Tagliani al Neste Rally 2007

La storia rallystica di Michele Tagliani inizia relativamente tardi, debutta ad un piovoso e nebbioso Rally Oltrepò 1994 ma il pilota oltrepadano, ben presto, recupera il tempo perso, inanellando una serie di gare e campionati prestigiosi con ottimi risultati.

Sarà difficile riassumere in un solo racconto, circa 130 gare e 18 vittorie assolute ma, soprattutto, cercheremo di raccontare qualche fatto curioso, sconosciuto ai più.

“La passione per i motori c’è sempre stata, da quando sono nato, dalle prime auto a pedali al motorino, e poi la moto vera e le prime gare di Regolarità, oggi si chiama Enduro. Poi sono passato alle auto in quanto le reputavo meno pericolose – Michele giustamente si mette a ridere ma ne spiega le ragioni n.d.r. – In moto ogni volta che cadevi ti facevi male, ogni caduta era un danno fisico”.

Michele le prime competizioni le affronta in moto e con ottimi risultati, ma la passione per lo sport motoristico è sempre presente.

“Le gare che facevano nelle mie zone le ho sempre seguite, sia quelle di moto che i Rally, come il famoso 4 Regioni. A tal proposito devo dire chi fu il mio grande ispiratore, lo sfortunato Alberto Alberti, grande pilota e uomo. Ci siamo spesso incrociati sulle strade della nostra Valle Staffora, io ho avuto la fortuna di essere stato in auto con lui e guidava con una naturalezza ed efficacia incredibili”.

Ora che abbiamo scoperto come nasce la passione di Michele, inoltriamoci sulla sua carriera. Il battesimo è di fuoco anche se il pilota pavese fece qualche apparizione nel 1993 in un paio di slalom ed un Formula Challenge a Pavia.

“Da raccontare il mio debutto allo slalom del Penice per rendervi partecipi di come si vivevano le gare. Andai con la mia auto a prendere la vettura che avevo noleggiato, una Peugeot 205, dunque lasciai dal noleggiatore la mia macchina e con l’auto da gara, che era nell’alessandrino, feci un pezzo di autostrada e poi fino a Collegio (PV), luogo della partenza della manifestazionea. Terminata la gara riportai la vettura in sede e tornai a casa con la mia auto”  Con questo inizio le premesse di racconti interessanti ci sono ed infatti si parte forte con il debutto.

L’Oltrepò del 1994 non fu una gara “normale” in ogni senso, e Tagliani ebbe un debutto curioso, prima abbiamo detto “di fuoco” ma ci fu di tutto tranne quell’elemento, anzi furono acqua e nebbia ad essere protagonisti.

Con il #74 sulla Opel Astra N4 compaiono nell’elenco iscritti Michele Tagliani con Alpeggiani, in realtà il copilota doveva essere Spairani mentre in gara sarà Roberto Motta, recuperato all’ultimo minuto e proprietario della Rally Rent, e della vettura su cui correranno.

“Dovevo correre con Spairani ma durante le prove si è capito che forse non poteva farcela, aveva sofferto la macchina, e restai senza copilota. Io ero inesperto avevo preso le note un pò con lui, un pò con amici su un block notes prestato da una nipote che faceva le scuole elementari. Grazie a Roberto Motta, compagno di liceo, che si prestò a farmi da copilota riuscii a partecipare, e lui fu il mio primo navigatore. Dopo poche curve, con note poco convincenti, lui era pilota e non navigatore, andavamo a vista – termine grosso visto che si correva di notte e con la nebbia n.d.r. – ricordo soprattutto queste sue note esclamative “occhio occhio, attento attento, frena frena”, d’altronde con lui non avevo mai provato e siamo andati quasi sempre a vista. Terminammo 9° assoluti e terzi in N4. Purtroppo nella nostra classifica assoluta ci fu un errore in quanto tra il fine prova ed il C.O. superammo il concorrente che avevamo raggiunto, in quanto si girò, e ci diedero il suo tempo (ed a lui il loro n.d.r.) dunque risultiamo con quasi 1′ in più. Non ci siamo accorti subito dell’errore proprio per la nostra inesperienza ma solo successivamente”.

Anche la seconda gara va raccontata per la celebre frase del copilota Ivano Albertazzi. “Siamo al Rally Coppa d’Oro, sempre sulla Opel Astra gr.N, andiamo forte il copilota se ne rende conto e quando capottiamo sulla seconda prova speciale esclama “Oh, per fortuna che abbiamo capottato”, lasciando trapelare la felicità che finire in anticipo era suo desiderio”.

