Foto Claude Guarnieri

Chi c’era a quel Rally 4 Regioni 1981 se lo ricorda bene, un’edizione che fu consegnata immediatamente alla leggenda. Andiamo a rispolverare quell’incredibile doppietta Ferrari in ambito rallystico, che solo un anno dopo venne bissata dal duo Tognana-Andruet al Targa Florio 1982.

L’elenco dei possibili vincitori di quel 4 Regioni, valido per il campionato europeo ed italiano, era ben nutrito: “Tony” e “Lucky” sulle Opel Ascona 400 del team Conrero, il più il giovane Biasion per la Hawk R.C e l’esperto Verini per la Astigiana Corse, c’era il francese Beguin, vincitore l’anno prima, sulla Fiat 131 Abarth della Motul, Vudafieri, anche lui sulla Fiat 131 per il Jolly Club, c’erano le due Ferrari 308 Gtb di Michelotto con alla guida Andruet e Pregliasco, la Stratos Grifone di Tabaton, Cerrato con la Fiat 131 Abarth “ufficiale”, Cinotto su Audi 4, Presotto sulla Ford Escort gr.4, il tedesco Bohne su Mercedes Daimler Benz ed il finnico Airrikala su Ford Escort.

Le 400.000 persone hanno goduto di una gara intensa sin dai primi chilometri con la novità dell’incredibile ultima prova speciale, composta dal circuito di Cecima, tre giri e mezzo sulle tipiche strade oltrepadane con il percorso che partiva da Cecima e sconfinava nell’alessandrino.

La cronologia della gara:

Pronti, via sulla prova di Pozzol Groppo vince la Stratos di Tabaton e si ritira il giovane Cunico (Ford Fiesta della Ford Italia). Sulla prova di Cecima vince la Ferrari 308 Gtb di Pregliasco che passa al comando dell’assoluta. Pregliasco vince anche a Castellaro ed allunga al comando. Siamo alla prova 4 dove vince Andruet che si porta al secondo posto della generale.

Qua avviene il primo colpo di scena, siamo ad Ottone ed una pattuglia di Carabinieri ferma Andruet intento a scaldare le gomme, e per loro reputata una manovra pericolosa. Andruet paga 2′ di ritardo al C.O. ma vince la prova di Ottone. Sul Monte Penna vince l’Opel Acona 400 di “Lucky” che passa al comando della gara, infatti sia Pregliasco, quanto Andruet accusano problemi e relativi ritardi. “Lucky” si ripete sulla ps di Santo Stefano d’Aveto. Dopo le due prove liguri si torna in Emilia Romagna con la prova di Lago, vinta da Tabaton, la prova del Penice ci riporta in Lombardia ed il primo giro, della prima tappa si conclude con la famosa prova di Rocca Susella dove vince ancora “Lucky”. Si ritirano Bohne (Mercedes) e Verini (Opel), all’inizio del secondo giro esce anche la Stratos di Tabaton. Al comando in quella nottata sono le Opel 400 di “Lucky” e “Tony” ma le Ferrari di Andruet e Pregliasco, dopo l’assistenza iniziano un’interessante rimonta.

Sulla prova del Monte Penna si ferma l’Ascona di “Lucky”, ora al comando e il compagno “Tony” con Pregliasco a circa 40″, Busseni esce a fine prova del Penice sulla Fiat 131 Abarth. La prima tappa, tra la foratura di “Tony” ed i problemi alla frizione per Pregliasco vedono questa classifica:

“Tony”- “Rudy” sono i leader, Pregliasco a 22″, Biasion a 1’31”, Andruet a 1’45” e Vudafieri a 3’44”, restano 54 vetture delle 92 partite.

La seconda tappa riparte con la prova di Poggio Ferrato, in Val di Nizza c’è stata una violenta grandinata, Andruet pensa sia neve e monta gomme sbagliate. Nonostante tutto il francese domina il primo giro di prove, e l’inizio del secondo, vincendone 9 di fila. Nel frattempo “Tony” ha forato perde mezzo minuto ed in testa al 4 Regioni balza la Ferrari di Pregliasco che completa la rimonta. Andruet ha superato Biasion e si trova in scia alla Opel Ascona 400 di “Tony”. Sulla prova di Pometo vince la Fiat 131 Abarth di Cerrato ed Andruet supera in classifica “Tony” e si porta secondo assoluto. Il francese vince sia a Fortunago che a Rocca Susella, recupera 3″ a Pregliasco, portandosi a 52″ ad una prova dal termine, il nuovo e temuto “Circuito di Cecima”.

Il gran finale:

La prova è composta da tre giri e mezzo per un totale di 52 km. A Cecima avviene l’incredibile. Partenza a Cecima, direzione Busanca, poi giù a Frascata (AL), si risale a Serra del Monte ed ancora Cecima per il primo giro. Andruet a recuperato ben 20″, con questo ritmo vincerebbe, dopo il secondo giro i secondi di vantaggio rimasti a Pregliasco sono poco meno di 20″ e manca ancora parecchio alla fine. Andruet in prova raggiunge e supera l’Ascona 400 di Biasion, che si fa da parte, proprio a Cecima. Il transalpino è scatenato e passa al comando dell’assoluta proprio alla fine del terzo giro.

Andruet-Emanuelli vincono la prova speciale e la gara rifilando 57″ a Pregliasco, autore anche di un testacoda, e 58″ alla 131 di Cerrato, che era uscito sulla prova del Penice nel corso della prima tappa, con il francese che vince il Rally per 5″ ed arriva a Salice Terme stremato.

Bisogna dire che Andruet conosceva molto bene la Ferrari, a differenza di Pregliasco che è salito sulla vettura dalla gara pavese, il pilota ligure ha disputato una grande gara e solo a Cecima non è riuscito a tenere il giusto ritmo.

Andruet ricorda molto bene cosa successe in gara e, qualche anno fa, disse in un’intervista apparsa su Automobilismo d’epoca: “Nel 1982 disputavo l’europeo e la nostra Ferrari 308 Gtb era superiore alle Opel Ascona 400. Al Rally 4 Regioni, Michelotto affidò un’ulteriore Ferrari a Pregliasco per me fu come un tradimento. Partii ugualmente per le ricognizioni con una Fiat 127 a noleggio. Il percorso era impegnativo con dossi e salti per tutte e due le tappe e il circuito finale di Cecima che non riuscii a provare. Facevo fatica nel primo giro e molto meglio nel secondo, in quanto non conoscevo il percorso. Prima di una prova partii per scaldare le gomme, i Carabinieri mi fermarono e addirittura mi puntarono contro la pistola, mi imbestialii. Pagai una penalità al C.O. con il direttore sportivo trattenuto dai Carabinieri al mio posto. A fine della seconda tappa avevo 52″ di ritardo da Pregliasco. Anzichè mangiare andai a prendere le note al Circuito di Cecima con l’auto di Lamour, ingegnere della Kleber. Mi accordai con la squadra di poter avere i distacchi di quell’ultima prova. Ero stanco ma andai subito in vantaggio, vinsi la prova e la gara per 5″. In quella gara utilizzai tutta la mia forza di volontà e trovai risorse che non sapevo di avere”.

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