Foto Massimo Bettiol

Alla fine Luca Hoelbling e Federico Fiorini hanno concluso l’Arctic Rally WRC, seconda prova di campionato del mondo, una gara che era partita male, infatti sulla prima prova speciale l’auto si era spenta ed i secondi persi per rimettersi in carreggiata sono stati davvero molti ma il pilota veronese non era certo andato fin lassù, a Rovaniemi, per cercare un risultato di prestigio ma piuttosto di fare una gara diversa dall’ordinario e possiamo dire che con l’arrivo sul podio il desiderio è stato esaudito.

Hoelbling, con la Hyundai i20 R5 della S.A. Motorsport Italia, si è comunque preso il merito di essere il primo italiano al traguardo (erano solo 3 gli equipaggi azzurri) facendo un corso accelerato di guida veloce, anzi velocissima, su neve e ghiaccio.

Il corso prevedeva anche un “innevamento”, avvenuto sulla ps 6, situazione abituale per chi corre spesso a queste latitudini, a parte questi piccoli inconvenienti del mestiere le medie sulle nevi finniche per il veronese si aggiravano  da 86 ai 110 km/orari, cosa che succede … ma sugli asfalti italiani.

Ora si torna sul suolo italico dove, a fine mese, correrà il Rally val d’Orcia, prima prova del campionato italiano terra.

Luca Hoelbling:
“È stata una gara elettrizzante, in ogni prova speciale il motore arrivava al limitatore almeno un paio di volte, non mi era mai capitato di vedere i 190 km/h così spesso sul tachimetro. Onestamente sono soddisfatto, non era facile portare al termine la gara in un contesto così estremo, ci siamo divertiti. Era dal 2018 che non correvo sulla neve, per Federico era addirittura la prima volta in assoluto, ma è stato molto bravo e abbiamo trovato un buon feeling anche in queste condizioni. Per noi piloti italiani, abituati sulle nostre strade particolarmente sinuose, trovarsi in mezzo ai boschi lapponi su lunghi tratti senza nemmeno una curva e nessun tipo di riferimento per le note è abbastanza straniante, ma un po’ per questo e un po’ per lo straordinario contesto naturale è stata una gara indimenticabile. Peccato per l’assenza del pubblico, sia perché è mancato quel festoso supporto che caratterizza gli appassionati scandinavi, sia perché senza spettatori la nostra divagazione sulla PS6 è stata più tribolata del normale e, obiettivamente, poteva costarci persino la gara”.

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