Nel 1995 inizia a correre con Sergio Rossi e al Rally Oltrepò ottengono un grande 5° posto assoluto e vittoria di classe :“Sergio Rossi fu il primo vero copilota, con lui iniziai a fidarmi, ho sempre pensato che in macchina si va forte in due. Ricordo un Rally Lana 96 e non avevamo provato una prova speciale, l’abbiamo fatta con le note dell’anno prima, con lui ero sicuro, siamo andati forte e c’era fiducia”.

Tagliani, fin dagli esordi, non fa solo le gare casalinghe ma partecipa a Rally importanti e nel 1995 debutta al Sanremo con un grande risultato, 17° assoluto e primo in N3 e 2° assoluto in gruppo N, sulla fida Opel Astra nera, anche l’anno dopo, con la gara valida per il WRC è autore di una grande prestazione  che finirà con un ritiro.

Tagliani si fermerà sulla ps 10, a soli 2 km dalla fine, per la rottura di un semiasse, era 31° assoluto, 6° in gruppo N (davanti aveva solamente Trelles, Manfrinato, Smets, Bolognesi e Baldini) primo in N3 con ben 7’38” sul secondo di classe, dopo 9 prove disputate sugli sterrati toscani.

A proposito delle prove sanremesi….“Successe che a provare il Sanremo sulla prova famosa SS Marie, tra i dossi ed i salti presi allegramente non si riusciva più ad aprire le portiere dell’auto che aveva anche il tetto un pò rigonfio”.

Nel 1997 il debutto sulla Renault Clio Williams gr. A, 4° assoluto e vincitore di classe, con questa vettura conquista i primi podi assoluti  ma sul podio torna anche con l’Astra gr.N ad un Rallysprint Vigneti 98.

Nel 98 partecipa al suo terzo Sanremo, dove vince nuovamente la classe N3. La gara è orfana della toscana e la prima tappa vede un duello con il locale Danilo Ameglio  (Peugeot 309), dalla prova #9 il pavese passa al comando senza più lasciarlo. Tagliani concluderà 30° assoluto, per chi non si ricorda fu un’edizione ricchissima di partecipanti, per esempio Mortl su Impreza WRC aveva il #70.

Nel 1999 arriva il primo posto assoluto al Rally Oltrepò, Michele Tagliani e Sergio Rossi , conquistano la gara di casa sulla Peugeot 306 Maxi, al debutto su questa vettura.

“Fu una gran bella vittoria, dove ho dei bei ricordi, vincere per la prima volta e farlo nel Rally Oltrepò, davanti agli amici e con validi avversari, quel 1999 fu positivo, feci tante gare e pochi ritiri, inoltre vincemmo anche il Vigneti”.

L’Oltrepò 99 aveva al via le A8 di Zambetta, Ghezzi e Buscone (Escort Cosw.), Nicelli (Escort WRC), Leoni (Celica), Scrollini (Delta), poi Matteo Musti (Megane Kit) e Brega (Clio Kit). Tagliani si impose su Brega per 47″.

Ma Michele ricorda con piacere anche la vittoria del Vigneti 99:

“Ricordo lo sprint con la Clio di Balbosca e la rimonta in una gara cosi corta. Sulla prima prova uscii perdendo 21″ e praticamente la gara. Non mi arrendo e dico che voglio recuperare, anche se in assistenza non pensano sia possibile. Vinco le due prove successive ed a metà gara sono quarto. Vinco le tre speciali del secondo giro e la gara per 8″, credo sia stato una rimonta importante in una gara cosi corta”.

Nel 2000 sulla Fiat Punto Kit Car e la vittoria nel monomarca Punto.

“Nel 99 corsi alcune gare con la 306 Maxi della Trico e mi proposero il campionato con la Punto Kit l’anno successivo. Io accettai con un semplice “Va bene” e così incominciammo, ho fatto solo un test all’inizio e poi le regolazioni le facevo in gara. Visto l’impegno economico, corsi per vincerlo e cercare di rientrare dalle spese che stavo sostenendo e comunque la Trico sperava in una mia vittoria, dicendomi che potevo farcela. Era un campionato per privati, quello era il bello, Navarra e Cantamessa, erano piloti prioritari Fia ma non facevano il nostro trofeo, loro avevano molte gare all’attivo ed un’esperienza maggiore su quella vettura e concorrevano, tra loro, per il Trofeo A, i tanti privati erano in quello B. Nonostante tutto nel nostro trofeo c’era Giandomenico Basso, fresco vincitore del trofeo 600 (ricordiamo che il campionato 600 si era svolto sulle medesime gare del trofeo punto, ovvero le gare del campionato due litri n.d.r.) e molti avversari validi (Corrado Fontana, Luca Betti, Massimo Ceccato, Andrea Biasiotto, n.d.r.). Io correvo da soli 6 anni, era una buona opportunità ed oltre al ricco montepremi finale, c’erano i premi gara, che pagavano subito, erano 10 milioni al vincitore di gara e poi 5 e 3 milioni al secondo e terzo”.

