Foto Bobo

L’Italia rallystica del 1979, nonostante ci fossero marchi vincenti come Lancia e Fiat ai vertici delle gare, stentava a trovare un giovane da lanciare, la colpa, non pareva essere dei piloti ma alle poche opportunità che davano loro.

Un problema non solo di quell’annata ma riconducibile al dopo Munari, che da poco aveva lasciato e mancava del naturale ricambio. Il dominio e la vittoria di “Tony”-Mannini, su Lancia Stratos di un equipaggio privato, non servì alla causa ma dimostrò, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che avevamo i piloti di livello che troppo presto furono scartati per un’eventuale passaggio nel mondiale, d’altronde l’Italia è sempre stato un paese “esterofilo”, che vedeva i campioni solo oltre confine.

Eppure i nostri al Sanremo (asfalto e terra) hanno sempre dimostrato di potersi battere, non solo con le vittorie di: Munari, Tony, Biasion, Aghini e Cunico ma anche grazie alle prestazioni di Verini, Bettega, Cerrato, Tabaton, Fiorio e Liatti (che nel 1997 il Sanremo l’avrebbe pure vinto senza l’ordine di scuderia).

Nel 1979 “Tony” aveva capito tutto e nonostante la schiacciante vittoria, solo dopo la prima prova speciale (vinta dalla Stratos di Tabaton) non fu in testa, ma dalla ps 2 alla ps 74 fu un dominio, un trionfo, con una vittoria mai in discussione, nemmeno dopo l’errore dei 3′ in più segnalati sulla terra toscana, poi giustamente annullata. Tony dichiarò subito: “Corro per vincere ed ho vinto. Sapevo di poter vincere, come so che questa vittoria non servirà a niente, come il secondo titolo italiano che mi sono praticamente assicurato” , fu così, vinse anche la gara successiva al 100.000 Trabucchi, si laureò campione italiano ma dal 1980 passa in Opel dove correrà in gare di campionato italiano ed europeo ma non ebbe mai la possibilità mondiale, forte dei suoi 34 anni e della vittoria sanremese. Il solo Attilio Bettega ebbe la possibilità, anche se non in interi campionati, trascinando le prestazioni durante il corso degli anni, fino al maledetto 2 Maggio 1985. Poi una schiera di piloti, poco utilizzati o frettolosamente “scartati” Fulvio Bacchelli, Tony Carello e Carlo Capone ma possiamo mettere i tanti trofeisti A112 dal grande potenziali ma centellinati, alcuni di loro non riuscirono nemmeno ad arrivare al campionato nazionale, nonostante il talento ci fosse.

Se “Tony” dominò in quel Sanremo il merito fu anche di Mauro Mannini, in versione copilota e guardia del corpo (della Stratos preparata da Maglioli), sempre preciso e attento nel fare i calcoli per mantenere il giusto ritmo e divario sugli inseguitori. Un pò di suspence arrivò nella quarta ed ultima tappa a Sanremo, quando la pioggia cercò di rimescolare le carte per la ronde notturna e la scelta di gomme poteva rivelarsi fondamentale. Mannini suggerisce le Rain, scelta conservativa, Tony sceglie le intermedie mentre l’avversario più pericoloso, il tedesco Rohrl (Fiat 131 Abarth) rischia con le slick. D’altronde il tedesco in quest’ultima giornata deve recuperare 6’53”. La lunghissima Ronde parte da Coldirodi ogni 2′, il tedesco Rohrl tenta la carta sorpresa e parte 1′ prima per vedere di creare scompiglio nella testa di Tony e Mauro. Ad un certo punto “Tony” vede i fari dell’inseguitore, e pensa d’aver perso quasi 2′, anzichè 1′, prosegue , aumentando leggermente il ritmo e mantenendo le distanze, a fine prova scoprirà il trucco usato dal tedesco. Sembra fatta ma poi i due trovano un masso in mezzo alla prova speciale, con la Stratos che deve ricorrere ad una leggera toccatina. Insomma sino a Sanremo i due sono attenti e Mauro è impeccabile nella fase finale della gara “Sono contento per chi è contento e per chi non è contento” dirà immediatamente sul palco d’arrivo e segnalato su Autosprint dell’epoca da Guido Rancati e Carlo Cavicchi, la battaglia è stata vinta Tony-Mannini ora fanno parte dei vincitori di una gara del mondiale Rally!

 

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