Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione odierna del consiglio mondiale della FIA, che avrebbe dovuto definire date e modalità di ripresa del Campionato del Mondo Rally.
Bisognerà ancora attendere, almeno fino a fine Giugno, per capire le sorti della stagione 2020. Nessuna decisione è infatti stata presa, lasciando delusi e ancora una volta inermi tutti gli appassionati e addetti ai lavori, impazienti di capire quale sarà l’immediato futuro della disciplina.
Cinque rally cancellati definitivamente (Portogallo, Kenya, Finlandia, Nuova Zelanda e Galles), due in attesa di ricollocamento (Sardegna e Argentina, anche se il secondo potrebbe subire la stessa sorte degli eventi nominati precedentemente), tre ufficialmente a calendario (Turchia, Germania e Giappone) e ulteriori tre “salvatori della patria” interpellati per non chiudere senza vincitori e vinti la stagione (Estonia, Lettonia e Belgio).
E’ in mezzo a tutti questi nomi che i vertici FIA cercano di trovare quelle risposte che possano soddisfare tutti: interessi economici, sociali e sanitari. Serve ancora del tempo, anche se in molti cominciano a chiedersi se abbia veramente senso aspettare ancora. Non sarebbe meglio focalizzarsi direttamente al 2021 e magari sfruttare questi mesi con degli eventi-test, solo per il gusto di correre e senza le pressioni di un mondiale 2020 maledetto?
E mentre il 2020 resta in attesa di risposte, la FIA ha approvato una prima bozza del calendario per il prossimo anno, o almeno una prima parte di esso, comprendente 9 eventi. Monte-Carlo, Finlandia, Portogallo, Svezia, Kenya, Spagna, Italia, Giappone e Australia sono già sicure di avere un posto.
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