Tagliani parte con un ritiro in Val d’Aosta ma poi arrivano i risultati, vince all’Elba con un 7° assoluto a soli 16″5 da Cantamessa. Vince al Gargano, 6° assoluto subito dietro al duo Cantamessa e Navarra. Poi l’amaro ritiro del Lanterna, quando era al comando.

“La gara partì male perchè sulla ps del Palasport presi 3′ di penalità, ero al mio 3° Lanterna e rimontai fino a passare al comando tra i trofeisti. Sbagliai sull’ultima prova, arrivai senza freni e tra il fine prova ed il C.O. uscii contro un muro con una toccata. Purtroppo sull’ultimo trasferimento si ruppe il cambio in  6°, la macchina si bloccò e per noi fu un amaro ritiro. Resta la grande prestazione di aver recuperato 3′ su tutti gli avversari ma quel ritiro ci sarebbe potuto costare caro”.

Poi il trofeo ha un finale thrilling: “Ci giocammo tutto all’ultima gara, il Vallecamonica, e all’ultima prova speciale. La classifica vedeva Basso al comando, poi c’ero io che dovevo resistere al rimontante Corrado Fontana. Per vincere il campionato dovevo almeno arrivare secondo. La prima parte della gara era bagnata e sono andato bene poi con l’asciutto faticai. Terminai secondo (per 1″3 su Fontana n.d.r.) e vinsi il campionato”.

La Punto kit era comunque una vettura nuova e anche le gare per te erano quasi tutte da scoprire.

“Si impazziva con gli assetti, la punto Kit era complicata, acerba, appena uscita, aperta di convergenza per farla girare, difficile da gestire, la S1600 invece era un’altra macchina con assetto, geometrie e braccetti differenti. Per quanto mi riguarda non avevo molto tempo per provare e facevo tre passaggi a prova, primo passaggio di note, secondo di correzioni, e terzo più veloce con le note, ricordo al Marca solo due passaggi. Era difficile coniugare lavoro e campionato ma mi impegnai per farlo e tra i ricordi conservo un bel 2° assoluto dietro alla 306 Maxi di Pg Deila sulla ps di Volterraio all’Elba”

Vincere dev’essere stata una grande soddisfazione?

“La Trico era un team privato, ricordo i festeggiamenti dopo il successo del campionato al Valle Camonica, avevamo fatto pochissimi test, solo ad inizio anno, testavamo in gara, avevamo sempre poco tempo e ricordo che sia gli ammortizzatori che le evoluzioni delle centraline le facevamo fare a dei preparatori esterni”.

Nel 2000 arriva la sua terza vittoria assoluta al Vigneti, sempre su Clio Williams Gr.A.

Nel 2001 la quarta vittoria assoluta al Rally Coppa d’Oro, una gara che sembra stregata e che finisce in ospedale ma che Michele vince.

“Successe di tutto, dopo essere partiti la macchina buttava fuori l’acqua dal collettore e abbiamo riparato con una gomma da masticare. Poi si è rotto il motorino d’avviamento, che per fortuna avevamo in macchina e Piero Protti l’ha sostituito durante un trasferimento. Non eravamo i favoriti, c’erano Zambetta, Borsa e Dissegna con la Ford Escort Gr.A, Uzzeni con la Subaru Impreza, Leoni sulla Toyota Celica, ma il bello, anzi brutto, deve ancora arrivare. Dopo la prima speciale soffro di una colica renale. In trasferimento vedo due anziani su un terrazzo, mi fermo e gli chiedo se hanno alcuni tipi di medicinali. Fortuna vuole che hanno il Voltaren e io mi faccio una prima puntura. Anzichè pensare all’assistenza chiedo di procurarmi Voltaren e Buscopan. Ricordo che mi fermavo in mezzo la strada, mi spogliavo e mi facevo le punture. Riuscii a terminare la gara e vincere e poi due giorni di ospedale”.

Nel 2003, 2004  e 2005 vince gli sprint di Bobbio (Clio A) e con la Fiat Punto S1600 arriva il suo settimo sigillo al Rally Appennino Pavese (2004) e la prima vittoria di classe su terra della Clio RS N3 al Rally San Marino, nel 2006 vince anche lo sprint del Bonarda ed arriva un curioso ritiro al Torriglia.

