Sebastien Ogier - ADAC Rallye Deutschland 2017 (Ph. Aldo Franzosi)

Agosto 2019: alla vigilia del Rally di Finlandia, Sebastien Ogier esprimeva la propria intenzione di ritirarsi dal mondo del rally al termine del proprio contratto con Citroen, alla fine del 2020.

Sono trascorsi solo 12 mesi da quelle dichiarazioni, ma considerando tutto quello che è successo in questi 365 giorni, sembra essere passato molto più tempo.

Due gare anonime, in Finlandia e (soprattutto) in Germania, incrinarono definitivamente il controverso rapporto odio-amore tra Citroen e il francese, con la prima che al termine della stagione decise di ritirarsi dal WRC trovando proprio nel 6 volte campione il capro espiatorio ideale: un Ogier reo di aver abbandonato la (fallimentare) C3 WRC, lasciando il Double-Chevron senza un pilota in grado di lottare per le posizioni di vertice e, de facto, “costringendoli” al ritiro dalle competizioni.

Sebastien e Julien nuovamente a piedi, sedotti ed abbandonati ancora una volta, come nel 2016 con Volkswagen, ma in una situazione diametralmente opposta: l’avventura teutonica lasciò al francese il dolce ricordo del dominio assoluto; il ritorno all’ovile nel 2019 l’onta della sconfitta. Tre vittorie parziali, ma denudato del trono, ora nella mani di Ott Tanak che, raggiunto il sogno della carriera, decide di lasciare Toyota per abbracciare Hyundai e Adamo. Una decisione, quella dell’estone, che regala al duo francese la possibilità di giocarsi ancora una volta il mondiale, per quella che potrebbe essere l’ultima recita di una bellissima opera teatrale.

Ogier in Toyota quindi, a raccogliere una Yaris molto diversa da quella offertagli anni prima ma scartata in favore della Fiesta (per fortuna, visto quanto ci hanno fatto divertire nel 2017 e 2018).

Il francese paga pegno a Montecarlo, battuto in casa sua dal rivale Neuville. La seconda gara non va tanto meglio, quarto posto in Svezia mentre il compagno di squadra Evans vince e l’altro, quello giovane e che per certi versi è molto simile a te, ti butta giù dal podio. Lesa maestà, direbbero in molti, ma se ti chiami Kalle Rovanpera allora te lo si può anche perdonare. Serve il Messico per ripristinare le gerarchie: vittoria e di nuovo leadership mondiale, quella posizione che per anni è stata tua e che ora, essendo l’ultima chance della carriera, non vuoi più abbandonare.

Tutto bene? Neanche per sogno! Figurati se, dopo essere andato via da Citroen, vinto tutto con Volkswagen, essere stato lasciato a piedi dai tedeschi, regalato a M-Sport gli unici due titoli piloti della sua storia, tornato con Citroen per poi lasciarla dopo una sola stagione, non arriva una pandemia mondiale a sconvolgere non solo la sua vita, ma quella di milioni di persone.

Il Covid-19 ha toccato tutti noi, riscrivendo una parte della nostra vita ma anche, tornando a parlare di cose più “frivole”, il calendario WRC. Tra cancellazioni, rinvii e nuove gare a calendario, il campionato che si prepara alla ripresa in Estonia è molto diverso rispetto a quanto preventivato, lasciando aperti diversi dubbi sulle intenzioni del francese.

Makinen è pronto a fare carte false pur di averlo in sella per un’altra stagione, deciso a fargli chiudere la carriera in una maniera assai diversa rispetto a come si prospetta questo incerto 2020. Forte della migliore macchina del lotto e della sua vita passata, il 4 volte iridato con Mitsubishi sa quali sono le corde giuste da toccare per convincere il francese ad allungarsi la carriera.

Ma Ogier, oltre ad essere un campione, è prima di tutto un uomo e un padre di famiglia. Proprio la lontananza dal figlio Tim e dalla moglie Andrea (“artefice” della rottura con Citroen) portano il francese a farsi più di una domanda in merito al suo futuro. Negli ultimi giorni, intervistato sull’argomento da alcuni media greci, la non certezza riguardante una rapida soluzione della pandemia e la possibilità che gli effetti del Coronavirus possano condizionare anche la stagione 2021, spingono Ogier verso un addio al WRC, magari abbracciando nuove avventure come potrebbe essere una suggestiva avventura nell’endurance, proprio come fece quell’altro francese, che qualcosina nei rally ha vinto ed ha pure centrato un podio nella 24 ore di Le Mans.

Quindi Seb, la domanda che milioni di appassionati di rally si fanno e continueranno a farsi in questi mesi è sempre la stessa: che cosa farai da grande?

La nostra speranza la conosci bene, ma qualsiasi decisione tu prenda, difficilmente l’ambiente potrà dimenticarsi di quanto hai fatto in questi anni.

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