Torniamo indietro all’anno 2000, nuovo millennio e la prima gara è il Rallye Monte-Carlo, la più iconica in assoluto. Nonostante il dominio monegasco di Tommi Makinen, il mondiale Rally prenderà una diversa direzione.

Ripartiamo all’inizio di quel “Monte”, si parte forte con due prove speciali la Tourette du Chateau di 24 km e subito dopo la St Pierre di 30 km, dopo questi due tratti si può finalmente ricorrere all’assistenza. Le prove speciali, si svolgono a mezzogiorno e sono quasi completamente asciutte e ben esposte, appunto “quasi”, infatti l’ultimo tratto della ps 2, sopra Entrevaux, e quasi completamente ghiacciata! Chi conosce il Monte-Carlo sa benissimo che solo in questa gara si trovano caratteristiche di asfalto tanto differenti.

L’ultimo chilometro sui 54 totali non fa certo cambiare la scelta degli pneumatici, possono differire le mescole, ma tutti usano gomme da asciutto.

La prova d’apertura è stata vinta dalla Peugeot 206 WRC dell’asfaltista Panizzi, dopo di lui la Subaru Impreza di Burns e due outsider Thiry (con la Corolla) e Gardemeister (su Seat Cordoba). Ma la prova più temuta è quella successiva di 30 km e con il noto ultimo chilometro più che scivoloso.

Siamo a vedere la gara proprio li, a circa 1 km dalla fine quando l’asfalto asciutto lascia posto al “verglas”. Il primo ad arrivare è proprio Tommi Makinen, danza sul ghiaccio, certamente va  piano ma usa tutto quanto è disponibile, rail compreso. Gli altri sono molto più attenti ma anche, visivamente, meno veloci.

Il buon Fabio aziona il cronometro (il navigatore ha questo compito) e Burns al tornante, su cui prendiamo i riferimenti, ha circa 8″ di vantaggio, nonostante faccia più fatica. Dopo i passaggi delle prime WRC, iniziamo a scendere dalla prova speciale, ci attendono altre speciali (la Norante delle 14:40) e passando dallo stop non crediamo ai nostri occhi, Makinen e la Mitsubishi hanno vinto la prova! Burns (Subaru) a 7″1, Panizzi a 21″ e tutti gli altri molto attardati.

Insomma in quell’ultimo chilometro il finlandese con gomme inadatte (come tutti d’altronde) ha rifilato 15″ al suo avversario e probabilmente molto di più agli altri.

Makinen vincerà il Montecarlo sulla Ford Focus WRC di Carlos Sainz di 1’24″9, terza la Subaru di Kankkunnen a 3’21″4. Gardemeister sulla Seat Cordoba WRC fece una prestazione eccezionale e terminò 4° a 3’45″1 e sul podio virtuale per alcuni tratti della gara.

Non c’era bisogno di consacrare Makinen per quella prestazione, ma chi era su quell’ultimo chilometro ha visto la differenza tra un “fenomeno” e gli altri campioni, che probabilmente erano arrivati in quel tratto con un “pacchetto” meno adatto o gomme terminate?

Ecco il video di quell’ultimo chilometro.

 

 

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