“Al Rally di Torriglia, con Benedetta Pericotti, eravamo al comando con la Mitsubishi Lancer Evo IX, bucammo e ci siamo dovuti ritirare perchè non avevamo la chiave per cambiare la ruota”.

Nel 2007 arriva la decima vittoria assoluta al Bonarda e poi la rivincita al Torriglia dove vince sempre con la Mitsubishi Evo IX.

Nel 2008 il debutto sulla Punto S2000, ritiro al Coppa d’Oro  ma al Valle d’Aosta vince la classe ed al Torriglia fa la sua 12° assoluta.

Nel 2009 ancora vittoria al Coppa d’Oro su Punto S2000 e poi la vittoria del Giarolo.

“Fu la mia prima gara sulla Renault Clio R3 C, avevamo fatto 3 chilometri di test nell’alessandrino, riuscimmo a vincere anche quel rally day”.

Nel 2010 conquista anche il Rally delle Valli Piacentine (15° vittoria), sempre su Punto S2000, mentre gli ultimi tre successi sono targati Ford Fiesta R5 ed in ordine Giarolo 2014, Coppa d’Oro 2015 e Trofeo Alberto Alberti 2016.

Ora parlaci del Rally di Finlandia 2007, equipaggio Tagliani-Pericotti su Mitsubishi Lancer Evo IX.

“Fu una grande emozione partecipare ad una gara come il Neste Rally in Finlandia. Affrontammo la trasferta con solo un breve test fatto in una cava in Valle Staffora, pochissimi chilometri e molto diversi dalle strade finlandesi. L’esordio sulla prova spettacolo di Killeri non fu dei migliori, perchè sbagliammo strada ed il tempo non fu buono. Killeri aveva una caratteristica dalle altre prove speciali, si svolgeva in un ippodromo, per cui era l’unica prova speciale che non si poteva provare. Oltre ad essere la prova speciale d’apertura, fu anche la ps 11, l’ultima della prima tappa e riuscii a vincerla tra le N4, facendo il 23° tempo assoluto, qualcosa di unico. Migliorai nel corso della seconda e terza tappa fino a lottare per la quarta posizione, sulla penultima prova forai entrambi le gomme, una anteriore ed una posteriore. Le cambiammo ma forammo di nuovo nel trasferimento successivo. Misi le due ruote forate sul posteriore e per fortuna ci fecero partire per l’ultima ps in programma, forse non si accorsero della nostra foratura, così partimmo e finimmo su due cerchioni. Nell’ultimo trasferimento ci fermò la Polizia ma ci classificarono ugualmente attribuendoci tre minuti di penalità”.

L’immagine in copertina del Finlandia ti ritrae in salto, cosa successe a quella foto?

“Era il 2007, c’era la tecnologia ma non con le dinamiche odierne, ma so che il giorno dopo che scattarono quella foto, alcune persone la stamparono e vennero a farsela autografare durante le pause delle assistenze. Mi domandavo come avessero fatto ad essere così organizzati, la gara era ancora in corso”.

Ricordi di qualche bel duello?

” Ad un Appennino Ligure del 1999 io avevo il 306 Maxi e Ferrecchi la Corolla WRC e vinse per soli 12″ ed io feci secondo assoluto. Medesimo anno al Valli Piacentine, una lotta incredibile con Franco Leoni, lui con la Toyota Celica GT-Four, ed io sempre sulla 306 Maxi. Vinse lui per soli 4″, in una gara che non conoscevo. Poi le molte lotte con Massimo Brega“.

Cosa ti manca di quei Rally?

“Mi mancano i Martedì sera alla scuderia Alberto Alberti, le risate e gli aneddoti, allora le sfide erano con Massimo Brega e Franco Leoni, c’erano gli sfottò, su dove frenavamo, insomma i discorsi da bar. Allora eravamo tanti oltrepadani e non solo. Chi vinceva portava la torta per festeggiare, era una sana goliardia sportiva. Purtroppo tutto passa, anche il livello economico è cambiato e non c’è stato il ricambio generazionale, ora ai ragazzi non interessano i Rally ma sono più interessati all’ultimo telefonino in uscita”.

Hai corso con tante auto e con tutte sei andato forte, cosa puoi dirci al riguardo?

