Dopo Roma anche Alba diventa terra di conquista e, nei due Rally più importanti di questo periodo post Covid, il Rallysmo nostrano dimostra di continuare a faticare a livello Internazionale.

Se da una parte ci fa piacere aver avuto nel Belpaese: Tanak, Neuville, Sordo, Breen, Lukyanuk e Huttunen dall’altra ci spiace non essere riusciti a mettere i nostri piloti al vertice del Rally di Roma Capitale ed a quello di Alba.

A Roma si è visto, soprattutto nel settore Junior, la differenza sostanziale tra piloti Internazionali ed italiani. Questa non vuole essere una critica per i nostri piloti, che avranno sempre il nostro sostegno,  ma purtroppo nemmeno le scuse sugli ordini di partenza che non possono giustificare i 4 minuti che l’estone Ken Torn, su Ford Fiesta, ha rifilato ai nostri:Mazzocchi, Cogni, Vita e Rosso, anch’essi sulla medesima Fiesta della M-Sport. Magari, in futuro, Torn prenderà il posto del connazionale Tanak e diventerà campione del mondo ma anche Antunes (ritirato sull’ultima prova) e Pep Bassas, al loro prima Roma Capitale, hanno messo nel sacco gli italiani. Cosa non sta funzionando nell’ Aci Team Italia che non molti anni fa vinceva, in gare Internazionali, con il ligure Fabio Andolfi?

Qualcosa di meglio sono riusciti a fare Basso e Crugnola nella gara principale, anche se la vittoria del russo Lukyanuk non è mai stata messa in discussione. D’altronde il russo ha sempre corso il Rally di Roma, era il favorito, con Basso e Crugnola che sugli asfalti laziali hanno dimostrato di essere, quasi, sullo stesso livello e quel quasi che non ci consola ma il divario pare si possa colmare.

Ad Alba non è andata meglio. La gara “Plus” era un affare tra Neuville e Tanak con un ottimo debutto di Pedersoli sulla i20 Plus. Il rammarico arriva nella gara del CI WRC. Cinque vetture R5 la davanti ed un solo italiano, Luca Rossetti che fa volare la i20 R5 in quarta posizione, battagliando con Dani Sordo ed il podio sino all’ultima prova speciale.

Nella top ten solo 4 italiani! Oltre il Rox troviamo le due WRC di Corrado Fontana e Simone Miele (6° e 7° assoluti) e Chentre con la Skoda Fabia R5 al decimo posto. Anche nelle due ruote motrici vince il francese Mathieu Franceschi, a bordo della super competitiva Peugeot 208 Rally4 della Sportec, per lui 22° posizione davanti alla Clio S1600 di Vescovi per solo 1″3 ma sono ben 2′ di vantaggio sulla seconda R2B di Giordano-Siragusa. Non discutiamo il talento francese ma in questo caso la nuova arma Peugeot ci è sembrata fare la differenza sull’agguerrita pattuglia italica.

Restando al Alba, gara dal forte richiamo Hyundai, ci sembra profetico Andrea Adamo che non molto tempo fa aveva detto di non vedere grossi talenti emergere dal nostro settore Rally.

Se nelle gare del WRC serve esperienza, e spesso si chiede ai nostri Junior di arrivare al traguardo per acquisirla, le gare nostrane dovrebbero invece vedere i nostri “asfaltisti” prevalere (o comunque giocarsela), visto che abbiamo quasi sempre brillato in Italia, anche ai tempi del Sanremo mondiale e le incursioni non mancavano. Sembrano oramai lontani i tempi in cui: Aghini, Cerrato, Cunico, Liatti si giocavano le vittorie sanremesi, la peggior notizia e che non abbiamo la soluzione. In molti abbiamo notato che il portafoglio gonfio non serve se manca il talento, non possiamo nemmeno credere che in Italia manchino piloti forti quanto negli altri paesi europei anche per puramente numero di licenziati. Le continue “selezioni” annuali sembrano non dare i frutti sperati, forse sarebbe meglio concentrarsi su quei 2/3 piloti che hanno dimostrato di avere qualcosina in più degli altri e soprattutto agevolare i 18enni che si affacciano nel mondo delle corse.

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