Foto Archivio Francesco Fiori

Cosa accomuna Sandro Munari, detto il Drago, al copilota oltrepadano Paolo Zanini?
La risposta è presto svelata, entrambi hanno vinto alla loro prima gara rallystica, in veste da navigatore (occorre specificarlo per Sandro Munari).
Sandro Munari, debutta ufficialmente al Rally di Sardegna del 1964, dettando le note ad Arnaldo Cavallari su Alfa Romeo Giulia TI, per la scuderia milanese Jolly Club e vincendo la gara.

Esattamente 20 anni dopo, Paolo Zanini, vogherese, vince il 5° Rally di “Una valle piacentina” dettando le note a Francesco Fiori sulla Opel Kadett Gte.

Chiediamo direttamente a Francesco come nacque il tutto: “Paolo seguiva spesso le mie gare (erano entrambi di Voghera n.d.r.) e così gli dissi che se avesse fatto la licenza l’avrei fatto debuttare. L’11 Marzo del 1984 ha corso con me a Piacenza. Vincemmo la gara, avevo promesso di farlo visto che l’anno precedente, vinsi, ma fui squalificato ed ero molto determinato a riprendermi il maltolto”.

La gara aveva al via 83 vetture, Leoni (Opel Kadett Gte) tra i favoriti, non si presentò alle verifiche, presenti, oltre a Fiori, gli specialisti di questo Rally nazionale Ottaviani e Sassi, plurivincitori della gara. Proprio Sassi prende il comando e termina davanti dopo il primo giro di prove (erano tre) ma sul quarto tratto cronometrato urta un cordolo ed è costretto al ritiro. Fiori passa in testa ma viene insidiato, prima da Brambilla, poi da Pelloni e Achilli, con quest’ultimo che raggiunge Fiori in classifica sulla penultima prova.

Ultima prova decisiva con Francesco Fiori e Paolo Zanini che conquistano la gara, seguono Achilli-Fogliani (Opel Kadett Gte) staccati di 2″, poi Pelloni (Fiat Ritmo Abarth) a 9″, Ottaviani (Fiat Ritmo Abarth) a 9″, Furini (Opel Manta) a 10″, Brambilla (Fiat Ritmo) a 17″, Zavattoni (Opel Kadett) a 20″, Travagin (Renault 5 Alpine) a 21″, Zucchi (Opel Kadett Gte)  e Campori (A.R. Alfasud).

Nasce così, la prima vittoria di Paolo Zanini. I due hanno corso insieme altre gare ma Zanini vinse anche con: Maurizio Rossi, Massimo Brega e Matteo Musti.

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