“La premessa e che se si va forte è anche grazie ai copiloti. Come spirito rallystico io facevo tre passaggi e non sempre con: note, corrette e passaggio di note veloce. Con l’Astra gr. N con cui debuttai mi trovai subito bene, in uno sprint del Monferrato rischiai di vincere l’assoluta ma un errore non me lo permise. Con la Clio Williams gr. A vinsi la classe all’esordio, sulla Peugeot 306 Maxi, una vittoria assoluta alla mia prima gara, vittorie anche sulla Fiat Punto Kit, su quella S1600 e sulla S2000, vinsi la classe con la Clio RS N3 all’esordio, idem sulla Mitsubishi N4 a Monza, con la Peugeot 206 WRC feci solo un Oltrepò 2008 e mi trovai benissimo anche se il risultato finale non fu positivo ma vinsi delle speciali. Con la Clio R3C feci l’assoluta al debutto, con la Fiesta R5 vinsi la classe, sempre a Monza, alla mia prima gara e anche in questo caso riuscii a fare degli assoluti. Facendo un discorso sulle varie categorie come tipologia di guida la S1600 è molto difficile da guidare, la Mitsu N4 si guida in maniera completamente diversa da tutte le altre auto, sembra quasi di fare un altro sport, il bang, pochi freni è la più complicata. Le S2000 e R5 invece hanno una bella frenata, hanno assetti che ti permettono di fare cose incredibili anche su strade sconnesse. La Clio Gr. A invece quando la infilavi nei tagli saltava e andava guidata diversamente. Posso dire di essermi adattano bene a qualsiasi tipo di macchina”.

Un ricordo di tifo particolare?

“Devo ringraziare gli amici del Brallo che nell’anno del Trofeo Punto Kit mi seguivano ovunque e, a proposito di tifo, ho questo ricordo: Rally Gargano 2000, prova in discesa ricca di tornanti, ricordo tantissima gente ed in piena prova speciale sentivi la gente che tifava li fuori, fu impressionante. C’era una collina con tantissime persone. Fu una gara vera, si partiva pomeriggio, poi tutta la notte fino all’arrivo a mezzogiorno circa, una gara d’altri tempi”.

Cosa c’e’ di bello nei Rally, oltre al risultato sportivo?

“Il bello dei Rally sono gli scorci particolari che vedi nelle prove e nei trasferimenti. Ho dei ricordi di bei paesaggi all’Appennino Reggiano, al Lanterna, al Gargano, l’entroterra sanremese e la Toscana. Senza Rally non sarei mai andato in vita mia in questi posti e paesini”.

Ti vedremo ancora correre naturalmente?

” Più si va avanti e meno si corre, penso sia una cosa naturale e che capita a tutti. Prima provare e ritrovarsi era un divertimento, ora diventa un impegno, ora c’è la famiglia, meno tempo, maggiore responsabilità e questo hobby ha anche costi proibitivi. Comunque il desiderio è di correre ancora”.

Ti vediamo spesso al Rally di Monza, una gara atipica.

” La prima volta andai a Monza per caso, poi è diventata appetibile per una serie di motivi e l’ho rivalutata. Io corro poco e per me Monza è un momento di Relax  ed è tipo una breve vacanza, per questa gara si riesce anche ad avere un maggior budget grazie agli sponsor.  Io amo la terra ed i percorsi viscidi e scivolosi dunque non è la tipologia di Rally che mi affascina, il Monza Rally è un’altro Sport”.

Il tuo Oltrepò finì nel 2008 hai ricordi particolari?

“Fu l’apoteosi, l’edizione più bella, sia a livello organizzativo che di spettacolo. Una concezione di Rally per avvicinare gente, sponsor e Mass Media e questo per la visione dei Rally che aveva Pier Liberali. All’arrivo c’era tanta gente, ricordo ad un Appennino Reggiano un arrivo senza persone. I Rally vanno fatti partire /arrivare nel centro delle citta’ che le ospitano, e non in zone industriali dove non c’è nessuno, altrimenti la gente non si interesserà mai di una disciplina che si nasconde anzichè proporre”.

Concludendo quali sono le tue 3 più grandi soddisfazioni?

“La vittoria del trofeo Punto Kit. Una soddisfazione sportiva ed economica, forse non guadagnai ma almeno ammortizzai la stagione. La Finlandia con la vittoria di classe N4 in una prova speciale di una gara del WRC e la vittoria di classe al Sanremo sulla Opel Astra N alla mia prima partecipazione”.

Aggiungiamo che nella prova conclusiva di quel Sanremo, al Langan, fece 4° assoluto tra le due ruote motrici dietro ad Andreucci (306 A7), Loix (Astra A7) e Triner (Skoda Kit Car A6).

 

 

 

 

 

 

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