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UNA GIORNATA CON MICHÈLE

Ho conosciuto Michèle Mouton anni fa a un rally in Francia. Me l’ha presentata una delle
ragazze del team transalpino Aseptogyl. Un po’ timida, riservata, sembrava spaurita nel
folto gruppo delle “tremende” e simpaticissime ragazze del team rosa da rally.
È una mattina splendida sulla Côte d’Azur quando a un evento organizzato da Audi rivedo
Michèle che, in splendida forma, si mette al volante di una Quattro Sport S1. Un
esemplare perfettamente conservato. All’epoca, al reparto corse dell’Audi sono state
realizzate complessivamente 103 Quattro, 22 Quattro Sport e 20 Quattro Sport S1.
La Quattro Sport S1 è l’auto da corsa che Michèle ha diviso con la navigatrice italiana
Fabrizia Pons, spazzando, con brillanti risultati, soprattutto tanti pregiudizi.
Michèle chiama la Quattro Sport S1 il “mostro”. Sì, per lei è sempre stata il “mostro” in
senso positivo naturalmente. Un’auto piena di forza, massiccia, diversa dalle snelle e
aggraziate avversarie Peugeot e Lancia. Per non parlare poi della Renault Alpine A110
con cui ha iniziato a correre.
Fin dalle prime prove Michèle si accorse che la Quattro era più veloce delle avversarie. Mi
confessa che per guidarla al limite si è dovuta impegnare a fondo e apprendere, grazie
all’aiuto del grande pilota finlandese e compagno di squadra Hannu Mikkola, anche
qualche manovra particolare come frenare e accelerare contemporaneamente con il piede
sinistro. Le è basato, però, una sola corsa per familiarizzare con la particolare guida che
richiedeva un’auto a trazione integrale.
Michèle preme il pulsante sulla plancia e avvia il possente 5 cilindri turbo. Sono sufficienti
pochi chilometri per fare affiorare in lei i ricordi.
Ammette che la Quattro e i rally sono ancora nel suo cuore. Afferma che per lei il motore è
sempre stato un pezzo di ferro. L’importante era il suo rumore. Quello della Quattro era
musica per le sue orecchie. Confessa anche di non aver mai sciolto un interrogativo
stando al volante della Quattro. Chi fosse il più forte: il pilota o l’auto.
Prima di salutarci le chiedo se ha dei rimpianti. Assolutamente no. Vive il presente. Tutto il
resto è… passato.

Emanuele Sanfront
(dal libro “Rally ’70. Una storia, tante storie” – www.repartocorselancia.com)