiro per il parco chiuso e al bar conosco una persona e gli racconto la mia disavventura, lui si chiama Mario Grisoni, di Borgomanero, anche lui è rimasto da solo. A quel punto lui lascera’ la macchina in parco chiuso e correrà con me. Io dovevo fare 5 gare ed altrettanti arrivi perchè mi serviva la licenza nazionale C per poter correre il Rally 4 Regioni del 1981.  Curioso notare cosa successe nella 5° gara che era nel piacentino. Verso fine gara uscii di strada rompendo il radiatore, per me era fondamentale arrivare, non importava la posizione, allora riuscimmo a ripartire e mettere acqua e rabboccare continuamente fino all’arrivo, terminando la gara. Riuscii, con quel risultato, ad ottenere la licenza successiva e correre l’amato 4 Regioni mentre l’Opel Ascona 1.9 non partì più da quel parco chiuso, che fu per lei definitivo”.

Arriviamo alla tua vittoria, la più importante all’11° Rally Colline Oltrepò.

“Occorre raccontare quello che successe prima al Rally 4 Regioni 1986, corso 4 mesi prima dell’Oltrepò. Corsi con la Lancia Rally 037 Tamauto. Partii bene vincendo la prima prova di Pozzol Groppo, aver vinto una speciale in un Rally così prestigioso è indimenticabile. Tra l’altro il 4 Regioni “86 non aveva molte prove ma lunghe, era una gara ancora “tosta”. Prima della prova “Oramala” la macchina perdeva olio e mi ritirai volontariamente per non fondere il motore, un peccato perchè, vedendo cosa successe durante la gara, potevamo vincere. Al Colline Oltrepò corro con la Lancia 037 e Grisoni, sempre della Tamauto, sulla prima prova “Calvignano” mi giro perdendo 6″, vince Buscone, sempre su 037. Sulla prova successiva Buscone termina molto indietro e si ritirerà dopo qualche prova. Noi abbiamo un ottimo vantaggio e a metà gara decidiamo di fare il secondo giro in maniera tranquilla. Vinciamo con oltre 1′ di vantaggio”.

Nel 1987 arriva la vittoria più sudata alla 2° edizione del Rally di Stradella

” Se il Colline Oltrepò resterà la vittoria più prestigiosa, ricordo con piacere la vittoria a Stradella, contro tanti avversari agguerriti. Correvo su Opel Manta Gte con Brigatti. Sono tra i favoriti dopo la vittoria del Colline Oltrepò e parto con il N.1. Il giorno prima piove e per me si fa dura. Sulla ps 1 prendo 6″ e fondo, devo fare la seconda prova per portare la macchina in assistenza per ritirarmi e vedo che va discretamente, l’Opel Manta era indistruttibile, prendo solo pochi secondi e decido di continuare. Sull’ottava prova si ritirano Bianchi-Tamburelli, che erano davanti. Vinco l’ultima prova e la gara con 9″ di vantaggio su Ottaviani con la Ritmo. Posso dire che è stata la vittoria più sofferta e sudata”.

Infine il Rally Val d’Aveto pochi mesi dopo.

“L’Aveto fu la prima ed unica edizione che si corse in quel periodo e con quell’organizzatore. La vittoria arrivò sulla Renault 5 Turbo, con Massimo Rugarli, ci scambiammo anche il volante. Anche in quel caso ero tra i favoriti per la vittoria a Stradella, vincemmo subito la prova vicino a Santo Stefano d’Aveto in discesa. Una gara ben condotta, anche in quel caso c’erano alcuni specialisti degli sprint e qualche forte pilota locale”.

Altri piacevoli ricordi?

” Una bella gara fu la prima edizione del Vini e Castelli 1989, sempre sul pavese, correvo sulla Ford Sierra gr. N, che erano ammesse negli sprint, dopo un tempo imposto, stavo facendo un bel recupero ma un’uscita innocua, in un fosso sul secondo giro, mi ha costretto al ritiro, nonostante la macchina non avesse danni. Insomma una bella gara che mi sarebbe piaciuto poter vincere. Ho bei ricordi di un Oltrepò su BMW M3 e di un Mantova su Opel Manta di Colombi. Dopo il val d’Aveto corsi lo sprint di una Valle Piacentina, ero tra i favoriti ma distrussi la vettura”.

L’ultima tua gara?

“Un Mulini con l’amico Mario Scalmani sulla Mitsubishi Lancer 4×4 ed un 4° posto assoluto”.

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